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Speciale Batman: Storia dei videogiochi del giustiziere di Gotham

La storia dell'uomo pipistrello nel mondo dei videogiochi.

Da quando i videogiochi hanno fatto irruzione nella cultura di massa, l'operazione cosiddetta di “tie-in” si è dimostrata una fra le più potenti armi a disposizione dei mondi virtuali: non era mai esistito, e non esiste tutt'ora, alcun medium capace di far vivere in prima persona agli appassionati le avventure dei propri idoli. Giocare con le action figure e con la fantasia era una cosa (meravigliosa), ma la possibilità di vestire i panni dell'uomo pipistrello e affrontare a muso duro il crimine di Gotham ha spalancato i cancelli su tutt'altro tipo di esperienza.

Non è un caso che l'ultima decade sia stata costellata di progetti volti a regalare vita e movimento ai personaggi resi celebri dalle tavole dei fumetti: se in parte ciò è dovuto al rinascimento e alla conseguente esplosione dei comics nella pop culture, gran parte del merito risiede proprio nella duttilità intrinseca del videogioco, che ha una capacità senza pari di calare gli appassionati nel ruolo di protagonisti assoluti delle avventure.

E oggi, in attesa del lancio digitale (19 Aprile) dell'ultimo film The Batman che riprende in scala uno a uno le atmosfere del fumetto - diretto da Matt Reeves e interpretato da Robert Pattinson, Zoe Kravitz, Paul Dano e Colin Farrell – vogliamo ripercorrere quella che è stata invece la storia del giustiziere di Gotham nell'universo dei videogiochi, rispolverando titoli ormai dimenticati e puntando i riflettori sulle opere che tutti dovrebbero giocare.

Ecco le esperienze che meglio hanno tradotto l'investigatore privato più famoso di tutti i tempi secondo la formula del video-game, tra scivoloni e clamorosi successi, dal 1986 fino al futuro della saga di Bruce Wayne.

Batman (1986 – Spectrum, MSX, Amstrad)

Batman 1986 per Amstrad

Parlando di videogiochi di Batman, è inevitabile partire dalle origini, le vere origini, la prima avventura fatta di pixel volti a regalar vita all'uomo pipistrello. Pubblicato da Ocean Software, questo titolo si snodava lungo un mondo isometrico tridimensionale nel quale il giocatore prendeva il controllo dell'alter-ego di Bruce Wayne, esplorando i dintorni della bat-caverna al fine di ricostruire il suo hovercraft e gettarsi in soccorso di Robin.

Ovviamente si trattava di un'avventura estremamente semplice, priva di riferimenti espliciti al di fuori dell'iconico costume e di qualche raro rimando all'enigmista, studiata per durare poco più di una mezz'ora in totale. Nonostante ciò, era la prima volta che l'uomo pipistrello compariva dall'altra parte dello schermo, inaugurando una leggenda che sarebbe sopravvissuta e cresciuta oltre misura nel corso dei decenni successivi.

Batman: The Caped Crusader (1988 – Amiga, Commodore, Spectrum, MS-DOS)

Batman The Caped Crusader per Amiga

Fra tutti i titoli dedicati a Batman prodotti dall'industry, The Caped Crusader del 1988 rimane tutt'ora non solo uno dei più criptici, ma anche uno fra i più innovativi in assoluto. Pur essendo anch'esso sviluppato da Ocean Software, The Caped Crusader adottava una struttura completamente diversa dal predecessore: si snodava lungo strisce pensate per ricalcare le origini a fumetti dell'eroe, mescolando all'azione la ben più rara libertà d'azione e consentendo al giocatore di esplorare un vasto mondo orizzontale.

Oggi sono in pochi a ricordare questo titolo, ma il gameplay costruito sulle tavole a fumetti – e soprattutto la campagna divisa fra un “albo” dedicato al Pinguino e uno al Joker – la rendono una fra le avventure meglio caratterizzate in assoluto fra quelle emerse nei confini di Gotham. Ciò detto, la natura di avventura arcade, così come le peculiarità del gameplay, diedero forma a una scarsa chiarezza che impedì all'opera di raccogliere grossi consensi.

