Sniper Ghost Warrior 3 - recensione
La direzione è giusta ma è presto per parlare di missione compiuta.
Lo sviluppo di Sniper Ghost Warrior 3 ha seguito una lunga gestazione da parte di CI Games, che lo presentò ormai tre anni fa come il grande salto di qualità della serie verso una produzione definita da tripla A. Dopo i primi due capitoli, sviluppati con poco budget e solamente discreti una volta usciti sul mercato, la volontà era quella di creare una nuova esperienza di alto profilo per il genere degli sparatutto dedicati ai cecchini, investendo e osando molto di più per importare meccaniche di gioco più attuali, ambientandolo in una mappa open world e lasciando piena libertà d'azione al giocatore. Un'innovazione ma anche un grosso rischio per lo sviluppatore polacco, che però non si è fatto spaventare e ha proseguito nel lavoro con le migliori intenzioni.
La formula è così variata di anno in anno, fino a giungere alla versione definitiva che recensiamo oggi. Comparare Sniper Ghost Warrior 3 con i predecessori o con gli altri (pochi) esponenti di questo particolare sottogenere avrebbe poco senso. Rispetto ai primi è cambiato davvero tutto, e la scelta di meccaniche di gioco più simulative e ampie lo differenzia nettamente dai concorrenti. Come da nome, nel titolo è possibile affrontare la guerra di Jon North scegliendo in piena libertà tra i tre stili di combattimento chiamati appunto Sniper, Ghost e Warrior.
Come è facile immaginare, con Sniper è identificato l'approccio più cauto e studiato dalla distanza, valutando con pazienza i parametri che possono influenzare la missione e l'intera area dove si svolge, per poi procedere a liberarla sparando da centinaia di metri. Il Ghost invece è il soldato che sfrutta piedi furtivi e gadget di ogni tipo per infiltrarsi nella zona calda senza destare il minimo sospetto, lasciando una scia di morte e nessuna traccia dopo aver portato a casa il successo. Infine abbiamo il Warrior, la scelta di chi non si fa problemi a guardare negli occhi il nemico e a farlo fuori riempiendolo di piombo, dopo averlo equipaggiato fino ai denti.
CI Games ha sempre sottolineato come abbia fatto di tutto per non influenzare la scelta e lasciare tutto nelle mani del giocatore, e gli mette a disposizione gli strumenti necessari. Il primo è proprio la mappa di gioco, la grande novità di Sniper Ghost Warrior 3. Ci si muove in un open world liberamente esplorabile, sia a piedi che a bordo di automobili, con cui raggiungere la zona dove si svolgerà la prossima missione. Ma ci si può anche perdere volontariamente per andare a curiosare nei tanti punti di interesse sparsi in giro. Ci distraggono dal tragitto prefissato, ma potrebbero farci scoprire dettagli interessanti sul mondo che ci circonda e ricompensarci con risorse preziose o rari collezionabili. Alcuni di questi sono semplici oggetti preziosi come statuine e gioielli, mentre è presente una serie di fucili da cecchino storici realmente esistiti da collezionare per scoprirne la storia.
Può capitare di imbattersi in un avamposto nemico da ripulire, un cecchino nemico che tiene sotto controllo un'area o semplicemente un incidente stradale dalle cause misteriose. È presente anche una lista di ricercati speciali, da far fuori per ottenere le taglie sulle loro teste. Il paragone è sicuramente azzardato, ma se pensate ad altri open world come The Witcher 3, potete farvi un'idea di come la mappa ospiti i diversi luoghi dove accadono eventi secondari e opzionali.
Di certo non siamo di fronte alle stesse dimensioni o alla stessa cura del dettaglio del titolo di CD Projekt, ma i giocatori più curiosi avranno molto materiale con cui dilettarsi oltre a seguire la storyline principale, ed è sicuramente una variante gradita che abbatte la linearità di uno sparatutto. Molte interazioni diventano minigiochi, come il disinnescare una mina piazzata a terra rilasciando il tasto al momento giusto, o l'interrogare i nemici per ottenere informazioni preziose. Sparare a distanza insomma, non è l'unica cosa divertente.
