Spider-Man: Il regno delle Ombre
L'insostenibile tela del ragno.
Ecco, lo sapevo. Ancora una volta intrappolati nella tela del ragno. Stavolta, però, si tratta di vedere quanto in Activision abbiano saputo rendere resistente questa fitta ragnatela, che si porta dietro l'ennesima avventura videoludica di Spiderman. Non c'è alcuna pellicola in uscita nelle sale a reclamare attenzione: le attese per qualcosa di innovativo erano pertanto legittime.
La trama di Spider-Man: Il regno delle Ombre prende ispirazione più dai fumetti che non dal filone cinematografico. L'intraprendente Peter Parker indosserà nuovamente la sua attillata calzamaglia, e con lui ci saranno alcune delle più gloriose conoscenze di casa Marvel, tra cui Luke Cage, Moon Knight e Wolverine. Insomma, saranno presenti molti altri loschi figuri sbucati da chissà dove (ma scoprirete tutto da voi). All'inizio, su richiesta di Luke Cage, ci troveremo a presenziare un meeting tra bande rivali che come consuetudine stanno mettendo a ferro e fuoco la città. Ordinaria amministrazione per qualsiasi supereroe legalmente riconosciuto.
La faccenda deve subito complicarsi, altrimenti non c'è gusto, ed è per tale motivo che il nostro eroe si trova subito attorniato da una schiera di cecchini (ventidue per l'esattezza) pronti a dargli il benvenuto. Tramite la Web Strike, avremo modo di tenere a bada gli assalitori facendo un uso aggressivo dei nostri poteri, giusto per far capire ai cattivoni con chi hanno a che fare. Stiamo parlando di roba da fumetti, è vero, ma questo inizio del gioco ha decisamente qualcosa di surreale. Già, perchè in pratica vi ritroverete a mandare per aria i cecchini "uno per uno". Ora, i nemici sono per definizione un po' tonti, ma qualcuno ci spieghi perché anche il ventiduesimo cecchino se ne sta lì ad aspettarci in attesa di morire, quasi fosse in fila al supermarket. Il silenzio redazionale che è seguito alla successiva scena filmata potrebbe dirvi più di mille parole, credetemi.
Okay, trattasi quindi di "quel" genere di gioco. Quello in cui qualcuno ti affida degli incarichi (perché sei un supereroe, è chiaro) e così ti rechi in tal posto, fai fuori i nemici e poi torni indietro. Ancora e ancora e ancora. Nessuna missione è stata ritenuta talmente noiosa o inutile da non essere stata riproposta almeno dieci, venti volte, lungo il corso dell'avventura. Con tanto di quest secodarie al seguito.
Non nascondiamo la nostra delusione, anche perché ad essere onesti il sistema di combattimento non ci è dispiaciuto affatto. Le mosse e le combo scorrono in maniera fluida e abbastanza intuitiva (lanciare la ragnatela per agguantare i nemici offre sempre discrete soddisfazioni) ma oltre ad alcune "imprese" alquanto coreografiche, il gioco fa davvero poco per sfruttare al massimo tali potenzialità. In pratica vi troverete a passare da una missione all'altra in una New York virtuale quasi senza vita, con il solo scopo di abbatere nemici tutti uguali, acquisire punti esperienza, apprendere nuove mosse e tornare ad abbattere nemici tutti uguali. Ancora e ancora e ancora.
E ancora.