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Shadowrun Chronicles: Boston Lockdown - recensione

Un XCOM ambientato in un mondo persistente online? Sì, grazie!

Iniziamo col fare un po' d'ordine. Il mondo di Shadowrun nasce nel 1989 come gioco di ruolo fantasy ambientato in un futuro a tinte cyberpunk e dominato da trame più o meno cospirative ordite da grandi corporation. I giocatori impersonano personaggi di classi diverse tra cui spiccano gli hacker specializzati nel matrix surfing, i rigger capaci di assemblare droidi seduta stante e i maghi in grado di evocare creature più o meno spaventevoli.

Il tutto immerso in un'ambientazione in stile Blade Runner in cui le routine quotidiane prevedono criminalità impazzita, guerre continue tra gang e corporation, spionaggio industriale e anche, giusto per non farsi mancar nulla, vicende di sperimentazione genetica bioeticamente non proprio correttissime.

Questo universo decisamente interessante dal punto di vista ludico viene sfruttato da Nintendo nel lontano 1989 per farne un action RPG in visuale isometrica che riscuote un enorme successo di critica e di pubblico e che ancora oggi viene discusso ed elogiato. Niente a che vedere con l'iterazione del 2007 per Xbox e PC che risulta un prodotto dimenticabile e ben poco interessante.

Ben più intriganti sono invece i titoli marcati Harebrained Schemes, Shadowrun Returns (2013) e Shadowrun Dragonfall (2014). Uno l'evoluzione riveduta e corretta dell'altro, questi titoli mirano a sposare un'esperienza RPG basata sulla narrativa di qualità con i combattimenti tattici e la progressione dei personaggi. L'esperimento riesce soprattutto nel secondo titolo e, seppur l'esperienza risulti sempre un po' limitata rispetto a titoli come Xcom (a cui il combattimento si ispira), pubblico e critica apprezzano, tanto da spingere il team di sviluppo a iniziare i lavori su un seguito molto promettente: Shadowrun Hong Kong.

Potrete personalizzare esteticamente il vostro personaggio in maniera piuttosto varia, ma le alternative sul lato inventario sono invece decisamente più limitate.

Chiuso il ripasso di storia, passiamo all'attualità, ovvero a questo Shadowrun Chronicles: Boston Lockdown, disponibile su Steam in versione finale dopo essere passato per l'Early Access. Il team di sviluppo è diverso (Cliffhanger Productions) e il progetto altrettanto differente rispetto a tutto quanto l'ha preceduto nella serie. L'idea è di realizzare un MMO in cui i giocatori possano giocare missioni tattiche a turni in stile Xcom, cooperando tra di loro per far progredire il proprio personaggio sia a livello di caratteristiche individuali sia su diverse linee narrative (oltre alla main quest sono previste infatti diverse linee di missioni secondarie).

Non esiste alcun mondo liberamente esplorabile, al di fuori delle missioni si può solo visitare un hub in cui interagire coi vendor, chattare con gli altri giocatori per organizzare le missioni e gestire il proprio personaggio (inventario e progressione degli skill).

Il vostro personaggio progredisce nella maniera più classica: ogni missione frutta un certo quantitativo di nuyen (la valuta di Shadowrun), più alcuni punti di karma (esperienza). Potete spendere i primi per acquistare armi, armature, spell, modifiche cybernetiche, software e potete impiegare i secondi per acquisire abilità nei campi in cui avete scelto di specializzarvi. Il sistema è veramente semplicissimo, al limite della banalità.

Le missioni, come detto, sono giocabili sia da soli (con l'aiuto di personaggi che potete assoldare e comandare direttamente), sia in cooperativa con altri giocatori umani. In caso si propenda per il gioco singolo, l'esperienza è simile a quella di Xcom (a cui il titolo palesemente si ispira) ma a un livello estremamente più semplificato.

I dialoghi con i vendor nell'hub sono scarni e piuttosto imbarazzanti sul lato estetico.

Fondamentalmente si tratta di muovere i propri personaggi in raggi limitati (esattamente come nel gioco Firaxis) e utilizzare al meglio ripari, posizionamento (fondamentale la tecnica di aggiramento) e abilità. Purtroppo però tutte e tre queste variabili strategiche soffrono di una banalizzazione estrema che limita drammaticamente la profondità del titolo. Il cover non è graduato (o c'è o non c'è), le abilità offrono ben poche sfumature e il più delle volte il tutto si riduce a colpire gli avversari con qualche abilità speciale mentre altri personaggi li aggirano per sfruttare il bonus di flanking.