Un altro strumento che il gioco vi dà per personalizzare il vostro stile è tutto l'arsenale a disposizione. È ampio e vario, comprende fucili da cecchino come arma primaria, archi o fucili a corto e medio raggio come secondaria, pistole come arma da fianco e un coltello per il combattimento corpo a corpo. Sono tutte armi del mondo reale, con proprietà differenti a seconda del modello. A corredo troviamo anche tutta una serie di gadget di varia natura tra cui diversi tipi di granate, mine antiuomo e dispositivi che mettono fuori uso l'elettronica nemica.
Inizialmente si ha accesso a poche bocche da fuoco e per sbloccare le successive si può sia portare a termine le missioni principali e acquistarle, sia recuperarle direttamente da nemici sul campo. Tutto il nostro equipaggiamento si troverà nella Safe House, un luogo nascosto che fa da base per il protagonista, da cui ripartire prima di ogni missione. Qui, Jon ha accesso ad un letto per ripristinare l'energia, al computer per selezionare il prossimo obiettivo, alla cassa delle armi e infine al tavolo di lavoro, dove cimentarsi nel crafting di proiettili e gadget.
Recuperando materiali in giro per la mappa si possono infatti spendere per creare nuovi tipi di proiettili, da quelli che perforano armature e veicoli fino a quelli che rilevano la posizione dei nemici, oppure si potrà creare qualche utile gadget evitando di spendere crediti e usarli invece per acquistare nuovi fucili e modifiche. Ogni fucile infatti può essere infatti migliorato con l'aggiunta di silenziatori, cartucce più capienti e mirini più precisi, ma hanno un costo elevato e conviene quindi raccogliere quanti più materiali e crediti possibili per essere sempre pronti alla battaglia.
Il gadget più utile è sicuramente il fidato drone da ricognizione. Utilizzabile in ogni momento, può essere controllato in volo per guardare comodamente dall'alto la zona della missione e studiare la strategia migliore per affrontarla. Inquadrando i nemici si applica automaticamente una tag che li rende più facilmente individuabili nei movimenti. L'unica limitazione è la distanza dal protagonista e la durata della batteria. Anche il drone può essere però potenziato nella Safe House, ad esempio con una batteria più capiente o il visore notturno o termico.
L'ultimo strumento su cui potete contare per sbaragliare i nemici è il protagonista stesso, Jon North. Oltre ad essere un cecchino provetto, è dotato di un atletismo degno di uno scalatore: può arrampicarsi su tetti o ripide montagne e raggiungere posizioni di vantaggio rispetto ai nemici . Non solo, con la semplice pressione del grilletto sinistro si entra nella "Scout Mode", una speciale visione per evidenziare gli elementi di interesse che state guardando e di indagare quando si trova un indizio di una quest. Anche qui torna utile l'esempio di The Witcher, dove allo stesso modo si utilizza questo tipo di visuale per scovare dettagli e seguire le tracce di un nemico. Un'altra meccanica utile per variare l'azione.
CI Games ha cercato di equilibrare quanto più possibile i tre approcci e secondo il nostro parere ci è riuscita. Ovviamente giocare come Sniper è una componente fondamentale del genere, liberandosi dei nemici a distanza di sicurezza, ma si ottengono vantaggi anche dagli altri due modi di affrontare l'azione. Con scelte da Ghost si portano a casa informazioni utili se riuscite a prendere di soppiatto i nemici ed interrogarli, mentre da Warrior impiegherete sicuramente meno tempo a completare una missione. Così, al termine di ognuna, vengono assegnati punti esperienza a seconda dello stile adottato, spendibili poi per accrescere le abilità di Jon in uno skill tree in stile gioco di ruolo. Nulla vi vieta di mixare l'azione tra gli stili, adattandovi all'emergenza del momento.
Quando lo abbiamo provato le prime volte alle fiere di settore, Sniper Ghost Warrior 3 si poneva come uno sparatutto dal ritmo lento, marcatamente simulativo e molto difficile, dove prima di premere il grilletto bisognava effettuare uno studio certosino di tutta l'area di gioco. Un gioco adatto ai fan più appassionati all'arte del cecchinaggio, che adorano calcolare e calibrare alla perfezione la strategia migliore per mandare a segno il colpo, ma di sicuro non al giocatore casuale.
