Shantae and the Seven Sirens - recensione
Una vacanza travagliata.
Per festeggiare i suoi 30 anni di attività WayForward ci 'regala' il quinto capitolo delle avventure della simpatica e impertinente genietta Shantae, che questa volta è impegnata in un viaggio ai tropici che come al solito si trasformerà in qualcosa di molto diverso da una vacanza rilassante.
Invitata a partecipare ad un festival di metà-geni, proprio la sera del debutto Shantae vede sparire nel nulla le sue compagne di palco. Ovviamente non si sa chi o cosa abbia provocato lo strano evento e spetterà proprio a lei trovarle, scoprendo nel frattempo cosa si celi dietro la facciata soleggiata e sorridente di questa misteriosa isola.
Dopo aver debuttato su Game Boy Color quasi 20 anni fa, questo personaggio ha faticato un po' ad affermarsi nell'affollato mondo degli action-platform, ma con il tempo si è guadagnato una discreta schiera di ammiratori che aspettavano da tempo un suo ritorno. Forse proprio per non deludere questo zoccolo duro di fan, gli sviluppatori hanno deciso di giocare sul sicuro, proponendo un capitolo con novità molto limitate e tutto sommato neanche particolarmente rilevanti.
Per i pochi che non si sono mai avvicinati al mondo di Shantae, stiamo parlando di un platform con elementi metroidvania che concede una discreta libertà di movimento ed esplorazione, tenendo quasi sempre alto il ritmo di gioco. La solita mappa ricca di punti di riferimento consente di non perdersi praticamente mai e di ritrovare con un rapido colpo d'occhio le zone già visitate e quelle ancora da perlustrare.
Come da tradizione la protagonista non ha a disposizione tutte le sue abilità e poteri fin dall'inizio, questi vanno sbloccati con il procedere dell'avventura e danno via via accesso a nuove porzioni della mappa.
Proprio a tale scopo entra in gioco l'unico elemento "innovativo" di questo quarto sequel, le carte collezionabili. Ok, in molti Castlevania (et similia) si è già vista roba simile ma qui parliamo di qualcosa di leggermente diverso... anche se alla fine nell'economia generale del gioco la sostanza non cambia più di tanto.
In sostanza molti dei nemici che incontrerete una volta sconfitti lasceranno cadere una carta che li rappresenta: accumulandone un determinato quantitativo potrete acquisirne i poteri che spaziano dal potenziamento delle tecniche di attacco alla possibilità di saltare più in alto, arrampicarsi più velocemente, aumentare il drop-rate e via dicendo. Potrete equipaggiare fino a tre di queste carte-potere ma potrete tranquillamente cambiarne la posizione in base alle esigenze del momento.
Dal canto suo Shantae ha a disposizione una discreta gamma di attacchi e difese. Inizialmente potrete sfruttare solo la sua folta chioma per colpire i nemici ma ben presto attiverete altri poteri che le permetteranno di schermarsi dai colpi o di colpire anche dalla distanza. Questi ultimi sono particolarmente utili per colpire i molteplici bersagli fluttuanti che incontrerete, come sempre i più fastidiosi.
Eliminando i boss che tengono prigioniere le compagne di Shantae sbloccherete poi le Fusioni, potenti poteri legati in buona parte agli elementi naturali. Come da tradizione ogni abilità può essere potenziata negli shop grazie all'oro e alle gemme che recupererete in gran quantità. A tal proposito, tenete presente che ad ogni cambio di schermata corrisponde il respawn di tutti i nemici, boss esclusi. È una feature comune nei Metroidvania, che consente di accumulare risorse e in questo caso di "farmare" abbastanza velocemente le carte collezionabili.
Esteticamente Shantae and the Seven Sirens non si discosta molto dall'ultima tendenza artistica che vede personaggi e scenari disegnati a mano e animati esattamente come un classico cartone animato. WayForward in questo senso si è sicuramente ispirata allo stile DotEmu, che con prodotti come Wonderboy: The Dragon's Trap e il più recente Streets of Rage 4 ha deliziato le pupille di milioni di giocatori.
Il risultato finale è decisamente piacevole e ben si adatta ad un gameplay classico e leggero, ma perfetto come defaticante in questo periodo di uscite seriose e impegnative. Purtroppo abbiamo dovuto testimoniare alcuni cali di fluidità, sporadici ma evidenti, che speriamo vengano eliminati con i futuri aggiornamenti.
Quest'ultima avventura di Shantae si lascia come sempre giocare piacevolmente, grazie anche ad un contrappunto sonoro di assoluta qualità, ma purtroppo ha una longevità estremamente limitata. Si può arrivare tranquillamente alla fine in meno di 6 ore, poche per il prezzo richiesto.