Sherlock Holmes Chapter One Recensione: In cerca di risposte sul passato
Nuovo Sherlock, soliti delitti.
Uno dei personaggi più celebri dei romanzi gialli prende nuovamente vita grazie all'opera di Frogwares, che ci offre una storia completamente inedita per il carismatico Sherlock Holmes.
Questo personaggio, anche se non si è appassionati dei romanzi di Arthur Conan Doyle, è divenuto negli anni un'icona senza tempo, tanto da entrare nel gergo comune a indicare una persona geniale o per prendere in giro chi pensa di esserlo.
L'eccentrico investigatore è apparso in ogni medium e solo recentemente annoveriamo varie produzioni cinematografiche, senza dimenticare ovviamente le serie TV con protagonisti Benedict Cumberbatch e Martin Freeman. Il fascino esercitato da questo personaggio, nato dalla penna di Doyle sul finire dell'800, ha stregato gli amanti del genere, pronti a seguirne ogni avventura e rivisitazione.
In campo videoludico, però, Sherlock non sempre ha spiccato, con produzioni altalenanti spesso incapaci di mettere in risalto la brillante mente dell'investigatore inglese, imbrigliato in meccaniche troppo limitate.
Dopo tutto questo tempo speso alla ricerca della formula giusta, Frogwares ha deciso di ripartire da zero, proponendo uno Sherlock nuovo, libero di investigare in un contesto open world. Una scelta coraggiosa quanto necessaria per ridare vita ad un brand che necessitava d'innovazione e di tenersi al passo con i tempi, senza rimanere ancorato ad un gameplay con troppi anni sulle spalle.
Come accaduto per il cinema e le serie TV, arriva infatti il momento di imprimere una nuova direzione anche ad un personaggio iconico come Sherlock Holmes, per porlo in un contesto storico completamente diverso dall'originale di Doyle. Nel cinema, ad esempio, abbiamo di recente assistito a un cambio radicale con Enola Holmes, mentre in Elementary, Sherlock esercita il suo genio in una moderna New York. In Sherlock Holmes: Chapter One, invece, troviamo un giovanissimo investigatore nell'immaginaria Cordona, con al suo seguito un Watson molto particolare.
I film e le serie tv sopra citati ci hanno dimostrato che rompere con l'opera prima non porta necessariamente ad una disfatta ma anzi può far nascere qualcosa di interessante e apprezzabile. Siamo quindi rimasti molto incuriositi nel vedere il team di sviluppo cimentarsi in qualcosa di inedito, lanciandosi in un progetto al passo con i tempi e con un'ambizione ben diversa dalle opere precedenti.
In Sherlock Holmes: Chapter One l'unico dogma rimane l'epoca vittoriana in cui è ambientato il gioco, anche se l'età del personaggio è molto più giovane rispetto all'originale, dando così la possibilità agli sceneggiatori di mostrarci un lato più ingenuo e meno arrogante di quanto visto in precedenza. Anche Jon Watson, l'immancabile collega e amico, viene presentato in una forma completamente inedita, che vi lasciamo però scoprire senza rovinarvi la sorpresa.
Questa nuova storia ci porta a scoprire qualcosa in più sul passato di Sherlock, portandoci e cercare i segreti e i misteri che hanno segnato la sua adolescenza. Non poteva esserci background più azzeccato per un personaggio il cui lavoro è svelare le malefatte di estranei ma che non conosce la verità sui drammatici eventi della propria famiglia. Il gioco ci conduce dunque nella città che lo ha visto crescere, evocando potenti ricordi e inaspettate novità che lo porteranno a scoprire qualcosa che lo colpirà nel profondo.
Ma la ricerca della verità sul proprio passato è intervallata da missioni secondarie, il vero lavoro di Sherlock, che lo vedono passare dal ritrovare il proprietario di un oggetto smarrito fino a indagare su furti e omicidi. Le indagini che saremo chiamati a svolgere non sono molte, in linea con la longevità del gioco nel suo complesso, ma questo non ne inficia la qualità.
