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She Hulk Attorney at Law, la recensione

Il primo episodio della nuova serie TV di Disney+ sotto la lente d'ingrandimento.

Dopo WandaVision, Falcon & The Winter Soldier, Loki, Hawkeye, Moon Knight e Ms.Marvel, è tempo di tornare nell'Universo Cinematografico Marvel con una nuova serie TV dedicata a She-Hulk, ideata dai compianti Stan Lee e John Buscema ormai più di quarant'anni fa ma resa ancora più celebre dal ciclo a fumetti di John Byrne degli anni '90 che ha aggiunto profondità psicologica alla nuova 'minaccia verde' nonché delle dinamiche metareferenziarie che sono state riprese, in seguito, da altri iconici personaggi della Casa delle Idee (e non solo).

Jennifer Walters è una giovane e rampante avvocatessa dalla carriera in rapida ascesa e dal futuro brillante, specializzata nei casi che coinvolgono i supereroi e la scia di devastazione che spesso lasciano dietro di loro durante le loro eroiche imprese. È un concetto molto importante, questo, per l'immaginario partorito da Marvel che spesso, tra le pagine illustrate dei fumetti, si è interrogata su come i poteri straordinari di questi individui avesse un impatto a volte drammatico sulle vite della gente comune.

Tatiana Maslany interpreta l'avvocatessa Jennifer Walters, la She-Hulk creata da Stan Lee e John Buscema.

Il primo episodio di She-Hulk: Attorney at Law si apre proprio con la nostra protagonista, interpretata dalla talentuosa attrice canadese Tatiana Maslany, già conosciuta per la pluri-premiata serie di fantascienza Orphan Black, impegnata a recitare la fase conclusiva della sua arringa che, con ogni probabilità, si tradurrà nella vittoria finale in tribunale in uno spinoso caso giuridico che potrebbe rappresentare una svolta per il suo percorso lavorativo.

Proprio mentre ci apprestiamo a seguirla nel suo trionfale discorso, la telecamera fa un passo indietro e inquadra il volto di Walters che inizia a rivolgersi direttamente al pubblico svelando di essere anche lei 'una Hulk'. Si tratta di un espediente narrativo introdotto proprio dal ciclo di Byrne che è entrato a far parte della caratterizzazione di questo personaggio: la reiterata rottura della quarta parete tramite cui She-Hulk parla con i suoi lettori o, in questo caso, spettatori.

A questo punto, per capire come abbia fatto un'ambiziosa avvocatessa ad acquisire i poteri del 'Gigante di Giada', assistiamo a un lungo flashback che occupa la porzione maggiore dell'intero episodio (dalla durata complessiva di circa 40 minuti, un formato lievemente più ristretto rispetto agli altri prodotti Disney+), in cui iniziamo a esplorare la relazione di Jennifer Walters con un altro dei principali esponenti dell'MCU, il Bruce Banner portato sullo schermo da Mark Ruffalo, l'Hulk degli Avengers.

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Durante una tranquilla escursione in cui il dottore sta spiegando come sia riuscito a tenere a bada i poteri di Hulk e stia recuperando le funzioni motorie degli arti dopo i tragici eventi di Endgame, i due subiscono un attacco che ribalta l'auto su cui stavano viaggiando facendola finire giù per una scarpata.

Dopo essersi ripresa dallo shock, Jennifer si rende conto che, a causa delle ferite riportate nell'incidente, un po' del sangue di Banner si è mischiato con il suo, dando inizio a una rapida mutazione genomica che le ha conferito i terrificanti poteri di Hulk.

Inizia qui il percorso di allenamento voluto da Bruce, preoccupato per il futuro della cugina e intenzionato a insegnarle come convivere con il mostro che, ormai, giace al suo interno. C'è un unico dettaglio che non ha considerato: laddove lui ha impiegato decenni a dominare la spaventosa forza di Hulk, Jennifer riesce a trasformarsi senza perdere il controllo, tagliando parecchio i tempi di recupero per il ritorno ad una vita 'normale' e al suo agognato lavoro da avvocatessa.

La rottura della quarta parete per rivolgersi direttamente al pubblico è una delle caratteristiche di questa interpretazione cinematografica di She-Hulk.

