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StarCraft II: Wings of Liberty

Le prime impressioni della beta multiplayer.

In una sorta di piramide immaginaria, al vertice ci sono i professionisti di StarCraft, quelli che giocano a livello competitivo, seguiti dagli utenti davvero eccezionali con questo titolo, e poi ancora dai buoni giocatori. Ancora più giù troviamo i semplici appassionati, e ancora dopo chi si avvicina agli RTS solo per diletto.

Molti di noi, qui a Eurogamer, appartengono a quest'ultima categoria, ma nonostante tutto siamo tutti saltati sulla sedia quando è finalmente partita la beta di StarCraft II. Al momento la beta in questione non è certo quella che chiamereste “una cosa accessibile”, visto che è esclusivamente multiplayer (l'unico livello di IA disponibile è così elementare che potrebbe batterlo anche un criceto).

Ovviamente questo non sarà un problema del gioco finale, ma se state pensando di buttare 300 euro per comprare una beta key da eBay, sappiate a cosa andate incontro. Molte persone lo stanno facendo davvero, visto che questo è il classico gioco dove l'incubo più grande di alcuni è quello di perdere qualche mese extra di allenamento. La versione completa del gioco, quando uscirà, comprenderà anche una vasta gamma di tutorial utili per accogliere i nuovi utenti, permettendogli di apprendere le tecniche base da sfruttare nello spietato mondo del multiplayer online di StarCraft II.

Anche allo stadio attuale di sviluppo del gioco, andare online è davvero emozionante. Il sistema in stile lobby/social network del nuovo Battle.net, pensato proprio attorno a StarCraft 2, è incredibilmente accogliente e permette di registrare i profili dei propri amici e di scaricare automaticamente le mappe quando se ne sente il bisogno.

I Ghost dei Terran possono lanciare una piccola carica atomica all'interno della base nemica, se riescono ad avvicinarsi abbastanza senza farsi individuare.

Il denaro che Blizzard ha investito, unito all'esperienza e al perfezionismo dell'azienda, hanno dato vita a una comunità solida e gustosa che, ne siamo certi, verrà presa come esempio da molte altre realtà future. È abbastanza chiaro, inoltre, che la community verrà riempita di risorse ed elementi utili a rendere meno traumatico il passaggio dalla totale inesperienza alla padronanza del gioco.

Questa è probabilmente l'unica speranza per i nuovi arrivati. Se non avete mai giocato online a StarCraft, non avrete idea di ciò che vi aspetta, anche se avete spolpato una marea di altri giochi strategici.

Oltretutto, se guardando i video e le immagini di StarCraft II diffuse fino a questo momento avete pensato “so esattamente come sarà questo gioco”, vi sbagliate di grosso. Certo, è un RTS tradizionale (si costruiscono la base e l'esercito e si cerca di avere la meglio sul proprio avversario), ma in pratica si tratta di un estenuante stress fisico e mentale.

Nella maggior parte degli RTS multiplayer la vittoria dipende unicamente da ciò che si ha in mano (le strutture e le unità costruite). In alcuni titoli, tuttavia, ciò che si fa con le proprie risorse è a dir poco cruciale. StarCraft II è completamente diverso, visto che la vittoria dipende da ciò che si ha in mano, e da come questo si relaziona con ciò che possiede il proprio avversario.

Avatar di Filippo Facchetti
Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.
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