Sifu Recensione: Bruce Lee, Ryo Hazuki e La Sposa in un colpo solo
Per imparare il kung fu non basta una vita.
I ragazzi di Sloclap sono grandi appassionati di arti marziali, questo si capiva già dai tempi del loro precedente titolo: Absolver. Nel frattempo però il team ha studiato, ha guardato una marea di film di genere e probabilmente giocato alcune vecchie glorie del passato. Già nella prima ora di Sifu troverete chiari riferimenti a celebri pellicole di genere: le rampe di scale che conducono a nemici di crescente difficoltà ricordano il tragicamente celebre Game of Death (L'Ultimo Combattimento di Chen) durante il quale Bruce Lee perse la vita in circostanze misteriose. Proprio l'iconica tutina gialla con bande nere indossata da Lee nel film è stata poi ripresa da Quentin Tarantino in Kill Bill, altro film citato a più riprese in Sifu.
A dire il vero la stessa storia che fa da sfondo al gioco è un classico dei classici. Un allievo dotato di capacità fuori dal comune torna dal suo maestro dopo aver preso la via del male e lo uccide nel tentativo di prenderne il posto. Fa lo stesso con il figlio (o meglio, lo fa fare ad uno scagnozzo) ma non sa che sarà proprio lui, miracolosamente scampato alla morte, a giurare vendetta per gli anni a seguire. Quel figlio sarà anche il protagonista... o LA protagonista del gioco, visto che all'inizio potrete scegliere il sesso del vostro alter ego.
Con il passare degli anni la sua sete di vendetta si farà sempre più forte, raccoglierà indizi e informazioni sull'assassino e i suoi generali, che come da tradizione avranno le proprie basi in zone diverse della città, da raggiungere progressivamente lasciandosi dietro una lunga scia di sangue e ossa rotte. Impossibile in questi primi momenti non pensare alla Sposa interpretata da Uma Thurman. La sua lista diventerà la vostra lista e non dovrete avere pace finché non l'avrete completata.
La scelta di sesso del/della protagonista non è l'unica opzione di personalizzazione che vi verrà concessa nel corso del gioco. A dispetto di un move set iniziale identico per entrambi avrete infatti la possibilità di scegliere lo sblocco e successivo sviluppo delle mosse più avanzate, utilizzando i PE accumulati che dipenderanno vari fattori, incluso il numero di avversari sconfitti, la varietà di tecniche utilizzate e anche la quantità di energia o di vite perse.
Queste ultime sono un fulcro fondamentale del gameplay di Sifu. Ogni volta che la vostra energia scenderà a zero il counter delle morti salirà di uno e l'accumulo di queste ultime andrà ad incrementare i vostri anni se deciderete di tornare in vita. Un amuleto composto da 5 monete scandirà il "tempo" che avrete a disposizione, aggiungendo anni alla vostra età iniziale queste si consumeranno e ogni volta che supererete i multipli di 10 ne vedrete una spezzarsi. Ciò significa che raggiunta la soglia dei 70 anni vi rimarrà un unico tentativo per andare avanti.
C'è tuttavia un modo per rallentare tale incremento. Portando a termine specifiche azioni, tipo uccidere un X numero di nemici senza subire danni o eliminando un mid-boss, potrete togliere un'unità al counter delle morti e di conseguenza spendere meno anni in caso di morte. Man mano che invecchierete noterete i segni dell'età sul volto e i capelli del/della protagonista, che a fronte di un incremento dei danni inflitti agli avversari vedrà decrescere la sua velocità.
Già questo basterebbe per rendere arduo qualsiasi picchiaduro a scorrimento, ma Sifu va oltre aggiungendo alcune meccaniche roguelite che complicano non poco il tutto. Quando le cinque monete dell'amuleto appena citato saranno esaurite dovrete infatti ricominciare il gioco da capo. Ripartirete dall'età iniziale, 21 anni, mantenendo le informazioni e gli oggetti raccolti fino a quel momento, oltre che le vie alternative sbloccate nei livelli che renderanno più veloci e agili le run successive. Perderete invece qualsiasi potenziamento e abilità, fatta eccezione per quelle permanenti che potete consolidare investendo un sufficiente numero di PE. Ma la cosa più importante la porterete sempre con voi: l'esperienza.
