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Ship Simulator Extreme Collection - review

Lupi di mare che affondano.

Ci sono titoli che è uso e costume definire come di nicchia, giochi che in pratica si filano un numero di giocatori compreso nel conteggio delle dita della mano e che spesso l'utente medio difficilmente conosce.

E' proprio all'interno di questa confortevole nicchia che è cresciuta e prosperata Paradox, un publisher specializzato nel portare alla luce titoli che i maggiori finanziatori ignorano ma che incredibilmente (per gli altri) ottengono spesso un successo rilevante.

Partiamo dalla sua genesi: Ship Simulator Extreme Collection, gioco candidato al premio per il titolo più lungo della storia, è, come avrete probabilmente immaginato, una collezione di quanto proposto nel titolo originale più tutti i vari dlc e add on che nel frattempo sono usciti sul mercato. Detto in parole povere, un'operazione di riciclo che diversi comuni d'Italia farebbero bene a seguire.

Tutto questo per introdurvi a quello che sulla carta avrebbe potuto essere l'ennesimo ottimo prodotto della casa svedese, ma che purtroppo affonda poco dopo l'uscita del porto, perso fra problemi tecnici e crisi d'identità.

Navigare con la neve è una delle esperienze più appaganti
La qualità grafica ha una variabilità molto alta fra mare e terra

All'interno di questa "corposa" offerta troviamo così quattro diverse modalità di gioco, ovvero una campagna single player, una serie di missioni con obiettivi specifici, la navigazione libera e una variante multigiocatore di cui parleremo in chiusura.

Quella che sulla carta sembrerebbe essere una buona premessa, è destinata però a infrangersi in maniera dolorosa sugli scogli non appena avviato il gioco e fatta la vostra prima scelta, verosimilmente orientata all'esperienza in solitario.

"Verrete letteralmente catapultati su un'imbarcazione senza nessun tutorial a supporto".

Ponendo per esempio che decidiate di intraprendere proprio la campagna verrete letteralmente catapultati su un'imbarcazione senza nessun tutorial a supporto e con dalla vostra la sola possibilità di provare e riprovare per capire come portare a termine il compito assegnato.

Una volta superato non senza fatica questo primo ostacolo, ecco però pararsi davanti ai vostri occhi una situazione alquanto sconfortante: le missioni di cui sopra sono infatti alquanto semplicistiche e sfruttano ben poco l'ipotetica struttura simulativa che ci si potrebbe aspettare da questo titolo.

Da una parte si è limitati nella possibilità di navigare seguendo il proprio istinto, essendo che gli scenari proposti tendono a legare oltre misura le scelte del giocatore incanalando l'andamento della partita lungo binari ben definiti, con peraltro numerosi momenti morti fra un punto di interesse e l'altro; dall'altro la varietà è in verità più ipotetica che reale, lasciando ben presto spazio alla noia, con momenti di orgoglio dovuti solamente all'elevato (più di quaranta) numero di navi a propria disposizione e distese marine ben più circoscritte di quanto si potrebbe pensare.

Ennesimo punto a sfavore di SSEC (meglio così, cosa ne dite?) è infine il sistema di controllo, artificiosamente complicato agli inizi e eccessivamente innaturale una volta padroneggiato, ben lontano da tutto quello che una qualsiasi rappresentazione nautica digitale dovrebbe proporre per simulare l'esperienza reale.

A sopperire in parte a quel senso di desolazione che, oggettivamente, è da una parte integrante di un'esperienza di questo genere, ma che dall'altro credo sia testimonianza di mancanza di fantasia da parte degli sviluppatori, troviamo tuttavia un sistema meteorologico ben implementato: se pioggia, vento, sole e tempesta danno il loro meglio nelle "missioni" libere, ho osservato sempre con piacere il loro impatto sulla superficie del mare, con una resa complessiva che definirei davvero gradevole.

"A sopperire in parte a quel senso di desolazione troviamo un sistema meteorologico ben implementato".

In generale è comunque proprio la mancanza di cose da fare/vedere a rendere così difficoltoso l'approccio a questo titolo, relegato alla semplice struttura di trial & error e senza nessuna reale velleità di proporre un qualsivoglia grado di sfida se non nelle ipotetiche intenzioni iniziali; se volessi sintetizzare l'esperienza videoludica, credo che la metafora più calzante possa essere quella del mare piatto.

L'esperienza in multigiocatore prevede poi la possibilità di accompagnare le proprie (tristi e) solitarie navigazioni in compagnia di qualche compagno di sventura, così che la piattezza generale in qualche modo venga sopperita dallo scambio di rotta e dalle comunicazioni con l'alter ego reale: niente di eccezionale, ma comunque gradito.

A lato di un comparto ludico deficitario, anche il lato tecnico non mostra le capacità per innalzare la valutazione complessiva; nonostante infatti, come premesso in apertura, questa collection rappresenti una serie di prodotti datati perlopiù 2010, i tempi di attesa richiesti per i caricamenti uniti alla pesantezza del motore grafico lasciano il giocatore più allibito che sorpreso.

"Tolta una realizzazione dell'acqua di buon livello, tutto il resto lascia spesso a desiderare".

Greenpeace fa la parte del leone in numerose missioni
I controlli cambiano in base alla nave che guiderete

Per capirci, può succedere di aspettare quasi tre minuti per veder comparire la propria imbarcazione solcare il mare e, tolta una realizzazione dell'acqua di buon livello, tutto il resto lascia spesso a desiderare, con picchi di desolazione quando si incappa nelle strutture adagiate sul litoraneo.

Anche i modelli delle imbarcazioni, encomiabili per numero e varietà, non danno poi il giusto ritorno all'occhio, risultando spesso poco gradevoli all'amante della riproduzione simulativa, soprattutto per quanto riguarda la struttura degli interni.

Fortunatamente alcuni dei bug che affliggevano il prodotto originale sono stati sistemati, lasciando però una generale sensazione di fragilità che altre simulazioni non hanno, soprattutto nella riproduzione dell'aspetto più importante, la navigazione.

Stesso discorso anche per il sonoro, comparto con poco carisma e con un numero di effetti che rasentano quelli delle produzioni budget, sebbene il prezzo richiesto non sia esattamente a buon mercato.

Passando così ad una valutazione globale del gioco, credo quindi che il più grosso difetto del titolo made in VSTEP sia nella sua incapacità di definire con certezza la propria ragion d'essere, a metà strada fra un titolo prettamente simulativo e un gioco dedicato al videogamer di passaggio.

Ship Simulator Extreme Collection è un titolo che gli amanti viscerali del genere potrebbero così anche apprezzare, ma che obiettivamente pecca nel non fornire concretamente niente di nuovo rispetto a quanto visto in passato, penalizzando oltremodo il tutto con una struttura lenta e ripetitiva.

Se volete solcare i sette mari, tanto vale farlo con i primi titoli della serie, molto più economici e probabilmente più performanti rispetto a questo o, ancora meglio, andate al mare e godetevi un bel giro in barca. Con una barca vera.

5 / 10
Avatar di Roberto Bertoni
Roberto Bertoni: Proveniente dalla ridente Brianza, è cresciuto a pane e Amiga. Ama inoltre in maniera viscerale il retro, ma solo videoludico. Piatto preferito: pollo con la carrucola in mezzo.

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