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Solar Ash Recensione: A che ora è la fine del mondo?

'Fletto i muscoli e sono nell'...Ultravuoto'.

Quando abbiamo sentito parlare di Solar Ash per la prima volta dal suo creatore, Alx Preston, siamo stati colpiti dal modo in cui ha associato questa sua seconda opera a tre titoli cult del mondo dei videogiochi come Super Mario Galaxy, Shadow of the Colossus e Jet Set Radio.

Un paragone azzardato, abbiamo pensato, una dichiarazione fatta più per creare clamore attorno al prodotto che una reale descrizione dei suoi contenuti o, magari, avevamo semplicemente frainteso il discorso e si trattava solo di una vaga fonte di ispirazione per il piccolo (ma geniale) team di Heart Machine.

Del resto, come avrebbero fatto quei tre giochi, così peculiari e diversi tra loro, a coesistere nell'anima di Solar Ash? Beh, non potevamo essere più in errore.

La seconda fatica dei creatori di Hyper Light Drifter, pluripremiato action/RPG approdato sul mercato nel 2016 ed accolto con unanime acclamazione da critica e pubblico, è esattamente ciò che prometteva di essere: ambientazioni in stile Mario Galaxy, sistema di movimento assimilabile a quello di Jet Set Radio e creature dalle mastodontiche dimensioni da abbattere metodicamente come nel capolavoro di Fumito Ueda.

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Un mix potenzialmente esplosivo, rischiosissimo sulla carta, se non fosse che Heart Machine ha già dimostrato in passato di saper creare ottimi videogiochi e Solar Ash non fa altro che confermare lo sconfinato talento di Alx Preston e della sua squadra, ora arricchita da nuovi, preziosi membri e forte di un budget sensibilmente superiore.

Il gioco si pone come una sorta di sequel spirituale delle avventure del Drifter: è ambientato nello stesso universo e ne condivide alcune chiare propensioni artistiche, sebbene l'intreccio narrativo tratti tutt'altra vicenda e la struttura ludica, come accennato in precedenza, si discosti parecchio da quella presentata al pubblico nel 2016.

Heart Machine, questa volta, ci porta a fare la conoscenza dell'Ultravuoto, un fenomeno estintivo di proporzioni bibliche che si manifesta sotto forma di buco nero e che sta lentamente ingerendo interi pianeti, disgregando le dimensioni e polverizzando in un battito di ciglio gli sfortunati popoli e civiltà che si trovano sul suo cammino.

Vite, cultura, storia, tradizioni: tutto ciò che entra nel mirino dell'Ultravuoto è destinato all'oblio, all'eradicazione, come se non fosse nemmeno mai esistito. Per tentare di porre fine a questo ciclo di devastazione planetaria e salvare la propria terra da questa sorte infausta, un antico ordine di creature aliene noto come 'Staffette del Vuoto' (tradotto dal più appropriato termine inglese Voidrunners, ndRr) ha messo a punto un'arma capace di far collassare i Buchi Neri, il monumentale cannone Starseed.

Solar Ash è la seconda opera di Alx Preston e Heart Machine, i creatori del pluripremiato Hyper Light Drifter.

Al momento dell'attivazione, però, qualcosa va irrimediabilmente storto. C'è qualcosa che interferisce con il normale funzionamento dell'arma, una sorta di anomalia apparentemente legata alla comparsa di gigantesche creature che vagano sulla superficie del pianeta.

La nostra protagonista, Rei, è l'ultima delle Staffette del Vuoto, appena giunta sull'orlo dell'Orizzonte degli Eventi per dare man forte ai suoi compagni senza conoscere l'amara verità che l'attende: i suoi predecessori sono tutti dispersi e le comunicazioni sono state interrotte. Inizierà qui una vera e propria corsa contro il tempo per salvare l'universo dall'imminente apocalisse, un'impresa titanica che costringerà la povera Rei a dar fondo a tutto il proprio coraggio per assicurare un futuro a qualsiasi forma di vita popoli la galassia.

È evidente come Alx Preston e il suo team abbiano tentato di raccontare una storia di più ampio respiro con Solar Ash, lasciando per un attimo da parte l'intimità del viaggio e della malattia del Drifter per affrontare una vicenda se possibile ancora più drammatica in cui la fine dell'esistenza stessa sembra sempre ad un passo dal concretizzarsi.