Come in Sekiro, ad ogni "resurrezione" guadagnerete consapevolezza e la vostra memoria muscolare renderà sempre più immediate le tecniche usate in precedenza. Sulla carta, portando a termine la partita perfetta è possibile arrivare alla fine del gioco in pochissime ore, ma dimenticatevi di riuscirci prima di aver almeno una decina di ore di calci nei denti, un numero incalcolabile di morti e imprecazioni senza limiti. Difficile? Assolutamente sì. Punitivo? Certo, ma anche dannatamente stimolante. Avete presente Returnal? Togliete di mezzo le meccaniche shooter e la creazione randomica dei livelli, sostituitele con il kung-fu e le scorciatoie e avrete un'idea di ciò che vi aspetta. Un'irresistibile tortura che vi porterà sull'orlo della disperazione, dandovi però sempre un motivo per provare ancora una volta.
Per riuscire a bere fino all'ultima goccia il calice della vendetta dovrete armarvi di molta pazienza ed allenarvi, allenarvi, allenarvi. Ogni ferita subita, ogni colpo andato a segno ed ogni sconfitta vi avvicineranno alla vittoria finale e anche se in alcuni momenti sentirete di non riuscire ad andare avanti, credeteci... non è così.
Il primo passo consiste ovviamente nell'assimilare al meglio le tecniche che il combat system offre. Andare avanti pestando senza criterio su calci e pugni sperando di cavarvela con qualche parata di tanto in tanto è pura follia. Per dirla alla Bruce Lee, dovrete essere come l'acqua e adattarvi alle diverse situazioni. Attaccare a testa bassa è la cosa meno consigliabile ma anche stare troppo sulla difensiva perché già verso la metà del primo stage dovrete affrontare molteplici nemici contemporaneamente, che non esiteranno ad accerchiarvi e a cercare un buco nella vostra difesa.
Possiamo darvi qualche consiglio preliminare, come quello di utilizzare a vostro vantaggio l'ambiente mettendo quando è possibile un ostacolo tra voi e i bersagli o di imparare ad usare con il giusto tempismo spazzata e parata. Quest'ultima in particolare è in grado di aprire le difese della maggior parte dei nemici, boss inclusi, dandovi qualche secondo di tempo per infilare una combo o una tecnica speciale. Le armi improvvisate che troverete in giro sono un buon modo per infliggere più danni in meno tempo ma occhio perché si rompono velocemente e in caso le perdiate potranno essere raccolte dai nemici. In qualsiasi momento potrete tornare al vostro dojo per allenarvi contro un avversario virtuale del quale potrete scegliere l'atteggiamento, passivo o aggressivo. La lista delle mosse disponibili in quel momento sarà a vostra disposizione, ripetetele fino allo sfinimento e vedrete che differenza una volta tornati in battaglia.
A prescindere dalla tecnica usata, molto importante risulta anche impattare sulla Struttura dei nemici e fare in modo che la vostra non venga intaccata più di tanto. Questa rappresenta infatti l'equilibrio e una volta rotto per i troppi colpi subiti vi lascerà (o LI lascerà) inermi per qualche secondo potenzialmente fatale. Per evitare che questo accada è consigliabile evitare gli attacchi per far scendere la barra della Struttura e riprendere successivamente lo scontro.
Man mano che le vostre tecniche centreranno i bersagli, una barra posta sulla parte bassa dello schermo si riempirà fino a darvi accesso alle tecniche Focus, che si attivano tenendo premuto il tasto L2, direzionando lo stick verso una specifica parte del corpo del nemico e premendo infine R2. Non è la meccanica più immediata e comoda di sempre quindi vi sconsigliamo di usarla con troppi nemici intorno o con un avversario particolarmente vicino. Se deciderete di sfruttare queste mosse, che possono dare un vantaggio non indifferente, cercate di mantenere la giusta distanza, specie contro i nemici più coriacei.
A proposito di boss, quelli che troverete alla fine di ogni stage sono DANNATAMENTE duri da battere e avranno sempre più di una "forma". Anche il primo, che nella maggior parte degli altri giochi serve per sgranchirsi i pollici, è un avversario assai temibile che metterà alla prova anche i giocatori più abili. Molte delle loro tecniche sono chiaramente ispirate a personaggi visti sul grande schermo (vi sfidiamo a riconoscerli tutti), aspettatevi quindi scontri altamente scenografici e non date mai nulla per scontato... anche quando sembreranno sull'orlo del tracollo potrebbero giocarvi brutti scherzi.
