Intervista a Shigeru Miyamoto
Alla ricerca della felicità.
“Dobbiamo renderli soddisfatti della loro esperienza di gioco. Lo abbiamo fatto per New Super Mario Bros. Wii, lo stiamo facendo per Super Mario Galaxy 2. Anche quando abbiamo lavorato per Super Mario World, abbiamo realizzato la sua mappa di gioco tenendo a mente due tipologie di videogiocatori.”
“In questi ultimi cinque e sei anni, una delle più grandi sfide di Nintendo è stata quella di convincere la gente sull’importanza dei videogiochi. Abbiamo cercato in tutti i modi di avvicinare persone al videogioco e ne stiamo raccogliendo i frutti.”
“La nostra speranza è che in futuro le persone possano avvicinarsi al videogioco con estrema semplicità, consci che si tratta di una tecnologia con cui possono interagire con facilità.”
Il DS, come ci fa notare Miyamoto, ha fatto avvicinare ai giochi un tipo come sua moglie, che era stata sempre molto scettica al riguardo. “Ormai è entrato nella sua vita di tutti i giorni. Il suo gioco preferito è la serie del Professor Layton.”
Certo è strano come la signora Mario non sia stata ancora affascinata dal Wii, ma come Move e Natal dimostrano, ci sono già Sony e Microsoft tra i suoi ammiratori!
“Siamo orgogliosi del fatto che il nostro approccio all’intrattenimento videoludico abbia ispirato i progetti anche di altre compagnie,” ci dice Miyamoto. “D’altro canto Nintendo è una compagnia unica nel suo genere, alla ricerca del trend da lanciare. E continueremo a farlo.”
Questa è una sorta di “responsabilità che abbiamo. La gente non deve aver timore della tecnologia legata al mondo dei videogiochi e noi dovremmo esserne i garanti, facendola conoscere anche ai più scettici.”
“Quindi la mia responsabilità sta anche nell’abbattere queste barriere fittizie tra il videogioco e l’utente potenziale, che potrebbe essere chiunque, anche un nonno o una nonna.”
L’evento del BAFTA ha messo il fiocco al lavoro di Miyamoto. La sala gli ha dedicato un autentico tributo in termini di standing ovation, video storici e premi a corredo, non appena il papà di Mario è arrivato sul palco.
“Sono un po’ emozionato, ma veramente onorato di percepire questo autentico e speciale attaccamento a ciò che sono riuscito a creare”, ci ha poi confessato. “E mi sorprende che alcuni dei miei titoli storici siano apprezzati anche dalla gente più giovane.”
“I videogiochi hanno ormai raggiunto uno spessore simile ai film, e la percezione che ha l’opinione pubblica nei loro confronti sta cambiando.”
Gli chiediamo allora quali consigli darebbe a un aspirante sviluppatore di giochi. “Essere se stessi, cercare di essere diversi dagli altri senza prestare troppa attenzione a cosa succede a livello di mercato. Cercare l’unicità delle cose. Questa è la via per creare qualcosa di speciale.” Miyamoto ci lascia con delle chiare tracce di emozione e imbarazzo dipinte sul suo volto. “Il modo in cui sviluppo un videogioco è ciò che mi fa voler bene dalla gente. Il mio obiettivo è quello di creare emozioni che di riflesso le persone riversano sul sottoscritto. Non esiste un linguaggio specifico e nemmeno barriere. Il mio obiettivo è regalare felicità e spensieratezza alle persone.”