Soul Hackers 2, la recensione
Ingannando la morte, un improbabile gruppo di eroi prova a impedire la fine del mondo.
Sono passati quasi 10 anni dalla pubblicazione dell'originale Soul Hackers e ben 25, se si considera la data di rilascio dell'edizione su Sega Saturn piuttosto che la sua rimasterizzazione per Nintendo 3DS.
Inutile dire, quindi, che Soul Hackers 2 non fosse certo un titolo atteso e che quindi il suo trailer di annuncio abbia destato sorpresa, quando non persino confusione, nei videogiocatori più giovani, i quali probabilmente non avevano sentito nominare l'IP prima di allora, vuoi per loro anagrafica, vuoi per la limitata commercializzazione del gioco sul mercato occidentale.
Per fortuna, con Soul Hackers 2, Atlus ha saggiamente scelto la via dell'eredità spirituale, piuttosto che quella del sequel diretto: per questa ragione, non è indispensabile conoscere il titolo precedente per godere appieno di questo nuovo JRPG. Troviamo comunque curiosa la scelta di rimuovere la nomenclatura “Devil Summoner” e “Shin Megami Tensei” dal titolo, pur mantenendo la numerazione dei capitoli.
Soul Hackers 2 si svolge in un futuristico Giappone cyberpunk, in una società avanzata e interamente connessa dalla rete ma dove, prevedibilmente, i problemi sociali ed economici continuano a opprimere la popolazione più debole e povertà e violenza dilagano incontrollate tra le strade.
È in questa ambientazione distopica che Aion decide d'intervenire: la misteriosa e quasi onnisciente rete neurale prende coscienza nel momento in cui i suoi calcoli prevedono un'imminente fine del mondo e decide quindi d'intervenire per prevenirla.
Nascono così Ringo e Figue, incarnazioni semiumane di Aion, il cui obiettivo sarà quello di anticipare e impedire gli eventi che porterebbero alla fine della realtà conosciuta. Soul Hackers 2 mantiene infatti, come da tradizione, il classico trope apocalittico, tipico della saga Shin Megami Tensei, così come i temi filosofici-spirituali e di critica sociale.
Mandate in missione dalla super IA Aion, Ringo e Figue raduneranno una variegata squadra di evocatori di demoni, che pur con le loro differenze caratteriali e obiettivi, cercheranno di collaborare nel tentativo di fermare Maschera di Ferro, l'uomo a capo della Cerchia Fantasma, intenzionato a evocare l'Essere Supremo e plasmare un nuovo mondo dalle ceneri del precedente.
Una volta avviata una nuova partita, il giocatore ha la possibilità di selezionare un livello di difficoltà e la modalità di gioco preferita, tra le classiche “grafica” e “prestazioni”: avendo avuto modo di provare il titolo su PlayStation 5, possiamo dire che entrambe le opzioni sono valide, ma che per gusto personale consigliamo sempre di vivere questo genere di giochi con la massima fluidità possibile, che nel caso del nostro hardware ha permesso un framerate stabile a 60fps per l'intera durata dell'avventura.
Come spesso accade nei moderni JRPG, vi è la possibilità di selezionare il doppiaggio preferito tra inglese e giapponese, mentre occorre una menzione d'onore per la sempre benvenuta presenza della localizzazione italiana, via via più presente nei titoli Atlus degli ultimi anni. Dal punto di vista grafico, invece, Soul Hackers 2 presenta un ottimo cel-shading, mentre i design dei personaggi sono stati curati da Shirow Miwa.
Fin dalle prime ore di gioco, appare evidente l'influenza esercitata dal successo di Persona 5 nelle scelte di sviluppo portate avanti in questo titolo: la presenza di un party umano, elementi di bonding tra la protagonista e gli altri membri del gruppo, inquadrature e interfaccia degli scontri, tutto sembra echeggiare del titolo di maggior successo di Atlus degli ultimi anni.
