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Spider-Man No Way Home Recensione: Le grandi responsabilità costano care

L'amichevole eroe di quartiere e l'elitario Stregone Supremo.

Eccoci a parlare di Spider-Man: No Way Home, film tenuto così segreto che sembrava non sarebbero state fatte nemmeno anteprime stampa, per timore che anche involontari spoiler sciupassero il risultato finale. Quindi garantiamo che anche noi non diremo niente di compromettente. Certo chi non avesse nemmeno guardato i trailer, è meglio non legga proprio niente, nemmeno le sinossi brevi.

Tutta questa segretezza, questo hype, avevano senso? Premettiamo che ormai l'Universo Marvel non è più una normale serie di film divertenti, ma è diventato un Progetto biblico, un Disegno cosmico, una Narrazione mitologica (maiuscole volute), per prolungarsi all'infinito, andando a ritroso nei tempi, ipotizzando multiversi che moltiplicano le linee narrative, impossessandosi di tutte le versioni che di certi personaggi sono state fatte, prima che Disney ramazzasse il tavolo e si comprasse tutto (ma non proprio tutto...).

Con la comprensibile volontà di far produrre uova alla famosa gallina d'oro fino alla fine dei secoli, affiancando per di più i film con serie tv live action e in animazione, tutto per riempire anche la programmazione dello streaming.

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Godranno i fan(atici), lo spettatore della strada potrebbe divertirsi senza troppi pensieri. Anche se a ogni nuova visione si è colti dal pensiero sgomento di non ricordarsi bene quello che era successo prima, perdendosi allusioni e rimandi. Per questo motivo i film Marvel dovrebbero iniziare con un riassunto delle puntate precedenti, come nelle serie tv.

Warner ci ha pensato e nell'incipit di Spider-Man: No Way Home ci riallacciamo a quanto successo alla fine di Far from Home, con la menzogna di Mysterio diffusa su tutti gli schermi del mondo e l'odioso Jonah Jameson (J.K. Simmons) che svela al mondo la vera identità dell'Uomo Ragno.

Segue quindi una prima parte con i toni di commedia che si incentra su questo argomento, sui problemi di Peter nel suo rapporto con l'assai equilibrata MJ, con i suoi amici e la sempre meravigliosa zia May, con il suo "fidanzato" Happy. Perché la notorietà potrebbe anche fare piacere, ma contro Peter si è scatenata una bella campagna d'odio, come quelle che vediamo verificarsi sui social.

Essere la fidanzata di un super eroe può essere impegnativo...

In questa parte c'è la veloce comparsata di un personaggio notissimo, che farà esclamare il primo wow alla platea. Ma ben altri seguiranno. Inizia poi tutta la parte di maggiore intrattenimento, più d'azione, con l'entrata in scena di sempre nuovi personaggi, e che prenderà dei risvolti drammatici. In questa parte ha rilievo la figura del Dottor Strange, nel rapporto complicato fra un ragazzino che sta ancora imparando cosa sia la vita e uno che lo sa anche troppo. Quello che succede poi è davvero top secret.

Il film dura due ore e mezza e riesce a intrattenere e divertire, per le idee della sceneggiatura, per la quantità di interpreti che scendono in campo, per i vorticosi combattimenti, per alcuni momenti più toccanti. Diversi siparietti più leggeri sono ben inseriti e ci sono un sacco di battute spassose.

Volendo si può leggere anche una riflessione sui media menzogneri, in caccia di scoop inventati per fare audience, che accusano le loro vittime di crimini inesistenti, denunciandoli come colpevoli dei disastri che proprio loro hanno provocato, con campagne stampa che incitano all'odio.

Una strana coppia delle più improbabili.

"A fare del bene ci si rimette sempre", dice uno dei protagonisti e se ci viene ripetuta la famosa frase "a grandi poteri corrispondono grandi responsabilità", appare chiaro che il prezzo da pagare è molto alto. Un prezzo tale da far crescere in fretta un amichevole ragazzetto di quartiere, inizialmente convinto che tutto fosse un bel gioco. E in questo senso è indubbio che Peter fa tenerezza.

Qui subirà la tentazione di abbandonare i suoi principi morali, quelli amorevolmente inculcati dalla zia May, e abbandonarsi alla vendetta (ma nel film circola un discorso morale, anche se non è Disney a produrre, e in fondo non ci aspettiamo niente di diverso).

Quanto alle mitizzate scene post-credits, ce n'è una di mid-term con allaccio a un personaggio Marvel-non Disney e una finalissima, quasi un mini-trailer dedicato al prossimo film Marvel in uscita. Il regista, Jon Watts, è lo stesso di Homecoming e Far from Home e si avvia a diventare uno specialista di Spider-Man, ma a ragione perché sta facendo un ottimo lavoro. Che la lavorazione sia stata tormentata dalla pandemia, con interruzioni e riprese, per fortuna non si nota affatto.

Un ragazzino che assiste alle magie di uno Stregone.

Comunque valeva la pena vederlo nell'agognata anteprima stampa, con controlli che hanno fatto sembrare superficiali quelli della dogana americana? Massì, dai...