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Sony deve mostrare il suo impegno verso PlayStation VR - editoriale

Resident Evil 7 è una mossa brillante, ma la società deve dimostrate che la piattaforma non seguirà le orme di PS Move.

Le recensioni positive che da ogni parte stanno piovendo addosso a Resident Evil 7 rappresentano l'accettazione del cambio di passo operato dal produttore con la serie, ormai indirizzata verso un cammino radicalmente nuovo, ma Capcom non è l'unica società ad essere felice (e forse un po' sollevata) dalla risposta al gioco. La reazione favorevole a RE7 è eccezionalmente importante anche per Sony perché si tratta del vero, primo tentativo di dimostrare che il PlayStation VR è una piattaforma meritevole di attenzione e di giochi tripla A su larga scala. Proprio RE7 è al momento il principale testimonial della credibilità della nascente piattaforma VR.

Anche se alcune opinioni espresse nelle recensioni del gioco suggeriscono che la modalità VR sia interessante ma in qualche modo imperfetta, tanto che molti recensori hanno espresso una preferenza per la fruizione del titolo su schermo tradizionale, le sue sfaccettature affascinano indubbiamente i consumatori e paiono implementate in modo sufficiente da giustificarne l'interesse. In più, spiegano e giustificano da un lato l'investimento di Sony (la società nipponica ha firmato un accordo per assicurarsi una finestra di un anno per l'esclusività VR di RE7 su PlayStation) e dall'altro la fiducia di Capcom nel promettente medium, una valutazione che ha senza dubbio avuto un ruolo di primo piano nel passaggio dell'intero gioco alla prospettiva in prima persona.

È difficile contraddire il fatto che Sony, quanto a periferiche, abbia un pessimo curriculum.

Il successo di critica di RE7 e verosimilmente quello commerciale che seguirà, giungono in un momento cruciale per PSVR. Malgrado l'hardware sia stato ben recensito al lancio e rimanga più o meno limitato in termini di disponibilità nei negozi (al momento, riuscirete difficilmente a mettere le mani su un set VR senza pagare un abbondante sovrapprezzo a qualche distributore in Giappone, credeteci perché ci abbiamo provato) c'è un emergente corrente di pensiero che guarda alla VR in modo distintamente negativo e pessimistico. Nelle ultime settimane sono apparsi molti contro-editoriali e video che paragonano il PSVR a precedenti lanci di periferiche Sony come PlayStation Eye e PlayStation Move, hardware immessi sul mercato con un imponente supporto marketing ma nei quali la società è sembrata perdere rapidamente interesse, condannandoli a pochi anni di supporto via via sempre più rarefatto fino al ritiro dal commercio.

Vale la pena notare, naturalmente, che Move non è realmente morto del tutto, essendo stato utilizzato per il PSVR, dove il casco è essenzialmente l'evoluzione di un certo numero di precedenti tecnologie Sony che hanno finalmente trovato applicazione decente nella VR. Comunque è difficile contraddire il fatto che Sony, quanto a periferiche, abbia un pessimo curriculum. Chiunque fosse interessato al futuro di PSVR dovrebbe assolutamente tenere d'occhio le scelte della società per vedere se c'è qualche segnale che prelude al ripetersi di comportamenti passati.

La maggior parte di quanto viene scritto ora, comunque, appare prematuro. Il PSVR è stato lanciato con una line-up piuttosto solida e ha goduto di un buon supporto dell'intera industria, questa settimana ha avuto il suo primo titolo tripla A di terze parti (che sta ricevendo eccellenti recensioni) e nel corso del 2017 ci saranno altri nuovi lanci di spessore come GT Sport. Dopo l'iniziale finestra di lancio, il ritmo delle uscite è crollato, ma per qualunque piattaforma non è un dato inusuale e non c'è alcun indizio che alluda a un'eventuale calo di interesse di Sony per la VR, tanto che i commenti negativi sembrano in realtà più basati sul passato di Sony che su dati concreti e attuali.

