Shovel Knight Dig, la recensione
Il cavaliere dalla pala lucente non sbaglia un colpo.
Quel fetente di Drill Knight ha osato turbare il suo sonno, devastare il suo confortevole bivacco ma, cosa ancora più grave... rubare tutti i suoi tesori! Un'onta che va lavata col sangue, o meglio con il fango visto che il marrano si è dileguato nelle profondità della terra facendo perdere le sue tracce.
Non c'è alternativa, per riuscire a vendicarsi e soprattutto per recuperare il maltolto bisogna ripristinare l'uso originario della scintillante pala che tante battaglie ha combattuto al fianco del suo cavaliere. È giunto il momento di scavare Blue Knight, scavare come non hai mai fatto in vita tua.
Yacht Club Games riporta sotto i riflettori la sua creatura più celebre, che si è guadagnato le luci della ribalta con un unico hardcore-platform composto da più campagne e da un paio di simpatici spin-off. In “soli” otto anni di carriera, che lo hanno visto anche ospite di altri titoli, Shovel Knight ha raggranellato un cospicuo numero di fan grazie ad una giocabilità incredibilmente immediata abbinata ad un livello di difficoltà bastardamente livellato per farci cadere nella trappola del “ancora una e smetto”.
La stessa trappola è stata usata in Shovel Knight Dig, che riprende parte delle meccaniche dei vecchi titoli per miscelarle con elementi derivati (anche) da alcuni titoli del passato come il decano Dig Dug o i più “giovani” Mr. Driller e Spelunky. L'azione non si svolge più con moto orizzontale bensì in verticale... ma verso il basso.
Questa volta dovrete imparare a gestire la preziosa pala del protagonista non solo per picchiare nemici e saltare ma anche per scavarvi la strada verso il fondo seguendo tutte le direzioni possibili. Questa abilità primordiale abbinata al salto permette di raggiungere praticamente ogni angolo dei livelli, che sono ovviamente ricchi di insidie ma anche farciti di grandi tesori, spesso posizionati nelle zone più impervie e meglio sorvegliate.
I livelli sono composti da stanze collegate tra loro, sempre più complesse nella morfologia. Le strade possibili sono molteplici ma a complicare il tutto c'è anche una dannata trivella che segue il nostro eroe pronta ad asfaltarlo nel caso si attardi troppo nella discesa. Ciò significa che sarete costretti a decidere abbastanza celermente dove e come muovervi, cercando di non farvi ingolosire troppo dalla voglia di recuperare tutti i tesori e soprattutto eliminando gli ostacoli nel modo più efficiente possibile.
Più che nei precedenti Shovel Knight, il level design è protagonista almeno quanto l'eroe dall'armatura scintillante. Ogni livello non è più solo un tapis-roulant sul quale dovrete muovervi per arrivare da A a B, ma un micro-mondo che vi avvilupperà chiedendo di essere “aperto” ed esplorato.
Il tutto è condito dalla saporita salsa roguelite, con tutte le sfumature che questa porta, ossia livelli e contenuti generati casualmente, permadeath e tutti gli altri piccoli aggiustamenti “invisibili” che ne fanno un’arma spesso vincente. In un gioco come Shovel Knight Dig questa formula cade come il proverbiale cacio sui maccheroni, stimolando il giocatore a dare il meglio senza però punirlo eccessivamente togliendogli tutto in caso di errore.
Le monete e le gemme recuperate infatti rimarranno nelle vostre tasche anche in caso di morte e saranno fondamentali per far progredire le abilità e l'equipaggiamento del Blue Knight. Gli elementi GDR del gioco, infatti, permettono ancora una volta di “upgradare” la dotazione di serie del protagonista, facendogli tra l'altro acquisire dei gustosi poteri utili per procedere più velocemente, recuperare più tesori con minori rischi, far fuori più nemici contemporaneamente e via dicendo.
Volendo parte del malloppo recuperato può essere anche investito per ripartire dal luogo dell'ultima dipartita, specialmente se questo coincide con un punto particolarmente distante o prossimo ad una battaglia con i boss.
Il sistema di controllo è rimasto più o meno lo stesso ma, visto il cambio di direzione del gameplay, è stato apportato qualche piccolo aggiustamento al quale dovrete fare l'abitudine. Le primissime fasi di gioco vi insegneranno le basi sia delle tecniche a disposizione del Blue Knight che del gameplay che lo vedrà protagonista. Ancora una volta tutto è molto semplice da assimilare ma riuscire a gestire al meglio il tutto richiede un po' di tempo. È una stratificazione sensibilmente maggiore rispetto al passato che potrebbe anche rappresentare uno sguardo verso il futuro della saga.
Se vi siete avvicinati a questo franchise solo di recente, Dig rappresenta un punto di approdo fresco, divertente e col giusto grado di sfida... sebbene non particolarmente longevo. Per portare a termine le fatiche del protagonista sono mediamente sufficienti all'incirca 5 ore, nelle quali però non sono conteggiate le morti e le ripartenze che dipendono molto dalla vostra abilità con giochi di questo tipo.
Dopo quattro anni di sviluppo finalmente Shovel Knight Dig è disponibile su PC (tramite Steam), Apple Arcade e Switch. Chi è abituato alle “vecchie” avventure del cavaliere troverà spunti molto interessanti anche in questa uscita un po' derivativa, che a pensarci bene fornisce finalmente un senso più concreto alla particolare arma che ha reso iconica questa serie.
Diamo merito a Yacht Club Games di aver finora curato con estrema saggezza e perizia il suo franchise, facendolo espandere verso nuovi orizzonti ma mantenendo intatto quello che lo ha reso famoso fin dall'inizio: l'immediatezza e il divertimento.