Sonic Chronicles: La fratellanza oscura
Che dire? Sonic!
L'esplorazione per trovare questi bonus -e per andare semplicemente avanti nella storia- si rivela comunque purtroppo problematica. I bellissimi scenari disegnati a mano si presentano sicuramente in maniera piacevolissima, ma sfortunatamente non è sempre chiaro dove sia possibile andare. La prospettiva schiacciata può inoltre essere ingannevole -a volte avremo modo di passare dietro agli edifici, altre volte invece i loro contorni andranno a costituire una barriera invalicabile, anche se di fatto ci troveremo tecnicamente già dietro di loro. Può anche rivelarsi tremendamente frustrante l'idea di trovarsi proprio dinnanzi ad un posto da raggiungere, senza tuttavia essere in grado di accedervi solo perché il gioco ha stabilito che quella è un'area dove non è possibile saltare, volare o arrampicarsi in alcun modo. Si tratta insomma di un sistema utile per far sì che il giocatore scelga un party sempre bilanciato, ma il modo in cui lo stesso sistema è stato applicato in game non convince del tutto e anzi conduce ad una certa frustrazione mano a mano che l'avventura procede.
Ciò è ampiamente dovuto alla presenza di nemici che respawnano senza soluzione di continuità, pattugliando la mappa in aree ben precise e muovendosi su percorsi fissi che finiranno inevitabilmente per incrociarsi più e più volte con quello del giocatore, impegnato nella ricerca del punto esatto dal quale è possibile accedere alle specifiche aree a cui facevamo riferimento prima. Il combattimento ha inizio col semplice contatto, e anche in questa occasione il pennino è tutto quello di cui abbiamo bisogno. La lotta è completamente a turni, per un sistema che pesca la struttura da Final Fantasy, le mosse speciali da Elite Beat Agents e il ritmo da Knights of the Old Republic.
Si scelgono le azioni per ogni personaggio da un classico menu da GDR tipo. Sono immancabilmente presenti attacchi base, attacchi speciali, mosse difensive e quant'altro. Le azioni vanno poi ad unirsi le une alle altre in una sorta di coda che si alterna tra le varie mascotte. Questo permette al giocatore di usare un personaggio per colpire un nemico con un modificatore di stato, sfruttando poi il bonus con un personaggio diverso nello stesso turno anche se le scelte non sono state impartite esattamente nel medesimo ordine.
Le mosse speciali richiedono 3 diverse tipologie di azione per essere performate in maniera efficace. In alcune occasioni dovremo tracciare una linea con il pennino, mantenendo la punta all'interno di un cerchio in movimento. Altre volte dovremo cliccare su cerchi via via sempre più piccoli al momento giusto. In altre situazioni infine ci ritroveremo a picchiettare il più velocemente possibile in un unico punto. Da notare come i colpi speciali più potenti prevedano la combinazione di tutte e 3 le modalità d'azione. L'uppercut di Knuckles, ad esempio, si basa sul tratteggiare una linea curva verso l'alto. Il colpo basso di Amy è l'esatto opposto, e si ottiene disegnando un arco all'ingiù. Gli stessi identici input sono impiegati per parare le mosse dei nemici, e in entrambi i casi maggiore sarà l'efficienza nel seguire i pattern, maggiore si rivelerà il danno d'attacco o la difesa.
Si tratta certo di un sistema divertente, che sfrutta in maniera adeguata le feature del DS. Al tempo stesso è però una strutturazione molto prevedibile e ripetitiva, che dopo brevissimo tempo abituerà il giocatore ad imparare come provocare il massimo dei danni subendo la minima perdita di HP. Una volta memorizzati i pochi attacchi chiave -il Bombardamento di Eggman, la Catapulta di Big the Cat- la stragrande maggioranza dei combattimenti si rivelerà meno che impegnativa. Tanto per farvi capire meglio, non ho mai perso uno scontro fino a tre quarti del gioco, e anche in quell'occasione sono stato sconfitto soltanto perché non avevo Cream nel mio party. Con un paio di scelte giuste infatti le capacità di ricarica e di cura della coniglietta diventano di fatto infinite, trasformando automaticamente i combattimenti in un ricorrente accadimento piuttosto che in un'emozionante lotta per la sopravvivenza.
Il basso livello di difficoltà è un problema persistente, ed è in definitiva quello che sposta il gioco dalla fascia dei titoli di prima gamma “da avere” confinandolo nello status di titolo discreto come tanti altri. Sonic Chronicles è incredibilmente facile, e vista anche la durata piuttosto esigua per il genere e le limitatissime scelte che non permettono di deviare dalla lineare storia principale, finisce per lasciare il giocatore con un senso di incompiutezza e insoddisfazione. Ogni tanto c'è qualche missione parallela, anche se si tratta di side quest davvero banalissime del tipo “vai e torna”, e i puzzle per la maggior parte delle volte prevedono l'impiego contemporaneo di tutti e 4 i componenti del party per attivare bottoni in sequenza... ma è davvero poco.
Sonic Chronicles è indubbiamente un titolo bello da guardare, e il suo impatto accattivante inizialmente colpisce durante i primi momenti. Tuttavia, più a lungo ci giocherete e più le crepe si mostreranno evidenti, e quello che sembrava un piccolo capolavoro si ridurrà in breve ad essere soltanto “abbastanza buono”. I fan di Sonic cercheranno di certo di lasciarsi trasportare dal suo fascino di breve durata, eppure con così tanti RPG migliori di questo disponibili per DS probabilmente il porcospino blu avrebbe dovuto offrire qualcosa di più sostanzioso per rendere il suo debutto nel genere un autentico must buy.