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Sony snobba l'E3, ma la decisione era nell'aria - editoriale

Le ragioni sono soltanto commerciali e condivisibili.

Ha alzato senz'altro un polverone la scelta di Sony di non partecipare all'E3 2019. Non solo non terrà alcuna conferenza, ma i suoi giochi di prime parti non saranno presenti.

L'azienda è stata chiara, aggiungendo che "stiamo sperimentando nuovi modi per collegarci alla nostra community nel 2019". Come a dire: facciamo a modo nostro, con i nostri tempi e le modalità che più sono coerenti con il programma per i prossimi due anni.

Oppure, vedendola in modo opposto, Sony ha semplicemente ammesso indirettamente che la sua presentazione all'E3 2019 sarebbe stata identica a quella dell'ultima edizione.

Perché a voler guardare il programma di esclusive PlayStation 4 in lista, la maggior parte di queste non hanno una data di uscita oppure sono pensate per la seconda metà del prossimo anno. Da The Last of Us: Part II e Death Stranding fino a Ghost of Tsushima, la domanda che probabilmente aleggiava nella mente dei dirigenti di Sony Interactive Entertaiment era: ci presentiamo all'E3 2019 e facciamo essenzialmente una conferena fotocopia del 2018 oppure lasciamo stare e organizziamo da noi gli eventi?

Questa seconda strada è quella che seguirà il produttore giapponese il prossimo anno. Che poi è lo stesso motivo per cui a dicembre non vedremo il PlayStation Experience: da annunciare Sony non avrebbe avuto niente e sarebbe stato uno spettacolo già visto.

L'assenza di Sony dal prossimo E3 ha fatto scalpore e getta ombre sinistre sul futuro della manifestazione losangelina.

D'altronde Sony si trova in una posizione di assoluto dominio commerciale nell'attuale generazione di console: dal lancio ha spedito in tutto il mondo 86,1 milioni di PS4, più del doppio dei 39-40 milioni stimati per Xbox One (Switch è concorrente a metà: è arrivata molto dopo, nel 2017, e ha un mercato a sé). Sony può insomma decidere tempi e modi dei propri annunci senza badare granché a cosa potrebbe fare la concorrenza.

Inoltre bisogna dire che Sony in un certo senso già si comporta in questo modo, saltando la Gamescom per essere presente in modo più massiccio alla Paris Games Week. Il discorso è diverso per Microsoft, che non ha perso tempo a confermare in modo assoluto la propria presenza all'E3 2019, tentando di dare una spallata al rivale giapponese.

Per quanto riguarda l'E3 nel suo complesso, il discorso è diverso. Se da una parte Electronic Arts organizza da alcuni anni uno spettacolo tutto suo (EA Play) e Nintendo non tiene più una conferenza vera e propria, sostituita dallo streaming del Nintendo Direct (ma Nintendo è presente nello showfloor dell'E3 con i suoi giochi), l'Entertaiment Software Association (ESA) non ha preso benissimo la decisione di Sony, e vede il suo grandissimo evento a rischio.

Ciò è evidente dal fatto che a poche ore di distanza dall'annuncio di Sony, l'ESA ha tempestivamente diramato un comunicato nel quale sottolinea che "il momentum dell'industria guiderà l'E3 2019 verso nuove altezze" ed evidenzia la presenza di molti editori, tra cui Bethesda, Square-Enix, Ubisoft, Take-Two, Warner Bros. Interactive Entertainment, Konami, Capcom, Activision.

Ghost of Tsushima (in foto), Death Standing e The Last of Us: Part II sono le principali esclusive PS4 in arrivo. Nessuna ha una data d'uscita e all'E3 2019 Sony avrebbe rischiato di riproporre le stesse cose dell'ultima edizone.

Ciononostante è difficile non vedere tra le parole dell'ESA un po' di timore: se anche Sony decidesse di perseguire su una strada sulla falsa riga di quanto fanno sia Electronic Arts sia Nintendo, per l'ESA sarebbe comunque un duro colpo. Di fatto soltanto uno dei tre produttori hardware, ossia Microsoft, terrebbe una conferenza.

Però è improbabile che la decisione di Sony durerà anche per l'edizione 2020 dell'E3. È plausibile, invece, che Sony possa tornare all'E3 2020 in pompa magna, con PlayStation 5 e una serie di esclusive pensata per dare risalto al catalogo di lancio della nuova console. L'E3 2019 per Sony avrebbe avuto poco senso: a giugno del prossimo anno non avrebbe avuto niente di nuovo rispetto a quanto sappiamo oggi. Qualche nuovo trailer e qualche filmato di gioco, ma nessun annuncio né sorpresa.

Nell'era dello streaming, però, appare sempre più evidente che la fiera di Los Angeles, pur rimanendo un punto cardine del programma annuale delle aziende, non sia più indispensabile come un tempo. Ciò non toglie però che l'E3, inteso come finestra temporale di giugno in cui le aziende annunciano i propri giochi, resti fondamentale; come se tale programmazione sia ormai talmente consolidata da essere inevitabile, gli utenti si aspettano un'ondata di novità in quei giorni.

Ciò appare chiaro analizzando le situazioni di Nintendo ed Electronic Arts. Sebbene la prima basi il proprio E3 sugli annunci del Direct, tiene il suo evento nello stesso slot orario di sempre, lo stesso che la vedeva protagonista quando teneva conferenze tradizionali; sebbene Electronic Arts si sia staccata dall'E3, EA Play ha luogo sempre a Los Angeles e sempre nella finestra temporale dell'E3.

Da alcuni anni Electronic Arts non partecipa più all'E3. Ma il suo EA Play avviene nella stessa finestra temporale e sempre a Los Angeles.

Insomma, l'evento dell'ESA trasforma per alcuni giorni Los Angeles in un palcoscenico videoludico a cui nessuno - che sia fisicamente all'E3 oppure in separata sede - può rinunciare tanto facilmente. Sony lo farà ma si trova nella posizione di farlo; anzi, esserci avrebbe probabilmente avuto un effetto peggiore che non esserci.

L'E3 inteso come maxi evento irrinunciabile in ogni caso sta scricchiolando, ma è probabile che sopravviva ancora a lungo. Per bilanciare la decentralizzazione degli annunci, l'ESA sta includendo altri eventi, come i tornei di esport (per esempio il Fortnite Pro-Am dello scorso E3), e promette di dare maggiore spazio anche alla "comunità di sviluppatori di videogiochi indipendenti".

L'E3 sta diventando sempre meno necessario per le case di sviluppo, specialmente quelle più grandi e con maggiori risorse, ma la necessità di un'attrattiva che porti stampa e appassionati a Los Angeles a giugno rimane. E fino a prova contraria, tale richiamo resta ancora l'E3.

Avatar di Massimiliano Di Marco
Massimiliano Di Marco: Aspetta la pensione per recuperare la libreria di giochi di Steam. Critica qualsiasi cosa si muova, soprattutto se videoludica, e gode alla vista di Super Mario e Batman.
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