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Some games one cup - editoriale

Un editoriale sulle feci nei videogiochi che nessuno dovrebbe mai leggere ma che, per onestà intellettuale, abbiamo deciso di pubblicare lo stesso.

Solo qualche giorno fa, a seguito di un hands-on riservato alla stampa, siamo venuti a conoscenza di alcune interessantissime caratteristiche di Red Dead Redemption 2, rampante titolo di Rockstar a tema western di imminente uscita. Il gioco punta ad immergerci in un mondo vivo e pulsante come non mai, cesellato dagli sviluppatori sin nei più - apparentemente - insignificanti dettagli.

Pensate che, tra gli steli d'erba della prateria, si aggirano minuscole lucertole modellate e animate con cura maniacale, i cavalli lasciano impronte che cambiano in base al terreno e all'andatura, svuotano le viscere quando ne sentono il bisogno e i loro testicoli si contraggono in base alla temperatura. Ma lasciamo da parte le equine gonadi, per un momento, e concentriamoci invece sui tortoni fumanti dall'elevato coefficiente concimante che i destrieri producono a loro discrezione.

Questi ultimi, così come gli altri elementi elencati, servono chiaramente ad aumentare in modo esponenziale il realismo del titolo ma, a questo punto, viene da domandarsi: se il cavallo è in grado di liberarsi, perché il nostro personaggio invece non ne sente il bisogno? Certo, sedersi sul sacro trono per fare... insomma... quello che si deve fare, non è di certo l'attività ludica per eccellenza ma esistono diversi casi in cui il nostro medium preferito è riuscito a sfruttare la defecatio in modi creativi.

Una volta portato a termine, il minigioco della cacca permette di ottiene una 'crocchetta di merda', che scagliata contro i nemici li farà vomitare e perdere un turno. Diabolico.

Un esempio perfetto di realismo è SCUM, recente survival con elementi da battle royale pubblicato da Devolver. Nel gioco impersoniamo un galeotto che deve cavarsela con quello che gli capita sotto mano in un ambiente ostile popolato da altri giocatori e famelici zombie. Va da sé che quando bisogna sopravvivere non si va per il sottile e si tende a non fare troppo gli schizzinosi col cibo pur di riempirsi la pancia (e la relativa barra).

Ingurgitare schifezze, però, può avere un effetto devastante e questo si rispecchia nella "qualità" delle nostre feci. Alimenti consoni permettono di produrre bracci di scimmia sodi e consistenti, mentre la roba avariata trasformerà il nostro ano in un geyser di liquami mefitici, con conseguente perdita di idratazione, benessere e parte della dignità.

Altro titolo che fa delle necessità corporee un elemento di gameplay al limite della simulazione è il buon vecchio The Sims. Impossibile dimenticare quei teneri omini, con il prisma sospeso sul capo, tentare invano di tenere sigillati i propri orifizi. Quante volte li abbiamo chiusi in stanze senza uscite o ci siamo dimenticati che un bagno solo in una casa con quattro inquilini non è proprio sufficiente?

In effetti la cosa peggiore che potesse capitare era osservarli mentre se la facevano addosso, abbracciando l'agognata regolarità intestinale a spese del comfort generale della casa. Ma i videogiochi non sono sempre, anzi, quasi mai, fedeli alla realtà. Ecco quindi che la più celebre sostanza di buon auspicio, ma solo se calpestata, diventa protagonista ed elemento di game design in modi che qualunque essere umano sano di mente farebbe fatica a concepire.

Il celebre streamer Shroud trova molto divertente una pratica comune in parecchi autogrill, ovvero defecare nei lavandini.

Re delle defezioni anali nelle più disparate forme, con predilezione gassosa ma che riserva grande attenzione anche allo stato solido/liquido, troviamo sul trono (hehe) South Park. I tie-in dell'opera di Parker e Stone propongono un ampio ventaglio di deiezioni dalle molteplici applicazioni. In effetti il titolo fa dei peti la propria ragion d'essere, incentrando buona parte delle mosse d'attacco del protagonista intorno a questi effluvi maleodoranti.

Ma la Petomanzia, ovvero l'arte di piegare al proprio volere i gas intestinali, non si limita ad essere una mera tecnica di combattimento. Si rivela infatti utilissima per risolvere enigmi, interagire con l'ambiente di gioco e inscenare incredibili mosse cooperative con gli alleati abbastanza coraggiosi da fronteggiare a testa alta e naso turato la nube tossica. Per quanto concerne la popò vera e propria troviamo invece un minigame dedicato.

A South Park possiamo infatti battezzare ogni singola tazza che incrociamo sul nostro cammino. Che sia pubblica o privata, nessuna sfuggirà al marchio marrone. Dopo aver ruotato e agitato le levette analogiche, a simulazione dello sforzo addominale e dell'ondeggiamento chiappale atto a separare il nostro missile anfibio dal suo umido antro, verremo premiati da un rassicurante splash, che decreta inequivocabilmente il raggiungimento del liberatorio obiettivo.

Addentrandoci nel sottobosco indie, invece, ci è impossibile non menzionare l'ormai celeberrimo The Binding of Isaac. Nel buio seminterrato il protagonista vedrà il proprio cammino sbarrato spesso e volentieri da riccioluti cumuli di sterco, elemento ricorrente e utilizzato in diversi frangenti. Larry ad esempio, un verme mostruoso, non esita a impiastricciare l'intero stage di escrementi freschi, pur di avere la meglio.

Ma non finisce qui: distruggere i coacervi di materiale da imprecazione spesso fornisce power-up nascosti o vite extra. Dulcis in fundo, esiste un oggetto che consente al piccolo Isaac di destreggiarsi lui stesso nella produzione di feci atte a tenere a distanza i nemici o, più semplicemente, arredare lo scenario con un moderno look da marciapiede.

Quando pensate che i giochi di una volta erano belli, ricordatevi di Big Mighty Poo e tornerete coi piedi per terra.

Siamo quasi giunti al termine della nostra nauseabonda carrellata e risulta doverosa la citazione di Conker's Bad Fur Day. In questo platform per Nintendo 64 gli sviluppatori hanno inserito un boss il cui nome non lascia spazio a dubbi: The Big Mighty Poo che è, a tutti gli effetti, un colossale, ributtante, mefitico ammasso di scarti intestinali. Il tocco di classe sta nei denti giallastri costituiti da chicchi di mais, trovata a dir poco geniale e dal piglio fastidiosamente realistico.

A voler fare un'ipotesi sulla propensione alla coprofilia, seppur non palesata in modo evidente, non possiamo che menzionare Nintendo. Dopotutto Mario, la sua mascotte numero uno, è un idraulico con l'abitudine di gettarsi in salto carpiato nelle condutture fognarie: volete che ne esca sempre pulito? Noi ce lo immaginiamo spuntare da un tombino inzaccherato di melma fino al ginocchio. Tra l'altro, Switch è una console portatile il cui uso più comune è proprio in fase di seduta riflessiva: coincidenze? Io non credo.

Ci è sembrato di aver detto tutto ma se avete esperienze particolari, reminiscenze di titoli o volete semplicemente palesarci un'opinione in merito quanto appena trattato, scrivetecelo nei commenti e poi, mi raccomando, lavatevi le mani!

Avatar di Andrea Forlani
Andrea Forlani videogioca da sempre e scrive da parecchio. Il suo ambiente naturale è la sedia davanti al PC e si nutre principalmente di cibo spazzatura. Se importunato, potrebbe difendersi tirandovi contro manciate di dadi da 20.

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