Sony, Microsoft e la sfida casual - editoriale
La Gamescom non ha rilanciato le ambizioni di Microsoft. Meglio cambiare strategia?
Colonia - Le luci si sono appena spente sulla conferenza stampa di Sony e la mia mente è piena di interrogativi. Uno di questi riguarda il fatto che è da un po' di tempo che non assisto a presentazioni che mi restino impresse nella mente, che mi diano una carica o che mi comunichino emozioni. Ormai sono tutte ciclostilate: sale il manager di turno sul palco, legge un discorso che viene proiettato su degli schermi nascosti, parte il trailer, applausi e così via. E anche stavolta la Gamescom non ha fatto eccezione.
Il mio interrogativo maggiore riguarda però il momento che sta attraversando Microsoft. A memoria non ricordo un lancio di una console così problematico, e la conferenza stampa di ieri non fa che rafforzare in me la sensazione che il colosso di Redmond abbia perso la bussola. Dopo l'annuncio di maggio della console, che tante polemiche aveva suscitato ma che almeno lasciava intuire un progetto ben definito, l'Xbox One è più volte tornata sui propri passi, contraddicendosi e confondendo anche gli utenti più appassionati, nel tentativo di riguadagnare terreno sulla PlayStation 4.
Dapprima, lo ricordiamo, era stato il turno del DRM con check obbligatorio e giornaliero via internet. E chi non ha internet? «Si comprasse l'Xbox 360», veniva risposto in modo sprezzante. Poi, dopo i primi dati dei preorder, i meme, i flame e i commenti bloccati su YouTube, la prima ritrattazione: niente più DRM draconiani e niente più connessione obbligatoria, se non all'installazione della console. E le dimissioni di Don Mattrick.
Poi è stata la volta delle cuffiette, originariamente escluse dal bundle («non servono, basta il Kinect») e poi incluse. Quindi è stata data una ritoccatina verso l'alto alla velocità del processore (ma non era velocissimo?), infine siamo arrivati al Kinect, l'ultimo bastione a cadere. Inizialmente imprescindibile e always-on, ora è possibile disattivarlo a piacimento. Mancherebbe l'ultima concessione, la più richiesta, quella del bundle a 399 euro senza il Kinect, però Microsoft nega con vigore questa opzione. Per il momento.
Ma quali sono stati i risultati di una tale politica? In termini d'immagine, niente di positivo. Anzi, paradossalmente, più Microsoft è venuta incontro ai gamer, più questi l'hanno vista vulnerabile, accanendosi con ancora maggiore veemenza sull'Xbox One.
Senz'altro sono migliorati gli ordinativi ma, a fronte di una Sony che annuncia di avere già piazzato un milione di pezzi, Microsoft ancora ieri ha tentato di incoraggiare i preorder con un FIFA 14 in bundle «fino a esaurimento delle scorte». Lasciando così intendere che le sue siano ancora consistenti.
"Più Microsoft è venuta incontro ai gamer, più questi l'hanno vista vulnerabile e si sono accaniti"
Soprattutto, a mio avviso, questa politica di accondiscendenza ha spersonalizzato l'Xbox One, oggi vista da molti come una PS4 meno potente. Prima c'era un disegno, un progetto, per quanto impopolare si fosse rivelato per i core gamer. Oggi le argomentazioni usate da Microsoft nella sua conferenza stampa sono state le stesse poi riprese, e in meglio, dalla rivale Sony.
L'Xbox One apre agli sviluppatori indipendenti come mai prima d'ora? Sony in questo già fa scuola. Microsoft annuncia contenuti esclusivi per FIFA 14? Su PS4 ce ne saranno per Assassin's Creed IV. Poi però la casa giapponese ha accelerato prendendo il largo, ben più di quanto non avesse fatto all'E3, quando vinse la conference sul filo di lana al momento dell'annuncio del prezzo.
Ad esempio annunciando un lancio in 32 nazioni per la sua PS4, laddove Microsoft lancerà l'Xbox One solo in 13 territori (e originariamente erano 21, un altro passo indietro). Poi mandando sul palco un Mike Cerny che ha affermato con sicumera che la PS4 sarà la console più potente. Senza se e senza ma.
