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Razer Leviathan V2 Recensione

Una nuova soundbar per chi vuole tutto a portata di mano.

Il bello di avere a che fare con brand storici come Razer è che spesso, anche per motivi prettamente commerciali, si affezionano a un prodotto e con il passare del tempo lo aggiornano a seconda dell’evoluzione tecnologica o dei gusti della clientela. Il brand del serpente è famoso per questo visto che nel passare degli anni ha praticamente quasi del tutto esaurito i nomi dei serpenti velenosi considerando la vastità del suo catalogo.

Logico quindi vedere arrivare sul mercato le riedizioni di prodotti che abbiamo già recensito in passato come il Leviathan. Si tratta di una Soundbar con subwoofer separato simile a quella che avevamo testato sette anni fa pensata per un pubblico non particolarmente avvezzo a soluzioni 2.1 ma che, in questo caso, pensa di utilizzare il dispositivo anche come diffusore audio connesso a uno smartphone per riprodurre musica e telefonate.

Una vista della piedinatura sottostante. Volendo si può rimuovere o inserire piedini angolari compresi nella confezione.

Andiamo a vedere nel dettaglio il contenuto della confezione che prevede un imballaggio molto accurato sia per la soundbar sia per il subwoofer per evitare spiacevoli incidenti in fase di trasporto e spedizione. La soundbar è molto compatta ed è fatta apposta per essere posizionata sotto il monitor del vostro PC. La lunghezza corrisponde a poco più di una tastiera full-factor: la piedinatura è in gomma di ottima qualità e ci concede il lusso di rimuovere i due piedini per abbassare ulteriormente la soundbar e portare quasi a contatto con il tavolo. In questo caso sono presenti quattro piedini in gomma che rendono la soundbar perfettamente stabile quando si lavora sulla pulsantiera nella parte superiore.

Nella confezione ne sono presenti altri due per inclinare la soundbar e farla “guardare” verso di noi con un’angolazione di circa 20 gradi. A noi piace di più con la piedinatura “flat” inserita anche per un motivo pratico e non solo estetico: questa soundbar è caratterizzata nella parte inferiore da una linea di led che riflette sul tavolo la modalità di utilizzo in cui si trova in quel momento: in verde viene pilotata dal PC, in blu è connessa a un dispositivo Bluetooth.

Il subwoofer è altrettanto semplice: il grosso tasto da tastiera, come lo aveva definito il nostro Marco Ballabio nel maggio 2015 ha lasciato il posto a un normale cubo completamente nero con la membrana che punta verso il basso e abbondante piedinatura per garantirne la stabilità. Il Subwoofer si connette direttamente alla soundbar e non è alimentato esternamente: una bella notizia per chi vuole ridurre al massimo la gestione dei cavi intorno al proprio PC. A proposito di cable management, l’installazione della Leviathan V2 è una vera sciocchezza visto che già alimentando la soundbar e collegando il subwoofer potete usarla in modalità standalone connessa a un dispositivo bluetooth.

Il trailer di presentazione ufficiale della Razer Leviathan V2.Guarda su YouTube

Aggiungete il cavo USB in dotazione e ci si collega anche al PC per l’installazione diretta. Rispetto al primo modello è sparito l’ingresso Toslink e quello analogico da 3.5 e su questo aspetto torneremo in fase di valutazione. Sulla parte superiore della soundbar si trova la pulsantiera che permette di eseguire tutte le operazioni di controllo grazie al tasto di accensione centrale, al pairing Bluetooth, allo switch tra le due sorgenti (PC e Bluetooth) e ai due controlli volume. Tutto quello che non si può fare dai controlli integrati si può eseguire via PC dall’app Synapse ma soprattutto da smartphone grazie all’App Razer Audio che permette di gestire tutti i dispositivi wireless Razer come ad esempio le Kaira Pro che abbiamo recensito qualche tempo fa. In quest’area è possibile procedere all’accensione/spegnimento della soundbar, regolazione dell’equalizzazione. Se volete lavorare anche sulla parte visuale della barra sottostante occorre installare separatamente anche RGB Chroma, per quanto non abbiamo sentito particolare necessità di farlo.

Abbiamo subito messo alla prova il Leviathan V2 collegato al nostro Samsung A52 con Spotify installato per capire come se la cavava nella gestione della musica e delle chiamate e dobbiamo dire di esserci trovati abbastanza bene. Ovviamente le limitazioni del Bluetooth, per quanto 5.2 non permettono di avere esigenze da audiofili in queste modalità, ma l’utilizzo è stato tutto sommato soddisfacente. La Soundbar e il subwoofer suonano piuttosto bene con tutti i generi soprattutto con i profili di equalizzazione preimpostati di Film e giochi, mentre quello musicale è forse un po' piatto. In questa modalità si raggiunge un volume massimo notevole ma non sufficiente a sonorizzare una stanza di grandi dimensioni; in ogni caso l’ascolto è gradevole tipico dei diffusori di buona qualità per quanto non si raggiunga la spazialità offerta da diffusori 2.1 o 4.1.

