Shredders Recensione: Sfida aperta ad SSX e Amped
Chi sarà il nuovo Re della Montagna?
Era da poco iniziato il nuovo secolo quando tra un gioco di calcio e uno di football americano, Electronic Arts decise di dedicarsi ad una disciplina meno convenzionale ma che poteva già contare su milioni di appassionati: lo snowboard.
In fondo aveva funzionato per Nintendo qualche anno prima con 1080°, perché non tentare? Nacque la serie SSX, che con il successivo capitolo Tricky raggiunse vette di giocabilità e popolarità impensabili per un titolo sportivo così di nicchia. Il successo diede come al solito vita ad una lunga serie di sequel, che via via andarono però a sbiadire quanto di buono avevano costruito i primi capitoli. Nel frattempo, però, anche Microsoft intuì le potenzialità di questo filone e nel giro di due anni (tra il 2001 e il 2003) diede vita al franchise Amped, da molti considerato la migliore espressione virtuale dello sport di riferimento.
Da allora si sono succeduti moltissimi ritorni più o meno sperimentali, quasi mai coronati da successi degni di nota se si eccettua la discreta serie legata al campione Shawn White. A contrastare i campioni del passato arriva ora Shredders, prodotto che si presenta al grande pubblico con un claim promettente: "Per i rider, dai rider".
In effetti il gioco di Foam Punch sembra fin dall'inizio orientato a quella fetta di pubblico che utilizza lo snowboard anche nella vita reale, i ribelli che prediligono la tavola ai tradizionali sci e che spesso se ne fregano delle regole. Non aspettatevi quindi giri della morte, fuochi d'artificio e trick completamente fuori dalle leggi della fisica. Fin dal tutorial Shredders tenterà di insegnarvi le basi del "vero" snowboard... o almeno quelle che vanno oltre il semplice reggersi in equilibrio sulla tavola durante una normale discesa, quello lo dà fortunatamente per scontato.
Nonostante il paragone con SSX venga quasi automatico, Shredders ha un approccio maggiormente orientato alla simulazione anche se perdona più di qualche errore per venire incontro ai giocatori meno esperti. Non si raggiungono mai velocità irreali e l'attrito della neve è sempre pronto a darvi una mano o a farvi perdere l'equilibrio in base a come userete i due stick analogici, preposti alla gestione del corpo e della tavola, quindi della direzione e della frenata.
Una volta padroneggiate queste due tecniche di base potrete iniziare a darvi da fare con le evoluzioni ma senza fretta e soprattutto senza esagerazioni. Non rimarrete MAI in aria più di qualche secondo, quindi non avrete tempi infinitamente dilatati per compiere flip, grab e via dicendo, e dovrete anche gestire l'atterraggio con i giusti tempi per non perdere il flow.
Fortunatamente l'introduzione alle varie tecniche avviene in maniera piacevolmente progressiva e dà al giocatore la sensazione reale di progredire diventando via via più bravo. Come spesso accade, però, questo tipo di giochi concede sempre ampissimo margine di miglioramento e anche Shredders rientra nella categoria "easy to learn, hard to master".
Il suo approccio tutto sommato rilassante è adatto ad un pubblico ampio, anche se la mancanza di indicazioni sugli obiettivi in alcune prove potrebbe disorientare il giocatore casuale. Va segnalato anche qualche inspiegabile picco di difficoltà che arriva all'improvviso, senza alcun preavviso, e che spesso costringe a numerosi "retry", specie a chi ama completare le prove portandone a termine tutti gli obiettivi. Potrete decidere di seguire la storia o in alternativa affrontare le varie prove nell'ordine che preferite, sempre che abbiate già sbloccato le vette su cui sono ambientate.
Le "missioni" sono tenute insieme da un filo pseudo-narrativo che inizia come una vacanza tra amici (dei quali ovviamente voi sarete il meno esperto ma più talentuoso) sulle vette innevate e prosegue con prove di difficoltà crescente e l'introduzione progressiva di alcuni nuovi personaggi. È qualcosa di quasi inedito in un titolo del genere e pur non essendo uno degli aspetti più approfonditi del gioco fa piacere avere qualcosa in più del semplice "buttati in pista e dai spettacolo".
Le gare in realtà sono delle esperienze fuori pista sempre più spericolate, da condividere virtualmente in rete per acchiappare follower e aumentare la popolarità, ambientate su vette sempre più alte e complicate che vengono sbloccate progressivamente. Questi ricevono una valutazione dipendente dal completamento degli obiettivi secondari che spaziano dal portare a termine un certo numero di trick al distruggere un X numero di ostacoli e così via.
L'esperienza snowboardistica è sì solitaria ma chi ha avuto l'opportunità di provare questo sport nella vita reale può testimoniare quanto sia più divertente condividere le piste insieme ad altri appassionati. Il multiplayer di Shredders accoglie giocatori di tutto il mondo quasi senza limiti in un mondo online persistente che speriamo si popoli presto di migliaia di appassionati. Per ora l'unica cosa che si può fare è andarsene in giro insieme ad altri boarders ad eseguire qualche trick.
Non c'è traccia di competizioni o sfide condivise che ci auguriamo arrivino con i già promessi aggiornamenti post-lancio. A migliorare ulteriormente la fruizione dell'esperienza contribuirebbe non poco un miglioramento dell'interfaccia (molto 80s ma anche molto, troppo essenziale) e dei menù di gioco ripensati, ora davvero troppo grezzi e confusionari. La localizzazione in italiano è per ora a dir poco rimaneggiata e non è raro imbattersi in frasi tradotte solo a metà.
Il gioco di FoamPunch ha delle potenzialità, sia sotto il profilo tecnico che ludico. Gli scenari sono visivamente suggestivi ma il gameplay offre ancora poche opzioni, nonostante le sette montagne a disposizione posseggano forti elementi distintivi che rendono le discese sempre piuttosto differenti.
Urge anche un certo lavoro di tuning per eliminare gli evidenti cali di frame rate che si avvertono in presenza di piste un po' più complesse. Tutti difetti facilmente correggibili con aggiornamenti che potrebbero elevare il valore di Shredders ben oltre i suoi attuali, evidenti limiti.