Presto scoprirete con sommo dolore che togliere di mezzo uno o due "generali" di seguito non significa aver fatto un deciso passo verso la vittoria finale. Mettiamo il caso che siate arrivati alla fine del secondo stage e che dopo aver sputato sangue siate riusciti a sconfiggere il boss, accumulando però un età di circa 60 anni. Da quella ripartirete per il livello successivo, che ovviamente sarà molto più impegnativo. Con tutta probabilità esaurirete le monete prima di arrivare al terzo boss, ciò significa dover ripercorrere gli stage già sbloccati e sì... sconfiggere nuovamente TUTTI i nemici. Certo, volendo potrete anche saltare direttamente all'ultimo livello sbloccato e ripetere solo quello, ma così facendo non potrete accumulare i potenziamenti non permanenti che avrete perso dopo l'ultimo Game Over.
Stiamo parlando di una struttura che ricorda vagamente quella di Returnal, perfida ma anche dannatamente stimolante perché ad ogni morte fornisce al giocatore un lampo di speranza per la run successiva e lo porta (lentamente) più vicino alla conoscenza suprema. Credeteci se vi diciamo che salterete letteralmente sulla sedia nel momento in cui riuscirete ad arrivare per la prima volta all'ultimo stage con un'età ancora giovanile e quindi con buone possibilità di compiere la vendetta finale.
In questo senso Sifu sembra un gioco fatto apposta per lo streaming e gli speedrunner: altamente spettacolare, altrettanto punitivo ma capace di catalizzare l'attenzione come pochi altri. Se fosse uscito negli anni 80 sarebbe stato il titolo arcade attorno al quale si radunava la folla più nutrita... ma a pensarci bene un gioco simile all'epoca esisteva: l'immortale Kung-Fu Master del leggendario game designer Takashi Nishiyama.
Proprio come il gameplay, lo stile grafico di Sifu è un evoluzione di quello visto in Absolver. Linee essenziali, quasi spigolose, e una palette di colori che alterna toni seppia e b/n a vampate di colore... insomma, quello che ti aspetteresti in un film, pardon gioco di arti marziali. A noi è piaciuto, anche perché in alcuni dettagli ci ha ricordato vecchi giochi dell'era PlayStation 2, da The Mark of Kri in poi. Non ci hanno invece convinto alcune animazioni un po' troppo legnose, che spiccano in un comparto coreografico invece estremamente spettacolare, e occasionali incertezze nella risposta ai comandi, che in un gioco come questo deve essere sempre e comunque fulminea.
L'inquadratura da dietro le spalle del/della protagonista va un po' digerita. Pur essendo gestibile a 360° difficilmente vi ritroverete a cambiare inquadratura manualmente durante uno scontro, non ne avrete materialmente il tempo. Questo è il motivo per cui almeno inizialmente la soluzione scelta dagli sviluppatori potrebbe sembrarvi un po' troppo rigida, soprattutto abbinata ad sistema di combattimento relativo alle direzioni impartite allo stick analogico. Con il tempo però ci farete l'abitudine e tutto filerà via molto più liscio.
A non filare praticamente mai liscio sarà sicuramente il ritmo del vostro respiro perché a parte qualche sporadica fase di attraversamento dei livelli, Sifu vi concederà davvero pochissime pause. Il livello di difficoltà MOLTO alto potrebbe rappresentare un ostacolo insormontabile per quei giocatori che non amano ripetere le stesse azioni all'infinito e non hanno la pazienza di assimilare il combat system ma soprattutto i pattern di attacco dei nemici.
Sifu per certi versi può essere considerato una perfetta metafora della vita, che pur con tutti i suoi spigoli e le piccole/grandi difficoltà che ti mette di fronte, merita SEMPRE di essere vissuta. Proprio come la vita il gioco Sloclap prima ti prende a bastonate e poi forse ti spiega la lezione, facendoti accumulare esperienza. Non saranno in molti quelli capaci di portarlo a termine e coloro che ci riusciranno meriteranno imperitura gloria e verranno ricordati negli annali.