Sine Mora - Review
Suda51 decolla su PS3 e PS Vita.
Checché se ne dica, gli ultimi due mesi di PS Vita sono stati particolarmente intensi. Le vendite dell'handheld di casa Sony non avranno siglato nuovi record, ma sul fronte software è impossibile non notare i primi evidenti segni di miglioramento. Assassin's Creed III Liberation, Need For Speed: Most Wanted e PlayStation All-Stars Battle Royale, giusto per citare gli esponenti più recenti di questo trend, hanno arricchito le fila del tanto criticato parco titoli di Vita, ancora seconda allo strapotere portatile di Nintendo ma, finalmente, ragionevolmente matura e variegata nella propria offerta ludica.
All'interno di questa serie positiva è impossibile non citare Sine Mora, precedente esclusiva Microsoft targata Grasshopper Manufacture approdata da pochi giorni nell'universo PlayStation. Disponibile nei formati Vita e PS3, il piccolo capolavoro di Suda 51 e soci è pronto ad irretire l'utenza Sony con un gameplay immediato e profondo, dal sapore squisitamente anni '90 ma perfettamente a proprio agio con le regole e le esigenze dell'attuale generazione videoludica.
Qualora non aveste provato la precedente incarnazione XBLA, vi basti sapere che Sine Mora è l'ultimo degli esponenti del cosiddetto "bullet hell" shot'em up. Si tratta di un genere tanto amato quanto di nicchia, che esaspera al massimo livello il concetto di shooting a scorrimento (orizzontale, in questo caso) per la gioia dei giocatori più hardcore.
Azione frenetica e sfide al limite dell'impossibile sono gli ingredienti segreti di questa ben nota ricetta, che trova in Galaga, Gradius o Twin Cobra i propri membri più celebri e, per certi versi, amati e odiati allo stesso tempo. Sì, perché raggiungere incolumi i titoli di coda, a meno di non spendere un monte ore interminabile, rappresenta una sfida ai limiti dell'impossibile.
Ok, la lezione di storia finisce qui. Ma grafica a parte, i primi minuti di Sine Mora regalano un deja-vu quasi commovente, l'impressione di essere di fronte ad un titolo da sala giochi di quasi 20 anni fa, così zeppo di nemici armati sino ai denti da costringere il giocatore ad incredibili danze volanti per schivare l'instancabile (e apparentemente infinito) fuoco nemico.
Niente di più scontato trattandosi di un bullet hell, potreste obiettare. E avreste ragione, ma questo è solo l'inizio. Quello che stupisce maggiormente, infatti, è l'introduzione di alcune caratteristiche quasi inedite all'interno della citata nicchia, capaci di sdoganare uno shooter che strizza l'occhio al passato rendendolo perfettamente al passo coi tempi.
"I primi minuti di Sine Mora regalano un deja-vu quasi commovente, l'impressione di essere di fronte ad un titolo da sala giochi di quasi 20 anni fa"
Mi perdonino le vecchie leve dello shmup, ma uno degli aspetti storicamente meno interessanti (o riusciti) di gran parte degli appartenenti a questo filone è da sempre la sceneggiatura. Che si tratti di Galaga o R-Type, potremmo riassumere gran parte delle trame con "qualcuno o qualcosa minaccia il nostro pianeta: saliamo dunque a bordo e facciamo esplodere ogni cosa". Sine Mora, dal canto proprio, cerca un maggiore spessore narrativo, offrendo una storia incentrata su temi complessi quali la guerra e il genocidio, la vendetta e il pentimento.
Spazio dunque agli Enkie, un popolo alieno così all'avanguardia da aver scoperto il segreto per rallentare e invertire il flusso temporale, ridotto in schiavitù da un regime militare totalitarista intenzionato a sfruttare in campo bellico tali mirabolanti conoscenze. Dopo generazioni di sfruttamento e persecuzione, due piccoli gruppi di ribelli decidono di insorgere contro l'imperatore Nessa, il dispotico sovrano di Layil, per mettere fine a secoli di tirannia. Alcuni dei piloti votati alla causa avranno conti personali da regolare (la perdita di un figlio tradito dal regime, ad esempio), altri saranno trasformati in combattenti loro malgrado, costretti dalle circostanze o dalla necessità.
Nei sette scenari in cui si articola lo Story Mode di Sine Mora si assiste a frammenti di vite differenti, vendette, ricatti o tradimenti personali narrati "a pezzetti" con un tocco quasi tarantiniano. Non stiamo certo parlando di una narrazione rivoluzionaria con colpi di scena alla Hitchcock, specie se consideriamo che in molti frangenti la voglia di distruggere le flotte avversarie spingerà a "velocizzare" le relative cut scene con la pressione del dorsale sinistro. Tuttavia essa si dimostra solida e funzionale, spalleggiata da un doppiaggio in ungherese che, a meno di origini magiare, conferisce al tutto un retrogusto al limite dell'esotico. E se a questo aggiungiamo la colonna sonora di un certo Akira Yamaoka beh, il risultato parla da solo.