La prima “Golden Age” (1989-1996 - piattaforme e generazioni multiple)

L'avvento delle home console targate Nintendo e Sega, assieme alla proliferazione delle prime macchine da gioco d'ogni genere, portò a una vera e propria età dell'oro del settore che non risparmiò ovviamente le sponde dell'uomo pipistrello. In questi anni uscirono oltre cinque varianti del videogioco “Batman”: dal celebre "The Movie" - che fece faville nel 1989 - fino ad arrivare al “Return of the Joker” pubblicato per Super Nintendo. Gran parte dei titoli erano accomunati da uno scivolamento del gameplay verso le formule rese celebri da Ninja Gaiden e soprattutto Mega-Man.

Batman Return of the Joker per NES

Se nel gameplay cominciavano a comparire il batarang, il rampino, la bat-mobile e tutti i gadget della Wayne Enterprises, gli sfondi dei livelli cominciavano finalmente ad ospitare orde di villain storici minori, come Deadshot, Heat Wave o Nightslayer. La formula del side-scroller sembrava perfetta per incarnare l'azione di Batman, ma a onor del vero finì per essere la veste prescelta praticamente da qualsiasi tie-in dell'epoca, portando il genere ad una sorta di stagnazione.

Il problema fu proprio che nel lungo periodo questa interpretazione delle avventure di Batman finì per cementarsi al punto da mutare semplicemente la veste in ragione del contesto dell'epoca di riferimento. Se il primo side-scroller per Amiga era ispirato al film del 1989, Batman Forever del 1995 per console Nintendo e Sega avrebbe proposto la medesima formula semplicemente riallacciandola al discusso motion picture dell'epoca, senza portare alcuna rivoluzione a livello di gameplay. Nei videogiochi di Batman dei primi anni '90 si menavano nemici tra fondali in side-scrolling, niente di più e niente di meno.

Batman & Robin (1998, PlayStation)

Batman e Robin per PlayStation

Anche se sono in pochi a ricordare questa release, Batman & Robin per PlayStation sviluppato da Probe Entertainment e pubblicato da Acclaim merita un'analisi particolare, in primo luogo per il fatto di essere il primo titolo open-world dedicato all'uomo pipistrello. Le innovazioni, anche sul fronte tecnico, furono molte: elementi sandbox emergenti (come la possibilità di sventare rapine a un dato orario in-game), traffico gestito in tempo reale, civili ai bordi delle strade e tante altre ispirazioni.

Era possibile vestire i panni di Batman, Robin e Batgirl, ciascuno dotato del suo veicolo esclusivo, al fine di ripulire le strade di Gotham e rispondere prontamente alle minacce, conducendo indagini che – se svolte al meglio – portavano alla cattura dei super-criminali. Sfortunatamente, Acclaim si era fatta una certa nomea negativa per quanto riguarda le opere su licenza di scarso valore, e proprio come accadde al film suo contemporanea, anche il videogioco finì per essere mal recepito e rapidamente dimenticato.

Batman Beyond: Return of the Joker (2000 – PlayStation, Nintendo 64 e GameBoy Color)

Batman Beyond Return of the Joker

Finora abbiamo trattato alcuni fra i più interessanti e i migliori titoli dedicati a Batman. Ma che dire invece dei peggiori? Return of the Joker per PlayStation e Nintendo 64, sviluppato da Kemco e pubblicato da Ubisoft, raccolse una media voti che si assestò ben al di sotto del 4, etichettandolo senza mezze misure come uno fra i peggiori titoli tie-in di tutti i tempi.

Il titolo avrebbe dovuto essere un beat-em up in 2.5D costruito sulle fondamenta di Streets of Rage e dei suoi altri fratelloni, mettendo il giocatore nei panni di un cattivissimo Batman creato per distruggere orde di nemici. Il problema è che non funzionava nulla: c'erano boss che morivano nel giro di un paio di secondi, nemici impossibili da colpire che nonostante ciò finivano inerti nelle hitbox dell'eroe, una durata complessiva irrisoria e uno stile completamente inadatto al genere di riferimento.

