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Sierra torna in vita con King's Quest - anteprima

Negli studi di The Odd Gentlemen abbiamo visto il primo capitolo della nuova avventura.

Si respira un'aria a metà tra il nuovo e il tributo quando si entra negli uffici dei The Odd Gentlemen, un piccolo studio nella lussuosa downtown losangelina nato da una tesi di laurea e ora impegnato nel ridare vita ad una storica serie Sierra.

Matt Korba, il Creative Director al lavoro sulla rinascita di King's Quest, è il motore di tutta l'operazione e non manca di trasmetterci l'emozione di un vero appassionato alle prese con il sogno di una vita. Ci racconta di quando lavoravano su The Misadventures of P.B. Winterbottom e Activision, per quanto interessata, non fosse ancora pronta a lanciarsi nel mondo del digitale. Le cose sono cambiate, e con la rinascita di Sierra ecco che un certo tipo di avventure torna alla ribalta.

A fine luglio potremo tornare a rivivere le gesta di Graham su PlayStation 3, PlayStation 4, Xbox 360, Xbox One e PC, e la domenica prima di tuffarci nel turbinio delle conferenze, e poi dell'E3, abbiamo potuto vedere da vicino il primo capitolo di King's Quest: "A Knight To Remember".

I personaggi sono caratterizzati ottimamente, grazie anche al doppiaggio di qualità assoluta.

Matt si siede con noi sul divano e comincia la presentazione parlandoci di come l'Unreal 3, un motore in effetti datato, sia stato praticamente una scelta obbligata vista la necessità di portare il gioco su current e old-gen. Niente panico però: se da un lato è vero che il polycount non è al top, e le texture mostrano i limiti dell'engine sul fronte della definizione, dall'altro l'attenzione si sposta rapidamente sulla direzione artistica.

Lo stile scelto è quasi un acquerello, anzi, è proprio un acquerello visto che i fondali sono stati dipinti a mano e poi digitalizzati. L'impatto è positivo e si apprezza soprattutto sul mondo di gioco, mentre i personaggi non sempre sono all'altezza soprattutto a causa di animazioni molto semplici.

Dove invece la produzione The Odd Gentlemen convince fin da subito è sul fronte della cura nel doppiaggio, in inglese, che presenta personaggi ben caratterizzati a partire da un Graham ormai invecchiato e alle prese con la nipotina assetata d'avventura, per arrivare ai vari comprimari che incontriamo durante la demo, tutti ben fatti.

Il cast è composto da nomi che sono una garanzia: Christopher Lloyd, Maggie Elizabeth Jones, Zelda Williams e altri ancora, ma è probabile che non ci sarà un doppiaggio in italiano e dovremo accontentarci dei soli sottotitoli. Meglio così che Pino Insegno o Asia Argento, del resto.

Il gameplay è quello che ci aspettiamo di trovare in un'avventura legata a doppio filo con il passato di Sierra, basato sulla risoluzione di puzzle che sembrano suggerire la presenza di varie soluzioni possibili, e che (almeno all'inizio) sono piuttosto semplici.

Come da tradizione si raccolgono oggetti vari da utilizzare per risolvere le situazioni più disparate, o si superano le difficoltà con la forza dei dialoghi a risposta multipla che spingono a scegliere tra tre percorsi principali: coraggio, compassione e saggezza.

La scelta non è sempre ovvia, e l'intenzione degli sviluppatori è di stuzzicare il giocatore invitandolo a giocare più di una volta lo stesso capitolo, magari rendendosi conto al secondo giro del peso delle decisioni prese e di quanto possa cambiare il percorso ad ogni dialogo.

La promessa è di offrire lo stesso livello di cura lungo ogni ramo esplorabile, una promessa che però potremo valutare soltanto con una prova approfondita del gioco assieme all'effettiva struttura aperta del mondo, che dovrebbe offrire l'opportunità di utilizzare oggetti anche in posti molto lontani da quello d'origine grazie a puzzle con più soluzioni.

L'impatto grafico è buono, ma le animazioni dei personaggi per ora non convincono.

Ci sono però alcuni momenti in cui il gioco vuole obbligarci a prendere una certa direzione per proseguire con la narrazione, ed è allora che si torna ad apprezzare il tono dei dialoghi che danno una giustificazione simpatica e credibile. Il vecchio Graham continua a correggere la nipotina: "No, siamo andati dall'altra parte ti dico", fino a prendere il controllo del personaggio e chiudere i percorsi che ormai non servono più a niente. Ci sarà comunque del backtracking? Sulla carta sì, ma è difficile giudicare solo da una sbirciata nel primo capitolo.

Usciamo dall'appuntamento coi The Odd Gentlemen con la sensazione di avere visto un gioco creato da persone sinceramente appassionate, forti di un lavoro di un anno e mezzo e finalmente al lavoro con "il gioco dei proprio sogni", come ci dice Matt. Ancora rimane qualche incognita, come per esempio prezzo e longevità del pacchetto, ma non posiamo che trasmettervi il piacere di avere parlato con qualcuno che ama profondamente il proprio lavoro, e lo dimostra con scelte indovinate.

Matt non ha la presunzione di guidare la carica di un ipotetico ritorno delle avventure grafiche, del resto ci sono già vari attori in campo, ma non nega di sperare in un futuro nel quale Sierra sia di nuovo tra i principali esponenti del genere, e King's Quest ha le carte in regola per essere un ottimo inizio in questa direzione.

Avatar di Alessandro Arndt Mucchi
Alessandro Arndt Mucchi: Giocatore cronico, lettighiere notturno, cuoco discreto, giurisprudente perplesso, musicista part-time, giornalista dal 2006. Da sempre esperto di versetti.
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King's Quest (2015)

PS4, Xbox One, PS3, Xbox 360, PC

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