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Sports Island Freedom

Liberi di non comprarlo.

Nel dodgeball, giusto per fare un esempio piuttosto chiaro, il ritardo nella risposta è tale da rendere ogni partita una sorta di morra cinese, nella quale è necessario prevedere la mossa dell'avversario per riuscire a vincere.

Il motivo? Semplice! Una volta che la palla è stata lanciata nella propria direzione, pur spostandosi fisicamente in tempo è praticamente impossibile evitarla, visto che l'avatar rimane fermo al proprio posto per più di un secondo, ignorando l'agile salto sul divano eseguito dal giocatore.

Tutto questo, oltre ad essere estremamente triste e deprimente dal punto di vista ludico, distrugge un'esperienza che, altrimenti, avrebbe potuto garantire qualche ora di sano divertimento.

In un panorama tanto sconfortante, però, c'è una piccola nota positiva: il design delle sfide di paintball. La disciplina in questione, infatti, è gestita in modo profondamente diverso rispetto a quanto ci si sarebbe potuto aspettare. Invece di trovarsi di fronte a un tipico mini-gioco dove non si deve fare altro che sparare nella direzione dei bersagli, una volta avviata la partita si rimane spiazzati di fronte a una dinamica in stile FPS, gestita però nella totale assenza di controller o periferiche fisiche.

Nel dodgeball fortunatamente non è necessario indirizzare la palla (operazione difficile da eseguire, come Kinectimals insegna). C'è il lock-on automatico!
Il tennis non sarebbe nemmeno male, se non fosse per il drammatico ritardo che affligge il rilevamento dei movimenti da parte del Kinect.

Il sistema di controllo è macchinoso e difficile da metabolizzare (oltre a richiedere un movimento continuo attraverso un'area piuttosto vasta), il puntamento dei bersagli è pura follia, ma tutto questo dimostra che, in effetti, mettendo tutto nelle mani di un buon game designer potrebbe essere possibile realizzare esperienze simili a quelle degli FPS "normali".

Al di là di questo esperimento interessante, tutto il resto si controlla esattamente come potete immaginare, riproducendo i movimenti basilari delle singole discipline.

Al di là dell'esperienza poco coinvolgente offerta dal gioco, è anche la caratterizzazione grafica a lasciare piuttosto freddini, così come la mancanza di cura nella realizzazione dell'interfaccia.

I menu sono lenti come pochi altri (difetto che non può certo essere giustificato dallo sfruttamento del Kinect, visto che in titoli come Dance Central tutto funziona in modo fluido e quasi istantaneo), al punto da rendere tediose perfino le fasi di navigazione tra una finestra e l'altra.

Se siete alla ricerca di un titolo che possa allietare le vostre serate post-natalizie facendo divertire tutta la famiglia in modo semplice e intuitivo, NON puntate su Sports Island Freedom. Tutto ciò che otterreste sarebbe una lunga sequenza di imprecazioni rivolte a voi stessi per aver speso soldi inutilmente.

4 / 10
Avatar di Filippo Facchetti
Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.

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