StarCraft II: Legacy of the Void - recensione
Blizzard chiude la trilogia in crescendo.
Era il 1998 quando, forte dei successi ottenuti grazie a Warcraft, Blizzard presentò il suo ultimo prodotto sterzando prepotentemente dal fantasy al fantascientifico. Ora, con l'ultimo capitolo della serie di StarCraft II, Legacy of the Void, giungiamo al termine delle avventure dei nostri beniamini, Raynor, Kerrigan e Zeratul, e dei tanti altri coprotagonisti di questa epica storia.
Dopo quasi 17 anni di attesa è tempo dunque di scoprire il finale di una delle saghe più amate dell'interno panorama videoludico. Con un titolo che, a detta della casa madre, andrà a calare definitivamente il sipario su un gioco che per molti, amanti o meno del genere, ha dato vita al mondo degli sport elettronici.
Ecco perché non è semplice scrivere una recensione per StarCraft II: Legacy of the Void. Di fatto è come se in un solo titolo si nascondessero due anime, ognuna di esse col loro seguito e la propria fan base, e non è assolutamente detto che se siete appassionati dell'una dobbiate esserlo anche dell'altra.
In ogni caso ci sono delle premesse che faranno felici gli appassionati di StarCraft II. Legacy of the Void, seppur legato fortemente ai suoi predecessori, sarà un gioco stand alone a tutti gli effetti. Chiunque potrà giocare sia alla campagna, sia alla modalità multiplayer, senza aver bisogno né del primo, né del secondo titolo. Un'ottima decisione, specialmente per chi si aspettava un po' di aria fresca in una community che per troppi anni è stata chiusa in se stessa, e che darà nuova linfa al titolo ed a tutto ciò che si porta dietro in termini competitivi.
Chi è interessato all'acquisto troverà numerose versioni tra cui scegliere: due edizioni fisiche (dal classico DVD alla Collector's Edition) e due digitali (anche in questo caso una classica ed una Digital Deluxe). Chi sceglierà la versione "maggiore" avrà accesso ad una serie di skin e di ritratti esclusivi da mettere in mostra durante le partite; mentre per la Collector's fisica è previsto uno speciale cofanetto con all'interno un Blu-ray con il "making of", il CD con la colonna sonora e un artbook a colori realizzato egregiamente.
Legacy of the Void sarà interamente dedicato ai Protoss e sarà quindi questa la razza che andremo ad utilizzare durante la campagna single player, sempre ricordando quanto i destini di tutti i protagonisti della narrazione siano fortemente legati tra loro. Heart of the Swarm, la precedente espansione, terminava con l'uccisione di Arcturus Mengks, storico antagonista della serie, e l'ennesima separazione di Raynor e Kerrigan, con quest'ultima diretta verso Amon, uno Xel'Naga rinnegato che vuole portare il "Vuoto" in tutto l'Universo.
In questa campagna seguiremo le vicende di Artanis, la guida spirituale e politica dei Protoss, nell'intento di riprendere il controllo del pianeta natale Aiur e liberare l'universo dalla minaccia di Amon. Della storia non credo sia giusto dare altri dettagli, anche perché i colpi di scena non mancheranno sin dalle prime battute, ma è interessante vedere quelli che sono stati i cambiamenti nella struttura del gioco single player.
Se infatti nel precedente episodio tutta la personalizzazione della campagna passava attraverso il modificare le caratteristiche della protagonista, Kerrigan, questa volta le cose saranno molto differenti. Il filo narrativo passa attraverso l'astronave Protoss principale, la Lancia di Adun, che andremo a ripristinare durante le missioni introduttive.
All'interno della nostra base operativa avremo due interessanti possibilità di personalizzazione. Attraverso il Concilio di Guerra potremo scegliere quali unità utilizzare nelle singole campagne, e che saranno sempre più potenti nel prosieguo della campagna. Attraverso il Nucleo Solare invece avremo a disposizione un'interessante serie di aiuti provenienti proprio dalla Lancia di Adun, da attivare durante le missioni.
Anche in questo caso la varietà degli aiuti (si passa dal velocizzare la creazione di strutture all'evocazione accelerata di un'unità) andrà a stimolare la rigiocabilità, alla ricerca della combinazione migliore. In entrambi i casi le nostre scelte non saranno mai irreversibili e da una missione all'altra potremo modificare sia le unità selezionate, sia gli aiuti dell'astronave.
A proposito delle missioni, dobbiamo ammettere che dopo le numerose critiche rivolte ad Heart of the Swarm, Blizzard stavolta offre una varietà molto più ampia di situazioni. La storia è ricca di colpi di scena e i video d'intermezzo sono splendidi, con Blizzard sempre maestra su questo fronte. Il comparto tecnico è poi buono e se da un punto di vista grafico non sono state apportate grandi novità, l'inedita colonna sonora è assolutamente aderente al contesto delle missioni che il gioco propone.