CI Games se n'è accorta e nel tempo ha modificato l'approccio alle missioni, ammorbidendo decisamente l'impatto per i neofiti: essere scoperti dai nemici non è più così tragico, e si riesce a fuggire agilmente e a "recuperare" la missione poco dopo. La gestione della mira è diventata molto più arcade e permissiva rispetto alle prime versioni mostrate. I fucili paiono più leggeri durante gli spostamenti, la gittata è meno influenzata dal vento e gli altri agenti atmosferici, e sono stati inclusi degli aiuti nella mira (disattivabili) che compensano i fattori esterni. Dopo aver imparato i controlli conviene farne a meno e magari aumentare la difficoltà generale, per non incappare nella noia di colpi troppo facili e veloci già dopo un paio d'ore di gioco.
Il risultato del bilanciamento operato ci è sembrato adatto nel trovare la nicchia giusta e inserirsi su un livello più simulativo rispetto al diretto concorrente Sniper Elite, e molto più accessibile rispetto ad un "mostro" di complessità come Arma 3. Può divertire sia il giocatore casuale che non vuole scervellarsi troppo, sia l'appassionato di armi che sarà contento di provare tutto l'arsenale a disposizione.
Ci potessimo fermare qui, la recensione si chiuderebbe con un ottimo voto e il consiglio di acquistarlo ad occhi chiusi, ma non è così. La grande cura riposta nelle meccaniche di gioco e gli strumenti non si riflette purtroppo su altri aspetti fondamentali, che pesano sul giudizio finale. Il primo è il lato narrativo: Sniper Ghost Warrior 3 racconta la storia di Jon North, cecchino incastrato nella guerra in Georgia, con il doppio obiettivo di vincere lo scontro e ritrovare suo fratello Robert, preso in ostaggio dal nemico.
In questa disavventura, sarà aiutato da alcuni personaggi secondari, tra cui anche la sua ex fiamma, Lydia. Gli eventi che si succedono missione dopo missione non riescono a fare presa sul giocatore per via di una banalità di fondo e della piattezza dei dialoghi tra Jon e i coprotagonisti. Qualche frase fatta buttata qui e lì non dà certo carattere agli scambi di battute. Ha il sapore di un classico film d'azione americano e sa tutto di già visto e di anonimo.
L'aspetto grafico, altro punto debole, non aiuta di certo in questo senso. Nonostante sia stato svolto un ottimo lavoro nel creare ambientazioni suggestive grazie all'ottimo motore di illuminazione del Cryengine, i modelli dei personaggi e delle strutture sembrano usciti fuori dalla scorsa generazione: il numero dei poligoni è molto limitato e la qualità delle animazioni lascia a desiderare. Alcune delle cutscene che vorrebbero mostrare del pathos non ci riescono proprio per le fattezze e le movenze dei protagonisti, quasi ridicoli.
Deludono soprattutto i modelli dei soldati delle fazioni nemiche, che a volto scoperto sembrano quasi tutti uguali. Un altro problema che li affligge è la scarsa dinamicità dell'intelligenza artificiale. Le routine che i nemici seguono si riconoscono dopo qualche minuto; alcuni non si muovono affatto e nel caso in cui scoprano la vostra posizione, spesso vi corrono semplicemente incontro per cercare di farvi fuori. Anche qui, alzare la difficoltà è il metodo migliore per ritrovare un po' di sfida.
La limitatezza tecnica coinvolge anche la mappa di gioco. La novità dell'open world funziona e si adatta bene al genere, ma oltre al movimento le libertà sono ben poche. L'interazione con l'ambiente si ferma allo scalare le pareti (almeno quelle predisposte), nascondersi negli anfratti e al far esplodere barili di benzina e estintori. Gli altri elementi non s'intaccano neanche con un lanciarazzi e non possono mai essere usati per adottare strategie diverse. Troppo bene ci aveva fatto sperare l'albero presente nel tutorial, usato come ponte dopo aver spaccato il tronco con un proiettile esplosivo.
La commistione tra sparatutto e gioco di ruolo open world funziona bene in Sniper Ghost Warrior 3, e porta una ventata di innovazione. La libertà di scelta è tanta, così come le possibilità di utilizzare un set di armi e gadget molto vasto, ma una trama banale e le forti limitazioni tecniche non gli consentono di centrare in pieno l'obiettivo. La direzione intrapresa però è quella giusta, e con un quarto capitolo CI Games potrebbe spingere ancora più in alto l'asticella.