È una trovata indovinata che pone l'accento sullo spiccato dualismo tra Bruce che ha dovuto portare sulle spalle il fardello di Hulk per anni e sua cugina che, al contrario, è riuscita fin da subito a piegare la creatura alla sua volontà. Tutto ciò apre la strada a dinamiche conflittuali tra i due, basate sul contrasto tra la genuina apprensione di Bruce e la ferrea volontà di Jennifer di tornare rapidamente tra i banchi del tribunale per portare a termine la sua causa.

Ci sono anche diversi richiami a tematiche potenzialmente interessanti come la responsabilità derivante da un potere così grande (sì, è quella citazione, ndR), la possibilità di perseguire la giustizia attraverso la legge piuttosto che con lo scontro fisico anche per chi possiede una forza sovrumana e tanti altri spunti di riflessione che meriterebbero una certa attenzione.

Le atmosfere, almeno in questo primo episodio, sono quelle di una serie piuttosto leggera e, a tratti, scanzonata, un legal drama dalle tinte comedy che si lascia seguire senza troppi problemi, forse leggermente sbrigativa nell'illustrazione delle origini del personaggio ma è comunque un pilot abbastanza stimolante da accendere la curiosità sugli sviluppi della trama, specie dopo il finale che introduce uno degli antagonisti classici di She-Hulk.

Il rapporto tra Jennifer Walters e suo cugino Bruce Banner è una delle tematiche fondamentali di questo primo episodio.

Va detto che il clima meno 'serioso' che sta caratterizzando le opere più recenti dei Marvel Studios e presente anche in questa nuova serie TV, potrebbe non incontrare i gusti dell'intera platea, ma è anche vero che il personaggio di She-Hulk è da sempre caratterizzato da situazioni meno impegnative rispetto ad altri esponenti della Casa delle Idee ed era opportuno trasportare questa filosofia anche in questa trasposizione televisiva.

La principale preoccupazione riguardo Attorney at Law, soprattutto all'indomani dei primi trailer che avevano dato il via a lunghi dibattiti tra gli appassionati online, era da ricercarsi nella scarsa qualità della CGI che, in una serie in cui la protagonista avrebbe dovuto passare gran parte del suo tempo trasformata in una creatura di oltre due metri dalla pelle verde, avrebbe potuto rappresentare un difetto insormontabile spezzando qualsiasi sensazione di immersione, un problema assolutamente debilitante per la riuscita finale del prodotto.

Fortunatamente, la versione definitiva di She-Hulk: Attorney at Law include effetti visivi di assoluto pregio che conferiscono alla nuova Gigante Verde e al suo più famoso cugino un look straordinariamente realistico con i corpi che interagiscono in maniera credibile con l'illuminazione globale e, cosa ancora più importante, grazie ad animazioni facciali che rendono giustizia alle performance attoriali degli interpreti. Davvero un ottimo lavoro.

L'Hulk di Mark Ruffalo, dopo gli eventi di Ragnarok, ha assunto le connotazioni da 'comic-relief'.

In conclusione, come dicevamo, il primo incontro con She-Hulk: Attorney at Law ci ha convinti in positivo: sembra una serie fresca, divertente e diversa da quanto visto nell'MCU fino ad ora, perfettamente integrata nel tessuto di un universo narrativo così ampio e virtualmente importante per l'apertura del fronte più 'urbano' del mondo Marvel, soprattutto data la già confermata apparizione del Daredevil di Charlie Cox.

Tatiana Maslany, attrice dal carisma innato e dalle doti recitative già ampiamente decantate, sembra essere entrata in risonanza con il suo personaggio fornendo un'interpretazione piuttosto convincente così come l'Hulk di Mark Ruffalo che, una volta digerita la deriva da 'comic-relief' post-Ragnarok torna ad essere sinceramente adorabile.

Riuscirà a mantenere questi livelli qualitativi per tutti i 9 episodi che andranno a comporre la prima stagione? Torneremo sicuramente a parlarne...

Avatar di Riccardo Cantù
Riccardo Cantù: Nato nel 1993, Riccardo ha coltivato, negli anni, una passione smodata per tutto ciò che è entertainment. Videogiochi, cinema, fumetti, musica e letteratura sono il suo pane quotidiano e ama le lunghe discussioni riguardanti queste tematiche.

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