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Shogun 2: Total War

Si torna alla guerra totale giapponese.

L'inizio della leggenda fu in Giappone: il paese dei samurai, la terra del bushido e della virtù del guerriero, il teatro di grandi battaglie, la prova di maturità per ogni stratega, il ricordo di un'altra vita.

Chi può vantarsi di dire di essere stato presente può testimoniare che l'arrivo del primo Shogun fu uno sconvolgimento epocale: abituati a giocare con le bambole, Creative ci fece diventare di colpo adulti, abili strateghi capaci di soppesare ogni decisione con inaspettata sagacia, tesi con ogni nostra fibra al raggiungimento di un unico risultato, la disfatta del nemico.

Negli anni successivi i panorami, i combattenti e la struttura stessa del gioco sono cambiati in maniera profonda, seguendo e ammaestrando le naturali pulsioni ludiche che il tempo porta in grembo, ma i semi gettati con tanta lungimiranza sono stati capaci di crescere stagione dopo stagione, fino a portarci all'ultimo, attesissimo Shogun II.

Il codice a nostra disposizione ci ha permesso così di fare un primo giro di giostra su quello che promette di essere il nuovo riferimento per il mondo degli strategici e già quanto abbiamo visto con questo primo assaggio ha iniziato ad innalzare in maniera sensibile la salivazione e la voglia di veder passare quanto prima il tempo che ci separa dalla sua uscita.

Ispirato infatti in maniera neanche troppo velata alle massime di Sun Tzu riportate nell'Arte della Guerra, Shogun II ci porterà nel Giappone di metà 1500, all'interno di un'accesa lotta fra clan che per lungo tempo divise la terra nipponica, scenario ideale per dar vita a battaglie epocali.

Nel codice di preview abbiamo avuto l'opportunità di provare una campagna tutorial e di partecipare alla rivisitazione della storica battaglia di Sekigahara e sebbene alcune delle promesse novità siano rimaste ancora celate ai nostri occhi, è già possibile stilare un primo bilancio di quello che ci aspetta, fra molti punti a favore e qualche (piccola) delusione.

Prima di cominciare è tuttavia doveroso premettere che vista la limitatezza della build a nostra disposizione abbiamo dovuto procedere più per impressioni generali che ricevendo un diretto riscontro sul campo, ma nonostante ciò ci sentiamo di affermare che la direzione artistica, così come lo scheletro fondante, sono già chiari.

Innanzitutto quello che si coglie fin dai primi istanti è la rifinitura grafica che l'intero titolo può offrire: al di là dell'anacronistico paragone con il primo Shogun, l'impressione è che si sia voluto caratterizzare ancora di più la cura al dettaglio che da sempre è un marchio di fabbrica della serie.

A partire dall'interfaccia per passare poi alla rappresentazione sia della mappa strategica che dei campi di battaglia, è tutto un inanellarsi di piccole chicche capaci di introdurci delicatamente all'interno del Giappone feudale: le volute di fumo, gli scoppi dell'artiglieria, il corso di un fiume, il volo delle frecce, ogni cosa è esattamente come avremmo voluto che fosse.

Avatar di Roberto Bertoni
Roberto Bertoni: Proveniente dalla ridente Brianza, è cresciuto a pane e Amiga. Ama inoltre in maniera viscerale il retro, ma solo videoludico. Piatto preferito: pollo con la carrucola in mezzo.
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