Tuttavia, non vanno nemmeno sottovalutate le grandi differenze fra i due giochi, forse poco evidenti nei trailer rilasciati dagli sviluppatori. I protagonisti della storia sono più maturi sia anagraficamente che nel loro atteggiamento e il mood generale della storia, complice anche l'ambientazione distopica, è assai più cupo e non vengono nascosti la morte e il sangue, gli interessi sessuali di diversi personaggi e l'uso di bevande alcoliche e armi da fuoco (e parliamo di vere armi da fuoco, non proiezioni mentali all'interno di una dimensione alternativa); non aspettatevi ovviamente una versione in stile anime di Cyberpunk 2077 ma rispetto ai sempreverdi personaggi in età scolastica, l'idea d'impersonare figure più adulte e cupe ci è parsa una bella boccata d'aria.
Il sistema di combattimento di Soul Hackers 2 prevede un party da 4, schierato contro le file nemiche da annientare, siano esse umane o demoniache. Le azioni alleate e nemiche sono scandite da classici turni, che non saranno però influenzati dall'exploit di debolezze e resistenze dei nemici da sconfiggere.
A differenza di quanto visto nei recenti Shin Megami Tensei, quindi, approfittare dei punti deboli avversari non farà guadagnare turni extra e, viceversa, l'uso di abilità poco efficaci non ridurrà il numero di azioni disponibili. Questo vale, ovviamente, anche nel caso delle mosse nemiche.
Tuttavia, Soul Hackers 2 propone una valida alternativa: il sistema di combo. Accumulare combo con attacchi che colpiscono le debolezze permetterà di attivare la Tregenda (desueto ma affascinante termine per indicare il più noto Sabbath) e adunare un gruppo di demoni alleati, per colpire il party nemico con un colpo finale estremamente potente.
Durante la Tregenda vi è anche la possibilità che si attivino le abilità Tandem, nel caso in cui qualche demone ne sia provvisto, che ne aumenteranno ulteriormente l'efficacia con l'aggiunta di effetti secondari. I protagonisti non faranno scendere in campo direttamente il demone loro assegnato, ma ne utilizzeranno le abilità, assorbendone anche le debolezze e resistenze ai vari tipi di attacco.
Le entità non possono essere sostituite nel corso del combattimento a meno di usare un'abilità comandante di Ringo: questa, insieme a diverse altre ottenibili proseguendo nell'avventura, sono azioni speciali e dall'uso limitato, ma che possono ribaltare le sorti della battaglia se impiegate saggiamente.
Ciascun personaggio può quindi “equipaggiare” un demone, insieme ad altri oggetti e accessori che ne alterano le statistiche e le affinità elementali. Fin dalle prime ore di gioco è fondamentale aggiornare il COMP, l'arma principale di un evocatore di demoni, ogni volta che se ne avrò l'occasione: consumando i materiali ottenuti esplorando e sconfiggendo demoni, il COMP fornirà importanti miglioramenti alle statistiche dei protagonisti, nuove abilità ed effetti passivi.
Anche il sistema di reclutamento dei demoni presenta differenze rispetto al solito, dato che le creature non andranno convinte, corrotte o minacciate nel corso dei combattimenti che le vedranno protagoniste, ma si incontreranno durante l'esplorazione dei dungeon grazie all'intercessione dei demoni alleati; questi fungeranno da supporto al gruppo di evocatori anche in altre maniere, ad esempio recuperando oggetti e denaro, o curando il gruppo in parte o del tutto. L'apparizione dei demoni e le azioni da loro compiute sono casuali e varieranno di volta in volta.
Nel caso del reclutamento di nuovi spiriti sarà spesso richiesto un prezzo da pagare, in moneta sonante, risorse o salute, ma la meccanica è stata – purtroppo, a nostro avviso – estremamente semplificata rispetto a quanto visto in passato.
Non mancherà ovviamente la possibilità di fondere i succitati demoni per crearne di nuovi e più potenti. In questo caso, il sistema non presenza grandi novità rispetto al passato e torneranno le fusioni classiche e quelle “speciali”, che richiedono determinate condizioni per essere completate.
