Spenser Confidential - recensione
A Boston c'è bisogno di un Giustiziere.
A partire dagli anni '70, il noto scrittore di gialli Robert B. Parker scrisse una serie di libri incentrati sulla figura di Spenser, investigatore d'azione. I romanzi sono poi divenuti una serie TV di successo negli anni '80, con Robert Urich come protagonista (per gli appassionati segnaliamo che in un episodio della terza stagione compariva Sarah Michael Gellar a inizio carriera).
Ad essa era seguito uno spin-off, dal nome Un uomo chiamato Falco, dedicato a Hawk, uno dei compagni di avventure di Spencer, con Avery Brooks (il Comandante Sisko in Deep Space Nine).
Parker è stato uno scrittore molto "cinematografico", dai suoi libri sono stati tratti film (Appaloosa, di e con Ed Jarris, e quattro film TV sull'investigatore Joss Stone, con Tom Selleck). Morto nel 2010, dopo qualche tempo la famiglia ha autorizzato due scrittori a proseguire la sua opera. Del libro Wonderland, scritto nel 2013 da Ace Atkins, si è impossessata la coppia Peter Berg/Mark Wahlberg, per la loro quinta collaborazione, amici anche fuori dal set in una sintonia di intenti che ha dato luogo a film come Lone Survivor, Deepwater Horizon, Boston Caccia all'uomo e Red Zone.
A Boston, città spesso frequentata dal genere poliziesco, Spenser è un agente rilasciato dopo cinque anni di galera per aver selvaggiamente pestato un suo superiore, colpevole, a suo dire, di avere insabbiato un'indagine per sporchi interessi.
Esce e trova ad accoglierlo il suo vecchio amico Henry, figura paterna e nume tutelare (Alan Arkin). Il suo superiore nel frattempo ha fatto carriera ed è diventato capo della Polizia. Ma finisce brutalmente ammazzato in concomitanza con la scarcerazione di Spenser. Coincidenza? Non crediamo. Fortunatamente il nostro protagonista ha un alibi solido ma in questo modo si trova ancora più coinvolto nel caso, anche se ormai sta studiando per camionista e farebbe meglio a lasciar perdere.
Le indagini ufficiali si avviano verso una comoda direzione, assai conveniente per certi soggetti che Spenser ben conosce. E soprattutto a lui le ingiustizie proprio vanno di traverso. Mentre litiga e fa l'amore con l'ex fidanzata, un'agguerritissima dog sitter dal linguaggio molto esplicito, si butta a capofitto nella ricerca della verità, aiutato da Henry e da Hawk, un gigantesco omone che si è ritrovato come coinquilino (Winston Duke, visto in Black Panther e Avengers Endgame).
Non dobbiamo dimenticare che Spenser Confidential, con un titolo che rifà il verso a un noir di ben altra sostanza, discende da una serie scritta negli anni '70, e quindi la trama "crime" non è particolarmente innovativa.
Inoltre viene ufficialmente definito come una "commedia d'azione", con la sceneggiatura scritta da un professionista come Brian Helgeland (regista di Il destino di un cavaliere, Legend con Tom Hardy, autore di storie d'azione di buon livello come Payback, Mystic River, Man on Fire, Pelham 1 2 3, Green Zone), affiancato dal quasi esordiente Sean O'Keefe.
Il film si risolve in un classico poliziesco "fiabesco", con l'eroe solitario che combatte contro i corrotti e i criminali, che raddrizza torti e protegge i più deboli (non per nulla il gruppetto dei tre amici viene sarcasticamente accusato di voler essere Batman, Robin e Alfred), uscendo miracolosamente illeso da scontri e sparatorie violentissimi.
Ma visto che così la trama non sarebbe molto originale e faticherebbe a costituire motivo di interesse, si cerca di costruire un personaggio eccentrico, un eroe fallibile, che le dà ma anche le prende, il cui rapporto affettivo più forte, dopo quello con Henry, è col suo vecchio cagnetto acciaccato dall'età.
E si innaffia il tutto con situazioni da commedia comica: le battute pungenti con Henry, proprietario della palestra in cui Spenser è cresciuto (un Alan Arkin che con la sua svagatezza salva qualunque ruolo); la variante da tipico buddy movie del suo rapporto con Hawk, il gigantesco aspirante lottatore, mite però riflessivo, mistico e vegetariano, affidato alla fisicità di Winston Duke; gli scontri verbali e gli scontri amorosi con l'ex fidanzata (che è Iliza Shlesinger, una nota "comedian"), personaggio un filo sopra le righe.
Fra i compagni di prigionia compare anche Post Malone, per la prima volta su grande schermo dopo tante collaborazioni a colonne sonore e infiniti video. I cattivi sono delle vere carogne e sono o poliziotti corrotti e assassini, o trafficanti sudamericani che si dilettano coi machete (che fa sempre la sua bella impressione).
Non sempre però il mix funziona, la percezione è che ci sia meno action e più comedy (anche se forse a controllare il minutaggio si pareggia) e alla fine Spenser Confidential si rivela un film senza pretese, un po' datato ma non del tutto da buttare se si cerca un'ora e quaranta di elementare distrazione.
Mark Wahlberg è il perfetto protagonista, con la sua faccia che non è mai stata particolarmente espressiva e che dall'età e dalle rughe ha tratto giovamento; un attore che, per avere cominciato a lavorare esibendo l'elastico delle mutande per Calvin Klein, si è costruito una carriera rispettabile anche come produttore, con film i cui protagonisti erano, oltre che poliziotti o militari, uomini comuni, spesso proletari costretti dalle circostanze a comportamenti eroici, arrivando a frequentare a sorpresa anche la commedia leggera.
Nel finale balena l'apertura a una serialità, perché gli elementi ci sono tutti: di ingiustizie da sanare trabocca la nostra cronaca e nel frattempo si è costituita una forma di anomala "famiglia" con componenti tutti diversamente eccentrici, che è sempre un'ottima base. Però da un film di Peter Berg ci aspettavamo di più.