Sid Meier's Civilization Beyond Earth: Rising Tide - recensione
Diplomazia e città acquatiche bastano differenziarlo da Civ V?
Il peccato più grande di Sid Meier's Civilization Beyond Earth: Rising Tides è di non essere sufficientemente carismatico e originale per distaccarsi dal suo prequel Civilization V. D'altre parte in molti non agli hanno perdonato anche il non essere riuscito a riproporre la magia e le caratteristiche che hanno reso Alpha Centauri un capolavoro senza tempo.
Nonostante questa ricezione un po' tiepida, Firaxis ama il suo pupillo e ha continuato a lavorare sodo per migliorarlo. Il frutto di questi sforzi è Rising Tide, la prima espansione ufficiale del gioco. Come da tradizione questo update non va ad affiancare il gioco di base ma lo integra e lo arricchisce. In questo modo, una volta scaricata da Steam, dovrete iniziare una nuova partita per poter provare la nuova esperienza.
Così facendo notare alcuni dei cambiamenti più sottili sarà piuttosto complicato, mentre altri, come la possibilità di costruire città sull'acqua, saranno decisamente più evidenti. Cominciamo proprio con questa caratteristica, dato che è quella che dà il nome a tutto il pacchetto. In poche parole i vostri coloni spaziali potranno fondare un nuovo avamposto non solo sulla superficie del pianeta, ma anche sulle sue acque.
Questo non fa altro che raddoppiare il territorio a disposizione del giocatore, dato che, a parte qualche interessante nuovo edificio e risorsa da utilizzare, le città marine saranno... delle città sull'acqua e dunque avranno lo stesso compito e le stesse funzioni di quelle terrestri. Le uniche differenze sostanziali sono l'impossibilità di far partire convogli commerciali via terra e il fatto che la cultura non espanderà i loro confini. Per aumentare le caselle utilizzabili, dunque, dovrete o muovere la città, "costruendo" uno spostamento, o acquistare le caselle circostanti col vil denaro.
Più avanti nel gioco le città acquatiche assumeranno una maggiore importanza, dato che potrebbero diventare delle vere e proprie fortezze mobili in grado di attaccare le altre unità o di conquistare nuove risorse inizialmente inarrivabili, ma forse è troppo poco per una novità così reclamizzata. Un beneficio indiretto alla loro introduzione è l'importanza molto maggiore che i mezzi acquatici avranno nell'economia del gioco, dato che ora saranno fondamentali per difendere i propri confini e conquistare nuovi territori.
La maggiore novità di Rising Tide è a nostro avviso l'introduzione di una nuova risorsa, il Capitale Diplomatico, che anticipa uno stravolgimento piuttosto radicale nella gestione dei rapporti con le altre nazioni. Questo cambiamento, al momento, è la croce e la delizia dell'espansione dato che a nostro avviso migliora esponenzialmente uno degli aspetti che non ha mai funzionato particolarmente bene nelle serie di Firaxis, ma è anche afflitto da alcuni bug e limitazioni che ne minano l'esperienza.
Andiamo con ordine. Durante ogni turno riceverete un certo ammontare di Capitale Diplomatico in base ai vostri edifici o alle caselle occupate, esattamente come succede con il denaro, la salute e la cultura. Allo stesso modo, questa nuova risorsa potrà essere utilizzata in vari modi, dall'acquisto di nuovi edifici nelle vostre città o come materiale di scambio con le altre civiltà.
Ottenere da un alleato dei bonus sulla salute o sulla scienza vi costerà un determinato quantitativo di Capitale Diplomatico per ogni turno. Ma questo funziona anche nel senso opposto, ovvero gli altri leader potrebbero pagarvi per ottenere dei bonus produttivi. Questo vi costringerà a cercare un certo equilibrio tra gli accordi presi coi diversi leader per non veder terminare il flusso di risorse. Tutto ciò pone finalmente la diplomazia al centro dell'esperienza e non sarà più un aspetto accessorio del gameplay.
Il tipo di accordi che sarà possibile stringere con gli altri leader dipenderà da due parametri, uno che indica il rispetto che gli altri leader nutrono nei vostri confronti in base al vostro atteggiamento e alle vostre politiche e l'altro basato sulla forza militare.
Ogni vostra azione influenzerà questi parametri e in qualsiasi momento potrete capire cosa gli altri leader pensino di voi. Fin qui l'abbiamo trovata una novità piuttosto golosa, dato che rende chiari e palesi diversi meccanismi che gestiscono il comportamento delle diverse fazioni, un aspetto in precedenza piuttosto machiavellico. Ora sarà tutto, o quasi, alla luce del sole e potrete provare a gestire al meglio anche questo aspetto del gioco.