Il “medioevo” dei videogiochi di Batman (2000-2008 – piattaforme multiple)

Gotham City Racers

Sfortunatamente per Bruce Wayne, Return of the Joker fu solamente il primo in una serie di sonori tonfi che accompagnarono il nome di Batman a qualunque release videoludica lo portasse in calce. Come spesso succede con i titoli su licenza, quando manca una direzione artistica consapevole e una comunione d'intenti si sfocia nella volontà di costruire opere pensate solamente per battere cassa, spremendo il brand fino all'ultima goccia.

Questo fu il periodo, ad esempio, in cui vide luce Gotham City Racers di Ubisoft (2001), probabilmente uno dei peggiori racing game a tema mai realizzati, tecnicamente indietro di anni e costruito su meccaniche semplicemente disfunzionali. Qualche anno dopo arrivò Batman: Dark Tomorrow per Gamecube (Kemco, 2003), che fu universalmente “acclamato” come il peggior titolo mai ricamato attorno alla figura dell'uomo pipistrello.

Negli anni successivi, i lanci non riuscirono mai ad abbandonare la bolla della mediocrità. Meritano una menzione tanto Batman: Rise of Sin Tzu (2003) quanto Batman Begins (2005), il primo basato su un personaggio originale e stilizzato secondo l'arte della serie animata, mentre il secondo ovviamente ispirato alla prima iterazione cinematografica firmata Christopher Nolan. Era ormai chiaro che la sovraesposizione dei tie-in dell'uomo pipistrello aveva portato una crisi creativa, e nel mercato moderno non c'era spazio per tie-in “low effort” dal sicuro successo: nei tre anni successivi, infatti, per la prima volta non venne pubblicato alcun titolo di Batman.

La nascita di LEGO Batman (2008 – multipiattaforma)

LEGO Batman

Fra tutte le serie di videogiochi in circolazione, quelle costruite con i mattoncini LEGO sono di gran lunga le più sottovalutate dall'utenza. Le interpretazioni in chiave LEGO di alcuni dei brand più celebri del pianeta sono infatti ottimi costrutti di game-design, capaci di mescolare un umorismo leggero con formule di gameplay dal sicuro successo. E ovviamente Batman non fa eccezione.

Pur non essendo un titolo straordinario, il primo LEGO Batman fu una fresca boccata d'ossigeno dopo anni di nulla assoluto, un'avventura divertente e spensierata nella quale i cameo si sprecavano. Puzzle, combattimenti, personaggi storici: questi erano proprio gli ingredienti di cui, come vedremo in seguito, la formula videoludica di Batman aveva terribilmente bisogno.

Batman: Arkham Asylum e l'era di Arkham (2009 – multipiattaforma)

Batman Arkham Asylum

Nell'intera storia dei videogiochi tie-in, pertanto non limitatamente all'universo creativo di Batman, è possibile fare una netta distinzione, un “prima e dopo” come raramente se ne presentano fra i confini del medium. L'avvento di Batman: Arkham Asylum, titolo sviluppato da Rocksteady e pubblicato da Warner Bros segnò un netto spartiacque per l'industry: nessuno, infatti, aveva mai neppure sfiorato l'elevatissimo livello di cura che lo studio inglese riservò alla sua personale visione dell'uomo pipistrello.

Per la prima volta un titolo dedicato a Batman raccolse una media voto superiore al 90, portando a casa tantissimi premi tra cui il BAFTA per il miglior gioco dell'anno e diventando universalmente riconosciuto non solo come il miglior titolo legato al mondo supereroistico, ma come uno fra i migliori progetti tie-in mai realizzati. Il mondo, il design, l'attenzione ai dettagli, la partecipazione di attori straordinari come Mark Hamill, trasformarono quella di Arkham in una leggenda intramontabile.