Pur con tutte le diverse abilità offerte dalle varie classi il gameplay risulta presto facilmente prevedibile e le strategie scoperte dopo un'ora di gioco sono le stesse che ci si ritrova a impiegare anche dopo dieci ore. Non aiuta il fatto che i nemici siano ben poco vari e che il level design si limiti a combinarli diversamente alternandone la quantità e il posizionamento. Rispetto a Xcom mancano totalmente l'interazione strategica tra classi, la profondità delle scelte posizionali sul campo di battaglia e la significatività dei miglioramenti sul lato degli armamenti e delle abilità speciali.

Anche a livello di atmosfera Shadowrun Chronicles è carente, non riuscendo mai a replicare quel senso di urgenza e di suspense che abbiamo imparato ad apprezzare in Xcom; le missioni sono poco evocative, mal presentate (testi solo sufficienti, il doppiaggio è buono ma completamente scollegato con le animazioni dei personaggi) e si vivono presto come un veloce passatempo mirato più che altro a farmare esperienza per far progredire il proprio personaggio.

Non aiuta il comparto grafico francamente poco ispirato a livello artistico; la direzione artistica si è limitata a riproporre i consueti archetipi del genere (decadenza post-industriale, neon a manetta e blandi uffici di mega corporation) senza mai valorizzare i punti forti della serie, cosa che invece riesce molto bene ai titoli di Harebrained Schemes.

L'hub è il centro delle interazione pre e post missione; vi troverete sia NPC di vario tipo sia giocatori con cui interagire tramite la chat interna.

Ad aggravare la situazione ci si mettono anche problemi tecnici non secondari. Al momento, dopo una settimana dal lancio, il gioco soffre di un fastidiosissimo lag, anche nelle partite in singolo. Evidentemente i server risultano sottodimensionati per il quantitativo di giocatori attivi ma il fatto che in caso di problemi non si possa nemmeno fare una partita in singolo senza incorrere nel lag è un problema pressoché disastroso.

I problemi sono quindi tanti e piuttosto importanti, tuttavia Shadowrun Chronicles ha dalla sua un fattore importante che fa sì che questa somma di "cinque" in pagella risulti poi, alla fine in un "sei" globale. Stiamo parlando della modalità multiplayer.

L'esperienza di gioco banale e ripetitiva che è il single player si trasforma magicamente in qualcosa di molto diverso nel momento in cui ci si ritrova a giocare con altri tre umani più o meno conosciuti. La comunicazione diventa fondamentale e anche l'interazione tra abilità e utilizzo di oggetti dei diversi giocatori danno all'esperienza tutto un altro sapore. Vi ritroverete a commentare le vostre gesta con perfetti sconosciuti, magari anche calandovi nel personaggio (nello spirito degli RPG classici) e creando dei legami con gli altri giocatori.

Le dinamiche di gruppo, che in singolo si riducono ad assegnare banalmente il compito giusto a ogni personaggio, cambiano totalmente con l'introduzione del fattore umano che infonde nei vostri compagni tutt'altra profondità e, soprattutto, possibilità di interazione (le infinite possibilità del linguaggio insomma).

Il gruppo nella schermata pre-missione: tutti pronti?

In quest'ottica la semplicità del gioco e le sue meccaniche banalizzate diventano un punto di forza perché semplificano i compiti dei giocatori e spostano il divertimento sul lato dell'interazione con gli altri. Meno 'gioco' e più interazione sociale ma, come sanno bene i giocatori di MMORPG, questa leva può essere un potentissimo strumento per creare gameplay significativo e divertente.

In definitiva Shadowrun Chronicles è un titolo che soffre di un'indiscutibile sciatteria e approssimazione nella realizzazione tecnica, artistica e di gameplay ma che ha nelle sue corde anche un'enorme potenzialità: quella di creare un'esperienza multiplayer tattica a turni coinvolgente e divertente che al momento manca sul mercato.

Se il team di sviluppo riuscirà a risolvere i problemi di lag e a portare qualche innovazione sul lato gameplay (cosa che ha già dichiarato di voler fare), Shadowrun Chronicles potrebbe diventare un titolo interessante per chiunque sia un appassionato di giochi tattici a turni e non disdegni i mondi persistenti e la cooperazione online.

6 / 10
Avatar di Davide Pessach
Davide Pessach: Studia, scrive, videogioca da tanto, tanto tempo. Quando si annoia rimescola le carte e sposta le priorità, ma i tre ingredienti principali rimangono quelli . Obiettivi? Solo due: curiosità e divertimento.

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