Prima di addentrarci nelle novità riguardanti il multiplayer, credo sia doveroso soffermarsi sulle nuove unità a disposizione delle varie razze. Ogni fazione disporrà di due nuove opzioni, che renderanno ancora più imprevedibile lo svolgersi della partita. I Terran avranno il Cyclone, una sorta di drone mobile con un utilissimo sistema di automira, e il Liberatore, un'unità che potrà essere utilizzata per difendersi dagli attacchi aerei nemici ma anche per annientare le truppe terrestri una volta impostata la modalità di artiglieria statica.
Ottime anche le novità per quanto riguarda i Protoss, dove Blizzard ha cercato di velocizzare le meccaniche di questa razza introducendo le Adepte, unità terrestri con un interessante tipologia di teletrasporto, ed il Disgregatore, una delle unità più discusse durante la Beta che risulterà letale nel colpire gruppi di nemici molto compatti.
Per finire registriamo due nuovi ingressi anche per gli Zerg, che in verità sono evoluzioni di unità che erano già presenti: il Laceratore è una Blatta molto più resistente dotata di un sistema d'attacco molto efficiente, mentre la Criptolisca (l'evoluzione dell'Idralisca ) è un graditissimo ritorno per tutti gli amanti della serie che potrà causare ingenti danni stando rintanata sottoterra.
Se da un lato queste sei unità costituiscono una novità per quanto riguarda il multiplayer, dall'altro con questo capitolo Blizzard ha portato avanti una vera e propria rivoluzione. Ascoltando le richieste della community e dei professionisti del gioco, si è cercato di creare un prodotto veramente differente, più frenico e imprevedibile, con l'obiettivo di spettacolarizzare il risultato finale nell'ottica degli streaming e dei tornei internazionali.
Per raggiungere l'obiettivo è stata completamente stravolta la gestione dell'economia delle varie razze, velocizzando la raccolta delle risorse e riducendo di conseguenza i tempi d'attesa per avere un esercito. Queste scelte, insieme alle nuove unità e alle nuove mappe, sembrano aver fatto centro, almeno stando ai feedback dei professionisti durante le fasi di sviluppo del gioco. Questi cambiamenti renderanno necessario rivedere le proprie strategie, ma dopo cinque anni era doveroso fare delle scelte coraggiose. I primi tornei ci diranno comunque se questi rischi verranno ripagati.
Le novità di Blizzard comunque non finiscono qui. È stata finalmente integrata una modalità Tornei automatizzata all'interno del client di gioco, che da quello che abbiamo osservato sembra essere molto intuitiva e ben organizzata, dando la possibilità a chiunque d'affacciarsi sul mondo competitivo.
Un'altra bella novità è rappresentata dalla modalità Arconte, che permetterà di giocare una partita di StarCraft a quattro mani con un altro alleato, dove uno dei due si concentrerà sulla gestione delle unità e l'altro sulle risorse e le strutture. Se sembra complesso da spiegare possiamo assicurarvi che all'atto pratico la modalità è veramente divertente, e negli ultimi mesi della Beta ci sono stati un bel po' di tornei giocati con essa.
Sono state poi introdotte nuovi missioni co-op, giocabili sia con un amico che con altri alleati reperibili nei server. Al momento si tratta di 9 mappe simili a quelle della campagna, affrontabili dopo aver scelto due comandanti per ogni razza, ognuno dei quali avrà delle proprie particolarità in termini di unità e poteri extra. Andando avanti con le missioni ogni comandante potrà sbloccare ulteriori potenziamenti e abilità.
Infine, come se quanto sopra fosse poco, proprio durante la BlizzCon sono già state annunciate delle espansioni che in qualche modo terranno vivo l'interesse della community. Si tratterà di missioni aggiuntive e parallele alla campagna principale che ci aiuteranno a scoprire qualcosa di nuovo riguardo ai tanti personaggi secondari, la prima delle quali riguarderà Nova.
Con StarCraft: Legacy of the Void, Blizzard cala allora il sipario su una storia che nel corso degli anni ha appassionato milioni di giocatori. La campagna single player è ben studiata, ricca di filmati degni dei migliori film d'animazione e con una colonna sonora eccellente. Quanto al multiplayer, sono state apportare modifiche coraggiose e innovative, ma che solo il tempo ci dirà quanto impattanti sulla community.
StarCraft: Legacy of the Void è uno stand alone che si finge espansione, un 'must have' per tutti gli amanti della serie e un ottimo modo, per i principianti, per avvicinarsi al mondo di StarCraft. In altre parole, è un gioco che vi consigliamo di avere.