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Shrouded in Sanity - recensione

Castlevania Souls?

Seguire l'onda e proporre un'opera più o meno ispirata alle produzioni più in voga del momento è una prassi in qualsiasi settore e il mondo dei videogiochi non è di certo un'eccezione. Ormai pare chiaro, sembra quasi la soluzione per ogni problema, metti un riferimento a Dark Souls, sviluppi il tuo gioco basandoti e ispirandoti più o meno spudoratamente al genere lanciato dai ragazzi di From Software ed è fatta: successo (o quanto meno visibilità) assicurato. Gli esempi più o meno evidenti e riusciti non mancano di certo.

Al di là di Lords of the Fallen anche il mondo indie ha deciso di avvicinarsi a questa formula di gioco e di sfruttare il trend prima che si raggiunga la definitiva saturazione del mercato. È così che ci siamo imbattuti in Salt and Sanctuary, che all'orizzonte si prospettano prodotti piuttosto interessanti come Eitr e Death's Gambit e che quasi dal nulla spunta lo semisconosciuto Shrouded in Sanity, opera dello sviluppatore solitario Steve Gal e protagonista di questo nostro viaggio odierno nel mondo dei soulslike.

Per trovare posto in un genere che si fa sempre più affollato è fondamentale dimostrare di avere un'identità e una personalità ben chiare e Shrouded in Sanity fa del suo meglio per convincere il pubblico ispirandosi a produzioni come Resident Evil, Eternal Darkness e lo stesso Dark Souls. Nomi altisonanti con cui è difficile reggere il confronto e ai quali non possiamo non aggiungere una serie come quella di Castlevania per le chiare affinità delle atmosfere e del setting proposti. Com'è risaputo, però, tirare in ballo dei mostri sacri di questa caratura rischia di trasformarsi in un'arma a doppio taglio molto pericolosa.

L'enigmatico Waltham sarà uno dei pochi punti di riferimento della Tenuta Berelai. Qui potremo salvare la partita e prenderci una pausa dalle mostruosità che vogliono farci la pelle.

C'è una nebbia incredibilmente fitta che copre e soffoca qualsiasi cosa, un'aria malsana, un'atmosfera spettrale e due persone che ci fissano. Uno ha una vanga in mano e sembra aver da poco dissotterrato un corpo, il nostro corpo. L'altro dice di chiamarsi Waltham e ci propone un contratto che non possiamo rifiutare. Appena risvegliati (e resuscitati?), senza ricordare chi siamo né esattamente il luogo in cui ci troviamo dovremo cercare di liberare la vasta Tenuta Berelai dall'opprimente nebbia che la circonda e che sembra aver completamente corrotto l'intera zona e i suoi abitanti.

Parte così un viaggio all'interno di un mondo intricato, pieno di creature mostruose pronte a farci la pelle e di npc sull'orlo della follia, ormai lontani dal poter essere definiti dei normali esseri umani, menti perse all'interno di una nebbia molto più pericolosa di quella che riusciamo a vedere con i nostri occhi. Quello di Shrouded in Sanity è un setting molto ispirato, ricco di indizi, di storie e sottotrame nascoste che ci vengono lentamente svelate dai pochi personaggi amichevoli che incontreremo e dalla semplice osservazione delle stanze, dei corridoi e dei giardini ormai decadenti e inghiottiti dall'oscurità.

La narrazione rimane altrettanto oscura, in secondo piano ma allo stesso tempo assillante pulce nell'orecchio che ci attira verso la prossima stanza alla scoperta del nuovo orrore che cercherà di dilaniarci la carne o dell'ennesimo segno della follia umana. Anche dopo aver finito il gioco, molto probabilmente non avrete scoperto tutti i tasselli mancanti ma il New Game+ e la presenza di quattro diversi finali vi spingeranno a restare ancora un po' in compagnia di Waltham e soci. Proprio di fronte a questa cripticità paiono evidenti i rimandi a uno stile narrativo tanto caro ai Souls, uno stile che ritorna anche nel gameplay.

Qualcosa di corrotto e malvagio ha colpito questa terra. La fitta coltre di nebbia venefica nasconde un male ancora peggiore?

