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Ancora problemi per PSPgo

"Morta prima di nascere" secondo ShopTo. Vendita a rischio anche in Italia?

ShopTo ha solidarizzato coi rivenditori europei che boicotteranno PSPgo, ammettendo che il formato della nuova console portatile è “praticamente morto prima ancora di nascere”. Dall’altra parte della barricata, Michael Pachter, analista di Wedbush Morgan, pensa che l’intera situazione sia “ridicola”.

Pachter ha riferito a Eurogamer quanto segue: “Trovo semplicemente ridicolo che un rivenditore affermi di non voler vendere una console perché non possono venderne i relativi giochi. Il mondo è pieno di negozi di elettronica che vendono frigoriferi ma non cibarie, iPod ma non dischi. Questa loro posizione è semplicemente risibile. Inoltre è stupido per un rivenditore essere così selettivo sulla merce da mettere in vendita, a meno che non siano davvero sicuri che l’apparecchio non venderà per niente bene.”

Secondo Pachter sarebbe assai meglio per loro che acquistassero scorte limitate della console, per poi eventualmente ordinarne di più se le vendite lo giustificheranno. “Rifiutarsi di metterla sugli scaffali significa rischiare che Sony li escluda dalla distribuzione di Gran Turismo e Uncharted. Per loro sarebbe una bella perdita.”

Le polemiche sono cominciate all’annuncio che il rivenditore olandese Nedgame si è opposto alla PSPgo per via del suo prezzo troppo elevato e all’impossibilità di vendere giochi in formato UMD. Secondo il rivenditore, Sony avrebbe istituito un monopolio sulle vendite attraverso il suo PlayStation Network.

Hanno fatto seguito a NedGame la catena MediaMarkt, presente in Italia come MediaWorld, che ha proibito ai suoi negozi italiani e spagnoli (probabilmente anche per altre regioni) di offrire in vendita la console.

ShopTo non seguirà la politica di proibizione, ma si dice d’accordo con le opinioni dei rivenditori ribelli. “Abbiamo presentato in vendita la console sul nostro sito, ma non investiremo un soldo nel marketing”, ha dichiarato a Eurogamer Igor Cipolletta, CEO di ShopTo.

“Sony ha deciso di tagliar fuori editori e rivenditori dal business PSPgo e contrattare direttamente con la clientela, ottenendo così un margine del 70% su ogni titolo acquistato su PSN. Credo che se avessero puntato a un margine più basso, del 50% o del 60%, e avessero dato un’opportunità anche ad altri negozi online, la console avrebbe riscosso l’approvazione dei rivenditori.”

Cipolletta ritiene comunque che il danno sia già stato fatto, e che la console sarà un flop.

“Ho la sensazione che come formato sia morto prima ancora di nascere, perché si affida a una clientela che dovrebbe pagare in proporzione di più per un contenuto digitale che non per un prodotto fisico. Ho l’impressione che questo mercato appassirà presto, date le limitazioni tecniche della piattaforma.”

Ma Pachter ha aggiunto che benché i rivenditori stiano esercitando una parte del loro potere, non potranno continuare su questa strada ancora per molto: “I rivenditori devono affrontare il fatto che nel futuro i giochi saranno sempre più venduti attraverso le piattaforme online come Xbox Live e PlayStation Network, e accettarne le conseguenze. Tracciare confini sulla sabbia è sbagliato e inutile.”

Sony non ha, per il momento, rilasciato alcuna dichiarazione in proposito.