"Sine Mora cerca un maggiore spessore narrativo, offrendo una storia incentrata su temi complessi quali la guerra e il genocidio, la vendetta e il pentimento"
Dove Sine Mora brilla, tuttavia, è in quel gameplay che abbandona parte degli stilemi tradizionali dello shooter per concentrarsi quasi esclusivamente sul concetto di tempo. Il giocatore non avrà un numero di vite prestabilito per terminare un livello, né tanto meno una barra di energia destinata ad affievolirsi sotto il piombo avversario. L'unica discriminante tra il successo e il fallimento è il tempo a disposizione per terminare lo scenario corrente, una quantità che aumenta progressivamente mietendo distruzione tra le fila nemiche ma, allo stesso tempo, cala in proporzione ai danni subiti.
Ogni partita richiederà così di trovare il giusto equilibrio tra "sicurezza" e tempo a disposizione, laddove procedere con un ritmo più pacato ci risparmierà sì da fastidiose contingenze, ma consumerà inesorabilmente preziosi secondi. Non bastasse, subire danni farà perdere i potenziamenti offensivi raccolti (indicati da sfere rosse, che fluttueranno per alcuni secondi dopo il colpo subito, per poi scomparire definitivamente) nonché azzerare il moltiplicatore di punteggio.
Vale la pena ricordare che maggiore è quest'ultimo, maggiore sarà la quantità di proiettili presente su schermo. Paradossalmente, ne consegue che migliore sarà la condotta di gioco intrapresa, maggiore sarà la difficoltà proposta da Sine Mora. La presenza di una barra "bullet time" nell'angolo superiore destro dello schermo, che permetterà di rallentare sino al suo esaurimento lo scorrere del tempo, ci aiuterà non poco nell'eludere l'offensiva nemica.
"Ogni partita richiederà di trovare il giusto equilibrio tra sicurezza e tempo a disposizione"
Man mano che si fa piazza pulita, le carcasse abbattute rilasciano sporadicamente disparati upgrade che spaziano dal citato potenziamento delle armi primarie a specifiche dotazioni secondarie estremamente potenti, il cui utilizzo consuma piccole scorte di tempo. Velivoli e armamenti, chiaramente, cambiano in relazione al livello e al pilota impegnato nella lotta alla tirannia.
A fianco del già menzionato Story Mode, Sine Mora offre tre ulteriori modalità. In Arcade si deve affrontare l'intero set di livelli affidandosi esclusivamente a tre soli continue, cercando di siglare il maggior punteggio possibile senza badare molto alle sottigliezze narrative. Considerando la sensibile impennata del coefficiente di difficoltà (nettamente maggiore rispetto alla modalità Storia), l'Arcade rappresenta la scelta obbligata per ogni hardcore gamer che si rispetti.
Score Attack, invece, incarna la dilagante filosofia del "mordi e fuggi", obbligando il giocatore a completare il livello prescelto nel minor tempo possibile. I risultati migliori, chiaramente, vengono esposti nei gradini più alti delle classifiche mondiali. A chiudere il terzetto ci pensa il comodo tutorial per le boss-fight, altro fiore all'occhiello del titolo di Suda 51 non solo per la varietà nella realizzazioni degli enormi nemici corazzati, quanto per l'elevato livello di sfida che esse offrono.
Parlando di tecnologia, il motore di Sine Mora si dimostra estremamente valido tanto nella versione PS3 quanto in quella Vita. Il comparto visivo è eccellente, con scorci vari ed ispirati che ricordano in più di qualche occasione capolavori quali Nausicaa di Miyazaki e una modellizzazione di prim'ordine, che culmina negli enormi boss meccanici. Del resto, il nome di Mahiro Maheda dovrebbe dirvi ben più di qualcosa.
"Il motore di Sine Mora si dimostra estremamente valido tanto nella versione PS3 quanto in quella Vita"
Siamo dunque di fronte ad un porting eccellente, che merita una promozione completa anche alla luce di una fluidità generale invidiabile (soprattutto nella versione PS3, dove il gioco scorre privo della minima incertezza) e di un frame rate stabile anche nelle situazioni più concitate. Vita tira un po' il fiato qualora si accelerino le cut scenes (evidenziando alcuni scatti e rallentamenti assenti nella sorella maggiore), ma il risultato complessivo è ottimo anche nei pochi pollici del proprio schermo. La modalità video letterbox appare sicuramente migliore (e più sensata) in un più generoso televisore, anche se il risultato finale non sfigura nell'incarnazione portatile.
Che siate giocatori "pigri" da salotto o aficionados del cosiddetto "play anywhere" di Sony, Sine Mora rappresenta un titolo estremamente interessante e più che meritevole di un posticino all'interno della vostra collezione. Al ragionevole costo di 10€ poserete le mani non solo su uno dei migliori shot'em up a scorrimento dell'attuale generazione, ma su un titolo rigiocabile, rifinito come pochi altri ed evocativo nella propria direzione artistica. Qualche livello in più non avrebbe certo dato fastidio, ridimensionando positivamente una longevità non proprio eccelsa, ma se lo shmup è il vostro pane quotidiano fareste bene a fare una capatina in quel del PSN.