Un gameplay quello ideato da Steve Gal che è decisamente più cristallino e decifrabile grazie a meccaniche riconoscibili e semplici da apprendere ma difficili da padroneggiare e sfruttare efficacemente con tutti i nemici. Il nostro protagonista può, utilizzando una spada, effettuare un attacco leggero e veloce, uno pesante e particolarmente lento, sparare sfruttando una pistola con proiettili limitati, schivare con una rotolata, effettuare uno scatto, parare gli attacchi e con il giusto tempismo stordire gli avversari e lasciarli indifesi per un breve lasso di tempo. Interessante anche la presenza di una torcia che, oltre a illuminare le zone più buie, evidenzia i momenti in cui le mostruosità che ci attaccheranno saranno vulnerabili.

A condizionare la nostra capacità di utilizzare queste classiche abilità del genere ci pensa la tipica barra della stamina che diminuirà in seguito a tutte le nostre azioni (la normale camminata non consuma stamina) e che in alcuni casi andrà addirittura a raggiungere valori negativi lasciandoci completamente in balia dei nemici, senza alcuna possibilità di reagire. Nel caso in cui dovessimo perdere troppa salute potremo sfruttare delle iniezioni che in questo caso assumono a tutti gli effetti il ruolo delle pozioni.

Uccidendo gli orrori della tenuta potremo ottenere dei proiettili per la nostra pistola, dell'olio per alimentare la torcia, un certo quantitativo di "anime"(utilizzabili per acquistare delle particolari pietre e per una misteriosa benedizione i cui effetti rimangono assolutamente sconosciuti) e una tipologia di pietre che può essere scambiata con precisi npc per ottenere dei miglioramenti di varia natura a vita, stamina, iniezioni, quantità di munizioni e danno della spada. Le componenti vagamente ruolistiche della produzione si fermano qui dato che non sono presenti statistiche di alcun tipo né loot di armi e corazze.

I nemici sono piuttosto vari e ben assortiti. Alcuni sono addirittura in grado di capovolgere completamente il vostro mondo.

Il nostro equipaggiamento rimane, infatti, sempre lo stesso per tutte le 6-7 ore di gioco necessarie per terminare la nostra avventura dato che il focus vero e proprio di Shrouded in Sanity è riposto completamente nell'esplorazione della tenuta, nella sopravvivenza e nella distruzione della fonte della misteriosa nebbia sfruttando semplicemente le nostre abilità. Questo è un titolo indubbiamente difficile, che rischia di frustrarvi sin dalle prime fasi di gioco, soprattutto se non approccerete il combattimento nel modo giusto. Naturalmente non tutti i nemici saranno affrontabili nello stesso modo ma in generale per proseguire senza problemi eccessivi dovrete imparare ad utilizzare al meglio il contrattacco, vero e proprio salvagente nelle situazioni più disperate e unico modo in cui, in alcuni scontri, potrete aprirvi un varco per un'offensiva efficace anche contro i letali e pericolosissimi boss.

A livello grafico Shrouded in Sanity segue la strada della pixel art e lo fa creando un universo malato, corrotto e oscuro di pregevole fattura. Le camere della tenuta, le zone segrete e più nascoste, il design dei nemici e di tutti gli npc non ostili trasudano una cura per i dettagli e una ricerca artistica notevole. Nella norma gli effetti sonori e atmosferiche quanto basta le musiche, mai invasive e davvero godibili in certe boss-battle.

Shrouded in Sanity è un'opera derivativa, questo è innegabile, ma è un titolo che nonostante i chiari rimandi a diversi capisaldi del mondo videoludico riesce ad avere un'anima, ad affascinare con il proprio gameplay semplice e crudo, a incutere un sano timore di fronte a un nuovo temibile mostro, a farci cadere nello sconforto dopo l'ennesima morte e a spingerci a rialzarci vittoriosi una volta scoperto l'atteggiamento giusto per avere la meglio dell'ennesimo, apparentemente insormontabile, boss. Quella di Steve Gal è una produzione che ci trasporta in un mondo misterioso e cupo, un gioco che merita la vostra considerazione e che offre molto più dei soli €7 necessari per prenotare una stanza alla Tenuta Berelai e farsi avvolgere da una nebbia imperscrutabile e mortale.

8 / 10
Avatar di Alessandro Baravalle
Alessandro Baravalle: Si avvicina al mondo dei videogiochi grazie ad un porcospino blu incredibilmente veloce e a un certo "Signor Bison". Crede che il Sega Saturn sia la miglior console mai creata e che un giorno il mondo gli darà ragione.

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