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Shadows Awakening - recensione

Diablo e i suoi burattini.

Approcciarsi allo sviluppo di un titolo che debba seguire i passi della serie Diablo non deve essere semplice. C'è chi si è abbandonato all'oblio, copiando spudoratamente ogni singolo centimetro dei giochi originali, chi invece ha provato strade troppo ardite finendo per perdere la strada e il gameplay. I più saggi (pochi) invece hanno preso appunti, aggiungendo novità in grado di distinguere il loro prodotto dalla fonte d'ispirazione.

Tra questi possiamo annoverare il team Games Farm, che a distanza di quattro anni da Shadows: Heretic Kingdoms ha deciso di tornare nei "Regni Eretici", raffinando le meccaniche di gioco originali e avvicinandosi di qualche passo ancora verso l'eccellenza rappresentata dalla saga di Diablo. Siamo ancora ben lontani dal poter dire che Shadows Awakening può sedere orgogliosamente allo stesso tavolo Blizzard, ma è comunque un titolo più che dignitoso che riempirà in parte il lungo periodo che ci separa dall'inevitabile Diablo 4.

Per prima cosa il setting: siamo sempre in ambito fantasy ma gli sviluppatori hanno preferito scenari "alla Prince of Persia", piuttosto che lugubri cimiteri e villaggi abbandonati. Visiterete lussureggianti città mediorientali, deserti sconfinati e catacombe polverose degne di un sequel de La Mummia. Protagonista è ancora una volta il Divoratore, un'entità malefica (ma non troppo) che vive in una dimensione parallela. Per poter portare a termine la sua missione, il mostro deve prendere il controllo di uno degli antichi eroi, riportandolo in vita e controllandolo come una marionetta dall'Aldilà.

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Questo stratagemma narrativo funge da prologo e vi permetterà di scegliere quale protagonista principale controllare nel corso dell'avventura. Le scelte possibili sono tre, tutte piuttosto classiche: guerriero grosso, potente e spavaldo, arciere veloce e furbo o sacerdotessa potente e determinata. Ognuno ha un background raccontato piuttosto dettagliatamente, che vi permetterà di scegliere l'opzione migliore per il vostro stile di combattimento: ravvicinato, distanza o dedito alla magia.

Una volta messo piede negli Heretic Kingdoms impiegherete non più di dieci minuti per prendere confidenza con uno dei fulcri del gameplay di Shadows Awakening, il passaggio tra le due dimensioni. Ciò che esiste in una può non esistere nell'altra e viceversa. Ciò vale tanto per i nemici quanto per ostacoli e oggetti. I che significa che in base a chi impersonerete vi troverete ad affrontare mostri e avversari diversi, come diverse saranno le caratteristiche del Divoratore e del suo corrispettivo umano.

Potete passare da una dimensione all'altra in qualsiasi momento, per risolvere un enigma o per raccogliere un oggetto particolare, per accedere a portali specifici ma anche per prendere un attimo di fiato da una situazione pericolosa. Sì, perché il passaggio al Reame delle Ombre in cui si muove il Divoratore blocca istantaneamente lo spazio/tempo dall'altra parte e lo stesso accade tornando dal protagonista.

Scegliere un personaggio piuttosto che un altro all'inizio porta ad esperienze leggermente diverse. Pane per i denti dei completisti.

La parte divertente è che le diverse "personalità" del Divoratore continueranno a parlare tra loro, facendo spesso commenti sarcastici del tipo "Qui devo fare tutto io" o "Era ora che passaste la palla ad un professionista". Il tono dell'avventura è tutt'altro che serioso, nonostante le musiche epiche, gli scenari evocativi e il discorso delle anime divorate. Anime che in realtà altro non sono che i burattini del Divoratore. Ne incontrerete vari nel corso dell'avventura e potrete aggiungerli al vostro team scegliendoli in base alle loro caratteristiche. Presso speciali portali, raggiungibili solo nella dimensione propria del Divoratore, potrete modificare il party a piacimento con un'unica eccezione, il simpatico demone dovrà sempre fare parte del gruppo.