Batman Arkham Knight

Il grande successo giunse tuttavia quando il pubblico poté toccare in prima persona il game design estremamente ispirato di Rocksteady, che implementò il freeflow system per regalare un nuovo sapore ai combattimenti del giustiziere, mescolando senza sforzo villain ed elementi storici della serie su un tappeto di gameplay più che mai appagante. Per la prima volta era stato realizzato un videogioco non solo fedele, non solo divertente, non solo funzionale, ma soprattutto capace di reggersi sulle proprie gambe come una grande opera a prescindere dalla volontà di mettere in scena il brand di Batman.

Il più grosso merito dell'intera serie Arkham, e non solo di Asylum, fu quello di riportare nei confini dei videogiochi una serie di fan dell'uomo pipistrello che si erano ormai allontanati dal medium e al tempo stesso di accontentare tantissimi videogiocatori ai quali non fregava nulla della figura di Batman. Insomma, Arkham Asylum fu un bellissimo videogioco, senza se e senza ma, e inaugurò la seconda età dell'oro, quella definitiva, quella che anche domani definirà il futuro di queste opere.

Batman: The Telltale Series e il ritorno alle avventure grafiche (2016 – multipiattaforma)

Batman the Telltale Series

Proprio come Rocksteady nel campo dei tie-in, Telltale ha portato una rivoluzione di pari entità nel sottobosco delle avventure grafiche da quando ha portato a casa praticamente ogni singolo premio per il gioco dell'anno in seguito alla release della sua versione di The Walking Dead. Dopo anni di latitanza, le avventure interattive sono tornate prepotentemente al centro del palcoscenico, dimostrando come un piccolo sacrificio sul fronte del gameplay duro e puro possa regalare un gusto unico alla componente narrativa dei videogiochi.

Anche se Telltale non riuscì a raccogliere una travolgente accoglienza per il suo Batman, si tratta comunque di un esperimento interessante, se non altro per dare spolvero a quell'interpretazione dell'uomo pipistrello – che è protagonista assoluta dell'ultimo The Batman – vicina al detective noir della prima ora fumettistica. D'altra parte, uscire con un nuovo titolo dopo i traguardi raggiunti da Rocksteady con la serie Arkham era un compito più che mai arduo.

Batman: il futuro del tie-in (2022 - ???)

Da quando Rocksteady ha scolpito nella pietra le regole alla base di un tie-in di successo, è diventato estremamente difficile riuscire a immaginare qualcosa di diverso, un prodotto rivoluzionario in grado di regalare nuovo spolvero alle incursioni supereroistiche nel medium dei videogiochi. È possibile confezionare una formula che sia addirittura migliore di quella incarnata dalla serie Arkham?

The Batman di Matt Reeves

La verità è che l'universo di Batman è talmente vasto e pregno di storie che meritano di essere raccontare che, quando si individua l'equazione matematica corretta, non resta altro da fare se non metterle in scena. La certezza per il futuro, infatti, risiede proprio in Rocksteady, che ormai da anni promette non solo di riportare oltre lo schermo l'uomo pipistrello, ma anche di posizionare al centro del palcoscenico nuovi eroi targati DC Comics.

Ma cosa possiamo aspettarci effettivamente dal videogioco di Batman “del futuro”? Forse un titolo dalla ancora maggiore enfasi narrativa capace di rivaleggiare con le hit di SIE? Forse un titolo ancor più marcatamente open-world per trasformare il setting di Gotham in un mondo ancor più vivo e convincente? E a voi cosa piacerebbe trovare oltre i cancelli della prossima avventura dedicata all'uomo pipistrello?

Nel frattempo, tra qualche giorno potremo ingannare l'attesa attraverso il The Batman di Matt Reeves, che sarà disponibile per la visione su tutte le principali piattaforme dedicate all'intrattenimento in streaming. Forse il futuro del brand nei videogiochi sarà proprio legato alla figura del detective noir emersa dalla recente pellicola?