Spyro Reignited Trilogy - recensione
Il draghetto viola arriva pigramente su Switch.
Su Nintendo Switch sta uscendo il mondo. L'agenda di quest'ultima parte del 2019 è a dir poco ricca di spunti e tutti sono alla ricerca di buoni motivi per ottimizzare le uscite, scegliendo solo i titoli degni del loro portafogli. Possiamo darvi una mano dicendovi che la qui presente trilogia di Spyro può tranquillamente essere messa nella lista dei titoli da recuperare in seguito.
I motivi possono essere molteplici. Per prima cosa molti di voi l'hanno sicuramente già giocata su altre piattaforme e la sola possibilità di portarsela dietro in modalità portatile non basta per giustificarne l'acquisto. Ancora più rilevante è il fatto che questa edizione Switch soffre di alcuni problemi che la rendono inferiore alle versioni PS4/One, non tanto in termini estetici ma di godibilità.
È passato quasi un anno da quando abbiamo avuto di ritrovare il simpatico draghetto viola sulle console dell'attuale generazione. Il lavoro fatto dai ragazzi del team Toys For Bob su questi remake è stato egregio ma fin da allora tutti speravamo nell'arrivo della Spyro Reignited Trilogy su Switch. Siamo stati accontentati ma l'attesa non è stata ripagata da un prodotto all'altezza delle nostre aspettative.
I contenuti ovviamente sono gli stessi, nessuno si aspettava novità di sorta in questo ambito. Ciò che lascia perplessi è il modo in cui i tre titoli sono stati portati sull'hardware Nintendo, apparentemente senza alcuna ottimizzazione.
In modalità portatile i tre giochi fanno la loro bella figura, ma quasi subito si notano alcuni inspiegabili cali di frame rate e il fastidioso effetto "seghettato" (dicasi Aliasing) che speravamo di esserci ormai lasciati definitivamente alle spalle. Già qui il confronto con le quasi immacolate versioni PS4 e Xbox One lascerebbe spazio a qualche imprecazione, ma siamo ancora all'inizio.
Il bello, si fa per dire, arriva quando si inserisce l'ibrido hardware nel suo dock e l'immagine passa magicamente alla TV posizionata in salotto (o camera, fate voi). Il "polliciaggio" si alza notevolmente - noi siamo passati dai 6.2 dello schermo Switch ai 46 di un LED Samsung - e i difetti risultano ancora più evidenti.
La risoluzione inferiore diventa evidente anche ad occhi meno allenati e i colori appaiono leggermente più slavati. Gli sporadici cali di fluidità riscontrati in modalità portatile diventano più frequenti e pur non arrivando mai a rendere ingiocabile l'avventura di turno risultano fastidiosi e spiegabili unicamente con un lavoro di conversione a dir poco svogliato.
Inutile quindi dire che il modo migliore per usufruire della Spyro Trilogy su Switch è con la console ben stretta nelle proprie mani. I problemi rispetto alla modalità docked diventano molto più sopportabili e con il passare dei minuti ci si lascia trasportare più facilmente nei fiabeschi livelli di Spyro the Dragon, Gateway to Glimmer e Year of the Dragon.
Lascia un po' l'amaro in bocca l'assenza di una qualsiasi feature che sfrutti le caratteristiche peculiari della piattaforma Nintendo. Lo schermo touch e il Rumble HD non sono stati sfruttati in alcun modo e questo è un vero peccato.
In termini di contenuti la quantità di materiale giocabile offerta è davvero notevole, ma per i dettagli in merito vi rimandiamo alla nostra recensione dello scorso anno. Come dicevamo all'inizio di questa veloce recensione non ce la sentiamo di consigliarvi spassionatamente questa versione Switch della trilogia a meno che non abbiate evitato le precedenti proprio per aspettare questa.
In tal caso possiamo prevedere un futuro aggiornamento che risolverà i problemi evidenziati nelle scorse righe e renderà l'esperienza più vicina a quella divertentissima e spensierata delle altre edizioni.