Sonic 2 Recensione: Più azione e meno sentimento
Una commedia d’azione per famiglie.
Nel 2020 avevamo fatto la conoscenza cinematografica di uno dei tanti personaggi provenienti dal mondo dei videogame, il simpatico porcospino blu Sonic del celebre gioco Sega e ne eravamo rimasti piacevolmente sorpresi, forse a suo tempo resi più indulgenti dall’astinenza dovuta a mesi di pandemia.
Nonostante tutte le polemiche che avevano accompagnato l’uscita del film riguardanti il disegno del porcospino, che era stato cambiato sotto la pressione dello scontento del web, la versione su grande schermo del videogioco aveva trovato un suo tono spassoso e anche sentimentale, nel complesso gradevole.
Oggi ritroviamo subito il malvagio Robotnik (ancora una volta affidato alle smorfie da cartoon di Jim Carrey), che avevamo lasciato in un forzato esilio sul pianeta dei Funghi. Là, attraverso un portale che ha aperto per fuggire, incontra Knuckles (in originale con la voce di Idris Elba), echidna rossa molto collerica e aggressiva, che ce l’ha a morte con Sonic per vecchie faccende e non vede l’ora di farlo fuori. Diventa così il migliore alleato del geniale scienziato pazzo.
Entrambi sono alla ricerca del mitico Smeraldo gigante, che dona al suo possessore poteri sovrumani. Di loro e dello smeraldo è del tutto all’oscuro Sonic, che se la sta spassando con la sua nuova famiglia, con l’affettuoso papà Tom (James Marsden) e l’amorevole mamma Maddie (Tika Sumper). Sonic è un “bambino” felice e appagato, e con loro vive sereno nel paesino del Montana. Ma non riesce ad accontentarsi, ha ambizioni da supereroe e si improvvisa “vigilante” notturno a Seattle, fermando dei rapinatori ma facendo troppi danni collaterali.
Gli viene così ricordato che gli eroi devono essere degli altruisti assoluti e che il bene va fatto nell’interesse degli altri e non proprio. Inoltre non si può creare la situazione in cui il nostro eroismo risplenderà, sarà l’occasione a trovare noi e lì dovremo farci trovare preparati.
I due genitori adottivi sono richiamati alle Hawaii dal matrimonio della sorella di Maddie (personaggio particolarmente forzato e fastidioso già nel primo film) e Sonic rimane solo a spassarsela a casa come qualunque adolescente fannullone. Il primo incontro con la nuova coppia di “cattivi” lo costringe però a interrompere i suoi ozi. Per fortuna non sarà solo, perché al suo fianco arriva dallo spazio il tenero volpino a due code Tails Prowler, poca forza fisica ma tanto ingegno e creatività nel costruire diabolici congegni.
Quindi, dopo un primo capitolo in cui si narravano le origini di Sonic e la formazione del suo nuovo habitat, adesso siamo di fronte a una narrazione che si focalizza su un percorso di crescita e maturazione. Il che comporta sempre qualche sacrificio, in fondo a grandi eroi, grandi responsabilità. E Sonic dovrà combattere non per fare bella figura ma per salvare il mondo e le persone che ama. Una scena a metà dei titoli di coda introduce il prossimo avversario.
Squadra che vince non si cambia e così, forte dei 300 milioni di dollari incassati due anni fa, ritroviamo Jeff Fowler alla regia e anche la maggior parte del cast. Qualche hit famosa si intreccia alla colonna sonora di Junkie XL. Come film siamo di fronte a un prodotto che si riferisce con maggiore precisione all’universo originario con tanti easter egg che faranno contenti gli adulti videogiocatori che avessero accompagnato i propri figli piccolini.
Un eccesso di lunghezza (ben due ore), che poteva essere visibilmente sforbiciato, rende più faticosa la visione: si sarebbe potuto tagliare in diversi punti ma spesso, dopo un successo iniziale, si tende a esagerare. Tutta l’azione in fondo verte sulle tre creature in CG e un Jim Carrey, ancora più grottesco ed esagitato che nel film precedente, ma le parti di commedia relative al matrimonio alle Hawaii e all’intervento dei sempre ottusi agenti governativi sono davvero marginali. L’alto budget rende gli effetti visivi in generale più accurati.
Questo nuovo capitolo è più spettacolare rispetto al precedente e l’aspetto sentimentale ha meno importanza, anche se rimane insistito il messaggio su famiglia e amicizia, ma un po’ forzosamente. Le sequenze prolungate di combattimento stancano anche nel caso di protagonisti e situazioni ben più drammatici e qui non siamo in un film degli Avengers.
Quindi si perde la tenerezza del piccolo porcospino, del suo inserimento fra gli umani e la nascita del rapporto affettivo con “papà e mamma” a scapito di tanta azione e tanti siparietti comici che di comico purtroppo non hanno molto. Ci sono anche dei russi cattivoni, stupidoni e facilmente ingannabili, speriamo che non lo raccontino a Putin.
Ma se il target del film fosse proprio uno più infantile, che di botti ed esplosioni colorate non ne ha mai abbastanza? I bambini presenti all’anteprima stampa erano attentissimi e sembravano divertirsi molto. Noi, un filo meno.