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Se realmente desiderate sapere che forma prenderà PSVR ci sono due elementi chiave da tenere d'occhio nel prossimo futuro: il primo riguarderà qualunque dato di performance della modalità VR di RE7: è popolare? Viene giocata diffusamente? Viene compresa nel crescente flusso di opinioni sul gioco? Gran parte di quest'ultimo aspetto dipende naturalmente nella spinta che Sony e Capcom riusciranno a imprimere con un saggio utilizzo del marketing che ha l'opportunità di sottolineare che la realtà virtuale di RE7 rappresenti genuinamente un'esperienza unica in grado di catturare e affascinare un pubblico che va oltre la tradizionale audience composta da gamer.

Se si riuscirà a capitalizzare su queste fondamenta, è plausibile prevedere un futuro ricco e prospero per il PSVR, anche se resta cruciale l'approccio di tutte le altre società dell'industria che scruteranno il successo di Resident Evil 7 come falchi, cercando di capire se un'integrazione completa ed adeguata del PSVR diventerà un selling factor fondamentale o una feature particolarmente popolare. In questa prospettiva, potete essere certi che gli altri publisher inizieranno a valutare le loro serie più celebri con l'intento di capire quale potrebbe offrire un approccio similare di "visuale tradizionale più VR opzionale".

L'altro fattore da tenere d'occhio è, prevedibilmente, ciò che Sony porterà all'E3 e agli altri principali eventi gaming in primavera ed è qui che potremo verificare realmente il focus della società (o l'assenza dello stesso). Il 2017 è appena iniziato, quindi c'è ancora molto tempo per annunciare titoli VR ed è probabile che questo sia il punto cruciale per PlayStation VR, visto che entro la metà del 2017 non ci saranno più problemi di disponibilità e chi avrà adottato per primo la VR sarà tutt'altro che stanco di usarla. Quello sarà il momento nel quale la line-up software di PSVR dovrà mostrarsi in modo coerente per convincere la successiva ondata di potenziali clienti che si tratta di una piattaforma sulla quale vale la pena investire. Se si fallirà questa prova, PSVR raggiungerà Move e Eye nel cimitero delle fallimentari periferiche di Sony, se si vincerà la sfida, invece, il successo diventerà la pietra angolare per il futuro della PS4 negli anni a venire.

Tutti i produttori ora guarderanno il successo di Resident Evil 7 e della modalità VR per capire l'interesse del pubblico.

Quindi occhi aperti all'E3. Quanto tempo e attenzione verrà dedicato da Sony al PlayStation VR e alle sue ottiche nel corso della sua conferenza? Se non sarà molto, se la sezione dedicata a PSVR apparirà affrettata o poco enfatizzata, passerà il messaggio chiaro che Sony è tornata alle sue pessime abitudini e che ha già perso interesse nella periferica. Uno spazio forte su PSVR, in grado di trasmettere sicurezze, potrebbe invece convincere consumatori e industria che l'headset non è l'ennesimo aggeggio nato morto e meglio ancora sarebbe se fosse supportato da molti giochi nuovi e importanti, tutti progettati con funzionalità VR, in modo che nel corso della conferenza si potesse tornare a citare ripetutamente la VR invece di lasciarla confinata nel suo piccolo segmento.

Comunque c'è molto di più delle ottiche. La realtà è che PSVR, come qualunque piattaforma, necessita di software e Sony deve essere l'elemento trainante, mostrando di essere realmente fiduciosa e innamorata del suo hardware. I commenti che vedono PSVR pronto a inciampare potrebbero sembrare ingiusti e in effetti lo sono, ma nessuno si dovrebbe sorprendere se si riscontra uno schema di comportamento che Sony stessa ha stabilito nel corso degli anni relativamente alle sue periferiche. È la reputazione che la società si è sfortunatamente costruita da sé e che rende ancora più importante la necessità di una conferma dell'impegno verso la realtà virtuale quando sarà il momento.