Sony ha poi mostrato le potenzialità del Remote Play (sfidando al tempo stesso il GamePad di Nintendo), mentre Microsoft lo Smartglass s'è limitata a nominarlo. E per rendere ancora più efficace il suo attacco, ha annunciato un taglio di prezzo della PS Vita. Non contenta, ha scontato anche il prezzo della PS3, annunciando pure un bundle con Grand Theft Auto V. Se si uniscono questi fatti alla conferenza aperta con Gran Turismo 6, il messaggio appare chiaro: Sony crede ancora nella PlayStation 3. I silenzi di Microsoft sulla Xbox 360 invece lasciano intuire che la console farà la stessa fine della prima Xbox, ossia che verrà lasciata morire velocemente non appena il nuovo modello arriverà sul mercato.
Sony ha anche annunciato accordi con i provider di connessioni a banda larga per i propri utenti (non menzionando mai Gaikai, il che fa capire che per noi europei questa feature sarà un miraggio) e un piano di sconti in accordo con Activision, Electronic Arts, Ubisoft e Warner per venire incontro a chi, di un gioco, dopo averne acquistato la versione current-gen volesse anche quella next-gen.
"I silenzi di Microsoft sulla Xbox 360 lasciano intuire che la console verrà lasciata morire velocemente"
Veniamo così alle battute finali, con Andrew House che ha bacchettato Microsoft affermando che Sony manterrà sempre un modello di business ideale per il consumatore e senza ripensamenti di sorta, «a differenza di altri». Da ultimo, la cosa più importante, la data di uscita: 15 novembre negli USA e 29 novembre in Europa. E buona sera a tutti.
Ecco dunque spiegato perché sono uscito confuso da questa prima giornata di fiere. Perché Microsoft, che mai come adesso aveva bisogno di un colpo di reni, ha indetto una conferenza stampa di soli venti minuti in cui peraltro la nuova IP esclusiva di Ubisoft è passata in sordina? Perché di Fable Legends è stato mostrato solo un trailer quando dietro un tendone c'era una demo giocabile? Perché l'intera conferenza stampa non è stata trasmessa in streaming, cosa che invece si sapeva avrebbe fatto Sony? E poi ancora: l'esclusiva di Cobalt di Mojang vale quella appena persa di Minecraft? Domanda retorica, s'intende...
(Ma anche: perché Sony ci dice che la PS4 è la console più potente al mondo e poi ci mostra per dieci minuti giochi che girerebbero su un Amiga? E che senso ha avuto chiudere Psygnosis e poi fare un sacrilego remake di Shadow of the Beast?).
La vera domanda comunque resta un'altra: quanto conteremo noi hardcore gamer nel successo della next-gen? Siamo i cosiddetti «early adopters», siamo quelli del preorder e dei day one, delle risse sui forum e dei meme. Ma fatte 100 le console next-gen che venderanno, noi quante ne compreremo? Perché se noi dovessimo essere lo specchio del mercato nel suo complesso, la next-gen pare già vinta in partenza.
Ma una certa Nintendo col Wii ha dimostrato che contiamo fino a un certo punto e il progetto originario della Xbox One, prima dei passi indietro e dei ripensamenti, raccontava una macchina che doveva entrare nei salotti di tutti non necessariamente alla voce «console da gioco». Poi però Microsoft ha deciso di mettersi in scia a Sony, di provare a strapparle gli hardcore gamer, e da allora ha sempre giocato di rimessa, dando la sensazione di essere un passo indietro al concorrente. Cui non è bastato altro che stare fermo a guardare.
Fondamentale diventerà allora capire quando l'Xbox One sarà messa in vendita. La voglia di next-gen è tanta e qualcuno potrebbe ingolosirsi nel trovare sullo scaffale la console di Microsoft prima del 29 novembre. Poi, però, Microsoft dovrà essere brava ad allargare il mercato, rivolgendosi proprio a quei casual gamer che a Redmond sembravano una priorità (sport e TV, ricordate il mantra?). Un pubblico silente, che non saprà la differenza che passa tra una DDR3 e una DDR5 ma che è capace di decidere le sorti di uno scontro, e che finora non è mai parso una priorità per Sony e la sua PlayStation 4.