Oltre ai demoni alleati, i dungeon brulicheranno ovviamente di creature ostili da affrontare in combattimento. I nemici sono visibili a schermo ed è possibile seminarli o stordirli temporaneamente per evitare lo scontro. Casualmente appariranno nelle mappe delle creature potenti, più difficili da affrontare ma che premieranno il gruppo con un'enorme quantità di punti esperienza, o nemici rari, elusivi e pronti a fuggire da un momento all'altro, ma che se sconfitti riempiranno le tasche degli eroi di denaro e oggetti preziosi.
In linea di massima, comunque, il level design di Soul Hackers 2 non ci ha convinto appieno per via della sua impronta smaccatamente old school e che nel 2022 inizia a soffrire gli acciacchi dell'età: i dungeon di gioco non sono particolarmente labirintici o dai puzzle ambientali complessi, ma solo estremamente lunghi e con ambientazioni piuttosto spoglie e poco varie. L'assenza d'incontri casuali corre fortunatamente in aiuto del giocatore e permette di velocizzare non poco l'esplorazione.
Anche per quanto riguarda la gestione delle missioni secondarie, abbiamo percepito una certa stanchezza strutturale. Le quest sono spesso frammentate in troppi passaggi e richiedono al giocatore di viaggiare più e più volte da una zona all'altra giusto per scambiare due parole con l'NPC di turno... e nel caso di missioni di eliminazione bersagli o recupero all'interno dei dungeon, l'assenza di indicazioni su dove possano trovarsi l'obiettivo obbliga a esplorare interamente e per l'ennesima volta il livello, con un consumo di tempo che si sarebbe potuto facilmente evitare, rendendo questo genere di attività piacevoli, oltre che puramente necessarie per il potenziamento del gruppo.
Oltre ai dungeon, la mappa di Soul Hackers 2 si compone di piccole aree urbane esplorabili, con al loro intero i vari negozi in cui fare acquisti e potenziare il gruppo. Un luogo assai importante è il rifugio, in cui i protagonisti possono recuperare le forze e consumare pasti che ne aumenteranno temporaneamente le statistiche e/o aggiungeranno effetti secondari positivi.
Altro punto di ritrovo fondamentale è il Bar Heidrun, dove Ringo e compagni potranno rilassarsi davanti a una birra e conoscersi meglio. Aumentare l'affinità con i membri del gruppo è indispensabile per sbloccare abilità extra e potenziamenti, ma si tratta di una feature prettamente legata alle attività pratiche all'interno del gioco, dato che non saranno presenti route romantiche e nemmeno la possibilità di fallire gli eventi social dando risposte sbagliate.
Altrettanto importante sarà l'Axis, un misterioso ambiente sotterraneo e digitale creato da Aion stesso. Con l'aumento dell'affinità con i membri del gruppo, Ringo potrà spingersi sempre più in profondità, scoprendo il loro passato e ottenendo ricchi premi.
Per quanto riguarda la longevità di gioco, Soul Hackers 2 offre una campagna principale di circa 35 ore, se affrontata a difficoltà standard. Questa può più che raddoppiare, nel caso in cui i giocatori puntino al completismo e alla perfetta ottimizzazione del gruppo di evocatori e demoni.
Soul Hackers 2 è un'ammirevole riproposizione di un'IP dimenticata dal tempo; il gioco cerca di far contenti un po' tutti, mantenendo un'anima classica e svecchiando il genere con elementi di gameplay di Persona 5, che sappiamo essere stato molto apprezzato dal pubblico. Il risultato è un ibrido che i fan del genere probabilmente apprezzeranno, ma la mancanza di coraggio nel creare qualcosa di iconico potrebbe condannare Soul Hackers 2 a essere ricordato “solo” come un buono gioco derivativo e poco altro. Solo il tempo potrà darci la risposta.