Il racconto è sicuramente più diretto rispetto a quello visto nel loro titolo di esordio, la narrazione ambientale è limitata ad alcune descrizioni reperibili sulle pareti e negli anfratti del mondo di gioco e ci sono anche discorsi a scelta multipla tra i personaggi che consentono di approfondire la lore dello splendido setting alieno che siamo chiamati ad esplorare. Ciò non significa, comunque, che siamo di fronte ad una trama lineare con la classica suddivisione in inizio, svolgimento e fine, anzi, tutt'altro.

La protagonista, Rei, è l'ultima delle 'Staffette del Vuoto', un antico ordine che ha sviluppato un'arma per scongiurare l'apocalisse.

Heart Machine ci immerge repentinamente in un universo estraneo, dominato da regole ben precise che non vengono mai spiegate in modo didascalico ma sempre suggerite tramite brevi linee di dialogo o, più semplicemente, tramite le immagini.

Per questo motivo, in alcuni frangenti la narrazione potrebbe apparire fin troppo criptica poiché incentrata su concetti fantascientifici fortemente radicati nell'immaginario di Preston ma possiamo garantirvi che ciò non costituisce quasi mai un reale problema.

Quello di Solar Ash è prima di tutto un viaggio, un'odissea dai ritmi piuttosto sostenuti ma che, paradossalmente, riesce anche a prendersi i propri tempi per fornire ai giocatori degli ottimi spunti di riflessione: cosa rimarrà, dopo che non ci saremo più? Quanto è importante conservare la memoria del passato per le generazioni future? Il destino va accettato in quanto volontà ineluttabile di una forza superiore o può essere affrontato, combattuto e sconfitto? Ma soprattutto, quanto saremmo disposti a sacrificare per il bene della collettività?

Dobbiamo ammettere che, in alcuni momenti, ci siamo ritrovati a mettere in pausa il gioco per un attimo per rimuginare su alcuni scambi di battute tra i protagonisti e per questo, indubbiamente, dobbiamo rendere merito all'opera seconda di Heart Machine.

Il sistema di movimento di Solar Ash è basato sulla pattinata, in modo analogo a quello dell'indimenticabile Jet Set Radio.

Che dire, invece, della formula di gioco? Come anticipato in apertura, il gameplay è diametralmente opposto a quello visto in Hyper Light Drifter: non siamo più di fronte ad un action/RPG in pixel-art 2D fortemente ispirato ai classici del genere come The Legend of Zelda, bensì ad un platformer in 3 dimensioni che fa del dinamismo, dei riflessi e del pensiero laterale i suoi punti di forza.

L'elemento forse più riuscito della struttura ludica, infatti, è proprio il sistema di movimento. La Staffetta del Vuoto Rei può fare affidamento su degli scattanti pattini che le permettono di sfrecciare ad alta velocità tra gli scenari proposti dal gioco, di grindare su ringhiere, rotaie e binari di vario genere per raggiungere posti altrimenti inaccessibili e, soprattutto, di risolvere gli svariati enigmi ambientali indispensabili per procedere nella campagna.

Il cuore dell'esperienza, a ben vedere, è proprio questo: portare a termine dei percorsi predeterminati nel più breve tempo possibile, evitando gli ostacoli, eliminando gli avversari e completando gli obiettivi per sbloccare l'accesso alle aree successive. Non prima di aver abbattuto il colossale boss di turno, si intende.

Sì, perché anche gli scontri coi nemici hanno un ruolo preponderante in Solar Ash anche se, dobbiamo ammetterlo, il sistema di combattimento adottato da Heart Machine non ci ha pienamente convinti. La protagonista può eseguire i suoi attacchi corpo a corpo con la semplice pressione ripetuta di un tasto e può anche schivare i colpi avversari eseguendo un dodge al momento giusto ma, purtroppo, manca un sistema di combo strutturato e convincente che potesse aggiungere una certa stratificazione alle battaglie di Solar Ash.

I combattimenti, purtroppo, risultano troppo semplici e privi di mordente. La mancanza di un sistema di combo o di potenziamenti per il personaggio si fa sentire!

Queste ultime, allo stato attuale, si presentano in una forma fin troppo semplificata e quasi totalmente prive di un qualsivoglia livello di sfida. Indipendentemente dalla natura del nemico che vi troverete davanti (sono circa 4 o 5 tipologie differenti), vi basterà aggredirlo frontalmente premendo in modo forsennato il pulsante dedicato all'attacco per avere la meglio nella lotta. Davvero un peccato.

È vero anche che quello di cui fa parte la nostra Rei non è un corpo militare ma più un manipolo di esploratori dell'ignoto ma ci sarebbe piaciuto vedere una maggiore cura sotto questo punto di vista, magari sfruttando le contaminazioni da 'collectathon' che caratterizzano il gioco.