Le mappe si apriranno sotto i vostri occhi a prescindere dal personaggio e dalla dimensione in cui vi troverete, ma ognuna avrà nemici diversi da affrontare, loot da collezionare e segreti da scoprire. La schermata dell'inventario è in comune per tutti, ogni oggetto possiede una descrizione dettagliata che permette di capire subito a quale membro del gruppo può essere assegnato ed è fortunatamente presente una comoda opzione che consente di confrontare ogni pezzo di equipaggiamento. Insomma, dal punto di vista narrativo ed "ergonomico" nulla da eccepire, Shadows Awakening è fatto decisamente bene.

I problemi arrivano dopo qualche ora, quando il gameplay inizia a scricchiolare sotto il peso di un eccessivo backtraking e di missioni secondarie che puzzano fin troppo presto di stantio. Le famigerate fetch-quest le conoscete bene vero? Il gioco ne è pieno. Spesso sono ben remunerate ma quando vi troverete ad entrare per la quarta volta consecutiva nello stesso dungeon perché chi vi ha affidato la missione aveva dimenticato di dirvi tutto nella conversazione precedente, non potrete provare un moto di stizza.

I personaggi migliori spesso si nascondono dietro le apparenze più misere, tenetene conto quando assegnerete i punti abilità.

I combattimenti ad una rapida occhiata possono sembrare identici a quelli di Diablo ma lo stratagemma dei personaggi multipli e delle due dimensioni aggiunge quel pizzico di strategia che rende il tutto più dinamico e interessante. La selezione del party è fondamentale, così come l'alternanza dei protagonisti e il loro equilibrio. Il livello di difficoltà diventa piuttosto alto fin da subito e spesso, specie durante gli scontri con i boss, avrete la tentazione di usare quasi esclusivamente il vostro personaggio preferito in combo con il Divoratore, relegando gli altri al ruolo di spalle.

Niente di più sbagliato, in primis perché se la vostra star dovesse morire non lo rivedreste più fino al prossimo portale di resurrezione, per non parlare del Demone: morto lui sarà Game Over automatico e sarete costretti a ricominciare dall'ultimo salvataggio. Evitate anche di dare sempre l'equipaggiamento migliore ad un solo burattino tenendo gli scarti per gli altri, questa tattica vi porterà a sonore sconfitte. Con il procedere dell'avventura imparerete a concatenare le abilità dei diversi personaggi, passando velocemente dall'uno all'altro per sfruttare un attacco speciale al quale farne seguire un altro di tipo differente.

Il tutto si dimostra dannatamente divertente e originale rispetto ad altri Diablo-cloni usciti fino a questo momento, peccato che Shadows Awakening non metta a frutto al 100% questi guizzi creativi lasciando per strada qualsiasi velleità multiplayer. Il particolare gameplay in effetti non sarebbe stato facile da "tradurre" in forma giocabile, ma le possibilità di includere una modalità coop (locale o online) c'erano... purtroppo non sono state prese in considerazione dal team di sviluppo.

Ruolo fondamentale nell'equipaggiamento è rivestito dalle Soul Stones, che sbloccano bonus e determinano il consumo di Mana e Salute.

Piccola nota a margine prima del famigerato numeretto: Shadows Awakening è disponibile solo in lingua inglese, il che potrebbe rappresentare un ostacolo per chi volesse comprendere ogni parola dei documenti presenti nel gioco o seguire il filo logico della trama anche grazie alle numerose conversazioni con i PNG. Se, al contrario, avete solo voglia di divertirvi senza badare troppo al sodo, il gioco è perfettamente godibile grazie alla sua linearità di fondo e ad un sistema di indizi visivi che vi guiderà senza problemi verso le mete prefissate.

7 / 10