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Solasta: Crown of the Magister - Recensione

Palle di fuoco e dardi incantati!

Il successo della serie settimanale Critical Role, che vede un gruppo di doppiatori (famosi per ruoli celebri in videogiochi e serie animate) sedersi attorno ad un tavolo a giocare a Dungeons and Dragons, ha di certo sdoganato il famoso gioco di ruolo creato dalla mente di Gary Gygax nell'ormai preistorico 1974.

Un titolo che ora sembra non essere più relegato al ruolo di passatempo per nerd e perdenti (quadro dipinto perfettamente dalla serie Stranger Things), essendo divenuto qualcosa che è diventato di tendenza, tra persone normali e celebrità che ormai non hanno più paura di uscire allo scoperto, rivelando un amore per un gioco da tavolo che ha segnato l'infanzia per molti di noi.

Sembra quindi pazzesco che non siano stati creati più giochi basati su questo sistema, specialmente alla luce del successo globale che ha raggiunto grazie alla quinta edizione del set di regole, e con un Baldur's Gate III ancora lontano all'orizzonte. Ma per fortuna abbiamo avuto il piacere di provare Solasta: Crown of the Magister, realizzato dallo studio Tactical Adventures al debutto nell'universo videoludico.

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Il mondo di Solasta è completamente originale, e vede i nostri eroi esplorare terre ostili popolate da una razza subdola e feroce, i lucertoloidi Sorr-Akkath, capaci di modificare il proprio aspetto per infiltrarsi meglio nella vita comune e minare dall'interno la stabilità di regni e governi.

E se dapprincipio venivano considerati solo un mito e una leggenda, e di conseguenza snobbati dai reggenti e dai saggi di corte, le nostre esplorazioni via via smentiscono queste false notizie portando l'attenzione sulla loro invasione silenziosa, con il nostro gruppo di eroi ad ergersi come baluardo per debellare questa minaccia.

Il primo passo, come in ogni gioco di questo tipo, è la creazione del nostro party: possiamo scegliere i nostri 4 personaggi da una lista di eroi predefinita oppure crearli da zero, opzione questa che come sempre consigliamo caldamente!

Il sistema di creazione segue perfettamente la versione cartacea, guidando passo passo l'utente, spiegando in dettaglio ognuna delle opzioni a nostra disposizione, metodo perfetto per introdurre nuovi giocatori al sistema, senza un bombardamento di regole e modificatori che possono portare confusione.

Uno scontro con un gruppo di ragni. Due personaggi in lotta con la morte e un tiro di dadi con fallimento critico. Certamente non il migliore degli incontri!

Le scelte per la razza sono le più classiche: umani, nani, elfi, mezzelfi e halfling, con umani e mezzelfi senza sottorazze fra cui scegliere (che aggiungono spessore al nostro personaggio e abilità aggiuntive). Per quanto riguarda le classi a nostra disposizione abbiamo guerriero, paladino, mago, chierico, ladro, ranger; una selezione questa contenuta, ma coerente con il mondo di Solasta.

Possiamo poi scegliere il nostro background, le abilità in cui siamo esperti e tirare i dadi per le nostre caratteristiche (o usare un set predefinito di numeri da attribuire). Finita la creazione "cartacea", passiamo all'estetica, con customizzazioni nella norma e diverse scelte a nostra disposizione. L'unica pecca è la mancanza di varietà nel reparto "voci": se avessimo saputo che tutte le scene di intermezzo e i vari dialoghi avrebbero utilizzato il parlato dei nostri personaggi, avremmo probabilmente scelto voci diverse per il nano e il guerriero umano, ora e per sempre indistinguibili!

Pronti a buttarci nella mischia, veniamo introdotti al gioco vero e proprio con un tutorial originale. I nostri quattro eroi, seduti al tavolo di una locanda, raccontano come sono arrivati lì, attivando ciascuno sequenze pilotate di gameplay atte a insegnare come funziona il combattimento, il movimento, il loot e tutte le opzioni a nostra disposizione per le varie azioni eseguibili in combattimento e fuori.

Il mondo è davvero ben realizzato graficamente, con i vari ambienti presentati che vantano illuminazioni dinamiche e paesaggi ricchi di dettagli. Le animazioni sia dei nemici che dei nostri personaggi sono ben fatte, così come gli effetti grafici per gli incantesimi. Cosa assai gradita è l'opzione di ruotare la telecamera per esplorare (ed ammirare) l'ambiente circostante in una convincente visione isometrica dall'alto nel puro stile di questi titoli.

La città principale del gioco. Qui troveremo tutti i mercanti e i vari capi delle fazioni che ci chiederanno oggetti e artefatti.

Il set di regole della quinta edizione di D&D viene qui applicato usando un tocco alla X-COM, con i nostri personaggi (e ovviamente i nostri nemici) in possesso di un pool di punti azione da usare per muoversi ed effettuare attacchi, sempre ovviamente rispettando i limiti della propria classe e livello, usando indicatori che ci permettono di capire se siamo in copertura completa o parziale, o se il movimento che abbiamo effettuato ci permette o meno di effettuare un attacco.

Un altro tocco di fedeltà alla versione cartacea lo troviamo nell'utilizzo degli incantesimi: ognuno di questi può presentare una combinazione fra componenti somatiche (gesti con le mani), verbali (usando la propria voce) e materiali (con veri e propri oggetti da usare), rendendo impossibile per esempio usare incantesimi con componente verbali se siamo in un'area di silenzio, oppure necessario avere le mani completamente libere se vogliamo usare quelli con componenti somatiche.

Questa cura nel dettaglio quindi rende ogni scontro complesso, con la necessità di pianificare accuratamente ogni mossa: affrontare ogni scontro come se fosse un action RPG alla Diablo può portare il nostro party alla sconfitta totale.

Il fast travel è un'altra opzione interessante: non verremo infatti teletrasportati da un punto all'altro come d'incanto, ma dovremo decidere la velocità con cui intraprendere il viaggio (e quindi quante soste notturne), con la possibilità di incontri sul tragitto che spesso finiranno con scontri con banditi o creature erranti. Un altro tocco di "realismo" che davvero non guasta.

La schermata riassuntiva del personaggio, dove possiamo vedere l'inventario, le nostre abilità e le professioni.

Il titolo, nonostante nel complesso sia assai solido, non è privo di difetti: le scene di intermezzo e di dialogo interattivo, sebbene tutte parlate con buon doppiaggio, sono veramente legnose, con un 3D che forse era all'avanguardia nella prima decade del 2000 ma che ora stona davvero tanto. Un altro difetto lo troviamo nel pathing di movimento sia dei nostri eroi che dei nemici, che spesso si imbizzarrisce e produce effetti non desiderati.

Ultima nota, davvero interessante, è la presenza di un editor di dungeon, che ci permette di creare ambientazioni ricche di dettagli da poi sottoporre ai nostri amici o alla community, come fosse una sorta di Dungeon Master mode. Veramente un'ottima opzione!

Solasta è dunque un buon titolo, che si fa strada in un genere che fino ad oggi è stato dominato dalla saga di Divinity. Certo non raggiunge la complessità di quest'ultimo ma sicuramente permette di passare ottime ore di gioco!

7 / 10
Avatar di Alberto Naso
Alberto Naso: Appassionato di videogiochi fin dall'infanzia, non sembra voler smettere da adulto. Streaming, articoli e la gestione di un negozio di giochi riempiono le sue giornate, col desiderio di giocare sempre un'altra partita. Potreste incontrarlo molto probabilmente nelle vaste terre di Azeroth.

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