Sherlock può contare su aiuti come il taccuino, su cui verranno appuntati gli indizi da selezionare per porre le giuste domande a testimoni o a indagati. Un altro strumento è la concentrazione, uno stato in cui entra il nostro protagonista per ricostruire quanto successo nell'indagine in corso.
Sebbene le meccaniche siano tutte interessanti e calzanti per un gioco incentrato sull'investigazione, alla prova dei fatti risultano abbastanza confusionarie e macchinose, con una realizzazione artistica che non sempre ci aiuta nel nostro scopo ma che anzi a volte sembra ostacolarci. La palette cromatica che contraddistingue Sherlock Holmes: Chapter One è ricca di colori che non sempre riescono a porre in risalto gli elementi più importanti a schermo.
Le fasi in cui ci si concentra zoomando su alcuni particolari mostrano inoltre i limiti della fotocamera, che presenta movimenti imprecisi che portano a far perdere facilmente il focus sugli oggetti che dovremmo cercare.
Nonostante questi difetti, i casi non sono complessi da portare a termine, e mostrano poca chiarezza circa le azioni da compiere per poter progredire. Di conseguenza vi consigliamo di controllare sempre che a schermo sia indicata la missione giusta o che sia selezionato l'indizio corretto, altrimenti per una piccola svista dovuta ad un'interfaccia non proprio eccellente potreste trovarvi a perdere tempo inutilmente.
Durante la nostra prova è capitato che il gioco selezionasse casualmente una prova di un'indagine differente da quella che stavamo seguendo, costringendoci così a dover appuntare ogni volta l'oggetto giusto.
Tutto ciò viene in parte compensato dalla libertà di movimento del personaggio, che ci porta a scoprire le ambientazioni immaginarie che fanno da cornice a Sherlock Holmes: Chapter One. Certo, passeggiando per le strade vedrete più volte lo stesso cittadino, notando così il consistente riciclo di asset. Ma tralasciando i limiti tecnici dovuti a un motore grafico datato, la possibilità di esplorare liberamente la mappa è una novità sicuramente apprezzabile, in grado di svecchiare un genere da sempre costretto a muoversi lungo binari prestabiliti.
In questo open world non vi sono però solo casi su cui indagare o fantasmi dal passato che tornano a tormentare il brillante Sherlock. Il gioco pullula di attività che ne prolungano la durata, da intraprendere di tanto in tanto tra un'investigazione e l'altra, e utili spezzare la monotonia.
In Sherlock Holmes: Chapter One il protagonista sarà chiamato ad usare anche le mani oltre che il suo brillante ingegno, ritrovandosi a combattere anche con le armi per poter acciuffare i criminali. Inoltre, in ogni quartiere di Cordona è presente un covo di banditi che dovremo affrontare per consegnare alla giustizia i criminali nascosti all'interno. Entrambe le attività ricompensano il giocatore con una valuta spendibile presso il negozio di vestiti per personalizzare l'aspetto e il look di Sherlock e di Jon.
Proprio quest'ultimo, durante le missioni, sarà solito lanciarci delle sfide, come ad esempio riconoscere il possessore di un oggetto al primo tentativo o aiutarlo a raccogliere informazioni per il suo giornale che tratta la storia di Cordona. Inoltre il nostro amico ed assistente non si farà remore nell'esprimere il proprio disappunto circa i nostri errori o ad elogiarci quando scopriremo la verità.
In conclusione Sherlock Holmes: Chapter One è un titolo con delle buone idee che però alla prova dei fatti non riescono a brillare, evidenziando alcuni problemi tecnici che spesso intaccano la fluidità del gioco, e facendoci bloccare qualche momento di troppo su enigmi basilari, spezzando così i ritmi incalzanti che spesso il gioco cerca di tenere.
Aver creato però un open world di Sherlock Holmes è una mossa coraggiosa che ci fa ben sperare per il futuro della serie, che potrebbe usare questo titolo come un banco di prova per osare di più e migliorarsi.