In Solar Ash, infatti, sono presenti migliaia di globi rossi luminosi sparsi nell'ambiente (da qui l'accostamento alla serie di Super Mario) che possono essere raccolti ed accumulati ma che, purtroppo, possono essere spesi solo per acquistare dei potenziamenti alla barra della salute e, visto il livello di difficoltà ampiamente permissivo, la loro utilità risulta piuttosto limitata nell'economia del gioco.

Ci sono anche interessanti collezionabili come costumi alternativi dotati di abilità passive uniche e obiettivi secondari che permettono di fare luce su alcuni avvenimenti del mondo ideato da Alx Preston. La durata dell'avventura si attesta su circa 6/7 ore ma, se vorrete dedicarvi a completare tutte le attività di contorno, Solar Ash potrebbe impegnarvi per quasi il doppio del tempo.

In alcuni frangenti, Solar Ash potrebbe lasciarvi letteralmente a bocca aperta per la bellezza degli scenari proposti.

Tutto ciò ci conduce finalmente ai boss che, come dicevamo, ricordano per forma e dimensioni quelli visti in Shadow of the Colossus, il leggendario gioiello del Team ICO classe 2005. Anche la meccanica di abbattimento è pressoché la stessa: sarà necessario arrampicarsi sul dorso delle creature, individuare i loro punti deboli e compiere il percorso fino a raggiungerli.

La differenza principale sta nella velocità di esecuzione che, viste le caratteristiche di Rei, richiede riflessi più rapidi e un input preciso dei comandi, pena una rovinosa caduta e l'obbligo di ripetere l'intera sequenza.

Possiamo dirci abbastanza soddisfatti di come Heart Machine abbia gestito questo aspetto di Solar Ash che riesce ad essere divertente ed entusiasmante malgrado il parco mosse limitato della protagonista non permetta una grande varietà di situazioni.

Probabilmente, in modo analogo a quanto detto sui combattimenti, con una crescita del personaggio maggiormente sviluppata e con qualche abilità di movimento in più, si sarebbe potuto sperimentare parecchio anche sotto questo punto di vista, regalando agli utenti un'esperienza un po' più eterogenea.

Riuscirà la povera Rei a sconfiggere l'Ultravuoto o la sua terra finirà consumata come tutte le altre?

Sotto il profilo tecnico, infine, il lavoro svolto da Alx Preston e la sua squadra è davvero di eccellente fattura. Gli scenari sono tutti caratterizzati da uno stile artistico letteralmente irresistibile fatto di colori sgargianti, animazioni convincenti ed effetti visivi di assoluto pregio.

Solar Ash è un prodotto autoriale fino al midollo, figlio di un immaginario inconfondibile e di una poetica affascinante e surreale, sviluppata nel corso degli anni da quello che possiamo considerare come uno dei designer più eclettici e visionari del panorama videoludico moderno.

Su PC, inoltre, il gioco può contare su una notevole stabilità e girare con un frame-rate granitico fino a 144fps che eleva parecchio l'esperienza (a patto di avere tutto l'hardware necessario, ovviamente).

La colonna sonora, dal canto suo, è curata dal talentuoso musicista statunitense Richard 'Disasterpeace' Vreeland, già salito agli onori della cronaca per aver lavorato su Fez, su Hyper Light Drifter e sullo splendido horror 'It Follows' del 2015. Si tratta di un artista prominente nella composizione di melodie elettroniche e chiptune (la musica 8-bit creata tramite l'utilizzo di sintetizzatori). Solar Ash, ovviamente, non fa eccezione e presenta una soundtrack che si sposa perfettamente con le atmosfere ideate da Heart Machine enfatizzando in maniera efficace ogni momento dell'avventura. Davvero un ottimo lavoro.

In definitiva, Solar Ash ci è piaciuto, davvero tanto. La storia di Rei, i mondi alieni che potremo visitare e il sistema di movimento ipercinetico ideato da Heart Machine funzionano alla perfezione e hanno letteralmente fatto breccia nel nostro cuore già dalle prime battute.

Peccato che non si sia scelto di migliorare anche le sezioni di combattimento, magari con un sistema di potenziamenti basato sulle già presenti risorse da raccogliere in giro per gli scenari che avrebbero sicuramente aggiunto profondità alla formula di gameplay.

Per il resto, la seconda fatica di Alx Preston e del suo team è una piccola perla che dovreste giocare ad ogni costo, specie se avete già apprezzato l'immaginario di Hyper Light Drifter. Siamo sicuri che non ve ne pentirete.

8 / 10