Il vero problema è che oltre alle opzioni di dialogo predefinite che vi proporrà il gioco, non avrete modo di modificare le proposte fatte. Dovrete decidere o sì o no, guerra o pace; al momento non ci sono toni di grigio in Rising Tides. Questo, a volte, porta a situazioni ridicole nelle quali sarete costretti a ricevere una città nemica come pegno per la loro resa, anche quando averla non vi porterà altro che svantaggi sia economici, dato che la vostra economia dovrà provare a renderla sostenibile, sia politici, dato che tale occupazione deteriorerà ulteriormente le relazioni con gli altri popoli.
Il procedimento è simile a quello fatto per gestire lo spionaggio in Civ V, rendendo tutto più semplice e schematizzato, ma tale semplificazione non funziona sempre bene per quanto riguarda la diplomazia. Lasciare la scelta nelle mani dei giocatori è sempre la cosa migliore da fare, anche perché renderebbe meno palese la rigidità da parte dell'IA del computer.Infine potrete spendere il Capitale Diplomatico per acquistare nuovi tratti della vostra personalità, che non sono altro che bonus passivi da applicare all'economia della vostra nazione.
In definitiva, dunque, al netto dei problemi che speriamo vengano risolti coi prossimi aggiornamenti, il nuovo impianto Diplomatico è una novità interessante che potrebbe diventare presto uno standard per tutti i giochi di questo genere.
La nuova diplomazia rende più chiare le azioni degli altri leader ma non li fa diventare improvvisamente più carismatici. Il problema della piattezza di ogni civiltà, soprattutto se confrontate con quelle proposte da Civ V nel quale impersonavamo personaggi del calibro di Giulio Cesare, Gandhi o Alessandro Magno, rimane immutato se non addirittura peggiorato dalla meccanica dei tratti, dato che potrete stravolgere in corsa ogni tipo di background culturale di una fazione.
Buona è invece l'idea di creare ibridi tra le diverse affinità. In Beyond Earth, infatti, le unità potevano essere affiliate ad una sola affinità, col risultato di appiattire su solo tre sentieri tutte le truppe presenti sulla mappa. Ora, grazie agli ibridi, non solo potrete avere delle unità con nuove e utilissime capacità, ma garantirete una maggiore varietà ad ogni partita, dato che raddoppierete le combinazioni possibili per ogni truppa. A questo occorre affiancare anche una maggiore varietà per quanto riguarda le forme di vita aliene, più numerose, varie e caratteristiche che in passato.
Piacevole è anche l'idea dei manufatti. In altre parole i vostri esploratori potrebbero trovare nei loro viaggi, oltre a cultura o energia supplementare, anche degli oggetti della vecchia Terra. Questi possono essere utilizzati singolarmente o combinati con altri per ottenere dei bonus davvero speciali per la vostra civiltà. Grazie a questi oggetti Firaxis ha posto maggiore accento sulle fase esplorative, dato che questi artefatti sono in grado di donare dei bei bonus alla vostra civiltà, soprattutto nelle prime fasi del gioco, quelle con storicamente meno cosa da fare.
Tra le novità contiamo anche due nuove tipologie di terreno, uno ghiacciato e uno infuocato, nuovi edifici, nuove tecnologie e meraviglie.
Essendo un'espansione non aspettatevi stravolgimenti dal punto di vista grafico, se non un bel design delle nuove unita e dei pianeti, che rendono tutto il gioco molto piacevole da vedere, nonostante la semplicità tecnica della produzione. Strepitose, come al solito, le musiche.
Nel complesso Rising Tide è un'espansione ben congegnata, che va ad inserirsi all'interno di Sid Meier's Civilization Beyond Earth in maniera intelligente, andando a cambiare gli aspetti giusti per differenziare in modo più evidente questo gioco da Civilization V. Al momento attuale, però, il sistema diplomatico, vero fiore all'occhiello di questa espansione, ha bisogno ancora di qualche aggiustamento prima di funzionare perfettamente in ogni situazione. Dovrete convivere con scelte diplomatiche confezionate a tavolino e qualche altro piccolo bug, ma nel complesso la novità funziona bene e potrebbe divenire un vero e proprio standard negli anni a venire.
Rising Tide migliora in maniera sostanziale l'intera esperienza di gioco di Sid Meier's Civilization Beyond Earth e la nuova espansione risulta imprescindibile per poter apprezzare pienamente gli sforzi dello sviluppatore americano di migliorare la sua creatura. Manca ancora un piccolo breve passo e poi anche Beyond Earth potrà passare dall'essere il fratello povero di Civ all'essere un grande strategico 4X.