Per sfruttare al meglio le Leviathan V2 ci si deve giocoforza connettere al PC e installare Synapse, che offre maggiori possibilità di configurazione rispetto all’app da cellulare. Ma soprattutto, occorre installare il plug in THX per scoprire le vere potenzialità di questa soundbar e portarla a tutto un altro livello in termini di volume e prestazioni. In questo caso, si riesce finalmente a sbloccarne le funzionalità di surround simulato che rendono la soluzione di Razer una vera alternativa compatta a un setup audio tradizionale posizionando i diffusori in modo cablato attorno all’ascoltatore.

Su smartphone è possibile installare Razer Audio e RGB Chroma per pilotare le funzioni della soundbar e il profilo led nella parte inferiore.

Abbiamo messo alla prova le Leviathan V2 con un gioco che fa dell’audio e della sua direzionalità una componente essenziale come Escape From Tarkov, un cui un passo udito in una direzione sbagliata può fare la differenza tra un’estrazione andata a buon fine o un 7.62X51 in mezzo agli occhi. Il responso è sorprendentemente buono considerando che si tratta di un surround simulato, di cui possiamo confermare l’ottima resa anche in altri titoli gaming come Battlefield 5, Call of Duty: Modern Warfare (2019) e la versione PC di God of War.

Cambia nettamente anche la situazione in ambito musicale con volumi nettamente più elevati in grado, ora si, di sonorizzare una stanza anche di dimensioni ragguardevoli e una qualità del suono molto più alta, grazie anche una risposta in frequenza decisamente superiore alla riproduzione via bluetooth. In modalità cablata la Leviathan V2 sembra praticamente un altro prodotto per qualità del suono espressa e soprattutto potenza di uscita senza distorsione. Ma in questo caso si tratta di potenze degne di un mediacenter di fascia economica che non sfigurerebbero sotto un televisore per guardare un film senza pretese di un impianto home theater di fascia alta che non hanno senso in un utilizzo gaming stando a mezzo metro dalla soundbar.

Questo ci porta al vero difetto che possiamo ascrivere alle Leviathan V2, ovvero la mancanza di ingressi come un Toslink o un HDMI che possano renderlo adatto a un utilizzo di questo tipo. Le dimensioni compatte nascono La qualità costruttiva e il supporto THX meriterebbero anche un contesto del genere ed è evidente la volontà di Razer di relegare la Leviathan V2 a un ambiente più ristretto in un ambito gaming. Scelta a nostro modo di vedere discutibile considerando la qualità costruttiva e le potenzialità di un prodotto di questo tipo. Questo ci porta alla seconda critica che possiamo muovere alla Leviathan V2, ovvero la gestione software: Synapse su PC e Razer Audio per smartphone sono app ben fatte e solide ma non sono sufficienti per gestire al meglio tutte le funzionalità della soundbar. In entrambi i casi per pilotare la barra d’illuminazione occorre installare separatamente RGB Chroma (ma se ne può fare tranquillamente anche a meno).

I controlli si trovano tutti sulla parte superiore. Accensione, selezione fonte, accoppiamento bluetooth e volume.

Più fastidiosa è l’installazione separata del protocollo THX che richiede un profilo Razer dedicato ed è strumentale ad ottenere il meglio dalla Soundbar, essenzialmente solo collegando un PC in grado di gestirla a dovere. Ci auguriamo che in futuro Razer intervenga unificando la gestione software in un'unica dashboard di controllo su PC o smartphone. Va comunque detto che una volta eseguito il setup, tutto ha sempre funzionato benissimo senza conflitti o problematiche di incompatibilità e nel complesso nulla preclude in futuro questa anomalia possa essere sanata direttamente da Razer che speriamo accolga questa richiesta.

Nel complesso, la Leviathan V2 è il prodotto che ci aspettavamo da Razer per una “riedizione” a distanza di qualche tempo pensata per migliorare le caratteristiche di base della versione precedente. Il salto di qualità c’è stato a nostro modo di vedere sul fronte dei volumi complessivi in modalità THX, nettamente superiori rispetto al Dolby della V1, ma anche nei valori di risposta in frequenza, evidenziati dalle specifiche tecniche ufficiali. Il surround simulato è invece molto simile e si confermano i pregi e i difetti tipici dei diffusori di questo genere che puntano alla virtualizzazione rispetto a un setup tradizionale che non tutti possono installare per esigenze di spazio o configurazione della postazione gaming.

Il prezzo è come sempre altino trattandosi di Razer (249 euro) ma la qualità del prodotto è obiettivamente indiscutibile, soprattutto per quanto riguarda la resa audio tipica di diffusori di alto livello. Aggiungere le porte di cui abbiamo parlato poco fa avrebbe conferito alla Leviathan V2 una flessibilità da mediacenter che avremmo grandemente apprezzato. È anche vero che non si tratta di un prodotto per continui spostamenti di setup e se deciderete di acquistarlo, lo parcheggerete definitivamente sulla vostra scrivania: per chi già dispone di un setup Razer composto da mouse, tastiera, tappetino e cuffie RGB, il risultato estetico è assolutamente garantito.