Star Hammer: The Vanguard Prophecy - recensione
Dove non basta un laser arriva un cannone al plasma.
Il cuore di un buon gioco del genere tattico risiede nelle scelte offerte al giocatore. Come diceva il buon Sid Meier, il gameplay sta tutto nelle scelte interessanti e non c'è probabilmente genere più adatto a dimostrarlo che quello tattico. Il grande successo del recente X-Com Enemy Unknown lo testimonia, insieme con i tanti titoli che stanno cercando di replicarne l'ottimo mix di accessibilità e profondità.
Star Hammer: The Vanguard Prophecy si posiziona nel genere tattico in un tema però relativamente poco battuto, ovvero quello spaziale. Più precisamente, il titolo offre battaglie tra navi spaziali a turni con fase degli ordini e successiva visione dei risultati. La formula è molto interessante perché in effetti la cultura popolare ha prodotto tali e tante variazioni sul tema che si è creata una sorta di solida teorizzazione di come si dovrebbero comportare navi di questo tipo, soprattutto sul lato dei combattimenti nello spazio. Ciò vuol dire che esiste materiale per creare le decisioni interessanti di qui sopra...
E in effetti Star Hammer The Vanguard Prophecy (d'ora in poi SHTVP) sfrutta proprio questa ricchezza di elementi di gioco per offrire un combattimento tattico profondo e, a tratti, anche molto divertente. Innanzitutto è d'obbligo premettere che, ovviamente, nello spazio non solo nessuno ci può sentire (ehm), ma non essendoci limitazioni di gravità né punti di riferimento, è possibile sfruttare un terzo asse di movimento. Il gioco offre infatti cinque piani su cui spostarsi, cosa che garantisce alle battaglie il carattere di complicati scontri 3D con relative scelte strategiche.
Oltre a questo, ogni astronave dispone della possibilità di focalizzare la propria energia su scudi, motori o armi (si diceva, per l'appunto, degli insegnamenti della cultura popolare "spaziale" moderna) attraverso un pratico (e facilmente comprensibile) sistema visivo. Sul lato delle armi è invece possibile assegnare priorità a ogni tipologia montata sull'astronave e anche prendere la mira personalmente nel lancio di missili o nell'uso di contromisure. Infine, per quanto riguarda i motori, assegnare loro più potenza significa ottenere un raggio di spazio raggiungibile più ampio.
Già ora pare abbastanza chiaro che le battaglie proposte da SHTVP possono risultare non solo complesse ma anche molto variegate come sviluppo. Ciò soprattutto in considerazione del fatto che il giocatore ha la possibilità di assegnare ordini ogni manciata di secondi; questo è quanto dura infatti ogni turno. Visti i risultati dei vostri ordini (appunto pochi secondi d'azione), potrete lasciare che le vostre unità proseguano a seguire le vostre vecchie direttive oppure correggerle in corsa.
Il risultato di questo gameplay è una gioia per gli occhi degli appassionati ma anche un'interessante esperienza che richiede una certa dedizione per dare le giuste soddisfazioni. Studio del nemico, movimento in formazione, scelta del tipo di astronave giusta per ogni compito e poi gestione della situazione particolare di ogni unità.
L'interfaccia con cui tutto questo è realizzato è buona senza far gridare al miracolo e, soprattutto, non brilla per modernità. Tutto è a portata di clic ed è abbastanza intuitivo ma ha un netto sapore "old style" e l'interazione con i comandi è poco soddisfacente. Potrebbe sembrare cosa di poco conto, ma, visto che il giocatore si trova a dare ordini così spesso (pochi secondi, come detto sopra), questo fattore non aiuta il "fun factor" di SHTVP.
Graficamente siamo su buoni livelli. La direzione artistica ha svolto un buon lavoro, sia sul lato della fazione amica che su quella aliena. La natura del titolo prevede però che l'intero apparato estetico venga "inquadrato" nell'interfaccia (un po' come tutti i titoli tattici) e questo, visto il design non proprio brillante di quest'ultima, penalizza tutto il comparto.
Ma il vero problema risiede in tutto quanto è intorno al combattimento, ovvero nella storia e nello sviluppo dell'intera campagna. Innanzitutto il nemico che vi troverete ad affrontare, pur essendo interessante, manca di varietà nel lungo periodo, soprattutto considerato che la campagna (unica modalità disponibile oltre lo skirmish) dura circa trenta missioni. Anche considerando l'introduzione graduale delle diverse astronavi amiche, la campagna diventa presto ripetitiva mettendo in difficoltà anche un ottimo sistema di combattimento come quello di SHTVP. Inoltre, i valori di produzione della campagna sono bassi. Testi, grafica e trama (generica) non sono all'altezza del resto del gioco e questo toglie motivazione a proseguire.
In definitiva, Star Hammer: The Vanguard Prophecy offre un ottimo sistema di combattimento spaziale confezionato con grande cura ma anche inserito in un'esperienza di gioco generale piuttosto scialba e poco coinvolgente.
La differenza di impegno profuso nelle due aree danneggia il titolo in maniera grave lasciandolo zoppo e consigliabile solo a precise condizioni e con molti caveat. C'è da sperare che gli sviluppatori riprendano il sistema di combattimento per titoli futuri più bilanciati nelle risorse dedicate e, magari, più ricchi di modalità di gioco.