Starship Patrol
Tower Defence fu l’inizio…
Nonostante un servizio di contenuti scaricabili inaugurato nel 1995 con il modem Satellaview per Super Famicom, Nintendo non sembra ancora essere a suo agio quando si tratta di promuovere e presentare giochi che non siano distribuiti con il metodo classico della scatola. Ora con la piattaforma di distribuzione digitale che risponde al nome di DSiWare, sarebbe venuto il momento di un cambio di direzione importante.
Purtroppo, però, c’è da sottolineare come Nintendo, all’atto pratico, sia ancora un po’ ingenua in questa sua “nuova” politica di marketing. Un esempio? La confusione che si crea ogni qualvolta viene annunciata l’uscita di un nuovo titolo scaricabile: sarà sullo store Americano? O forse soltanto su quello Giapponese? Hai controllato sul portale Europeo? A farne le spese sono i videogiocatori che rimangono disorientati da questa mancanza di precisione e di comunicazione che a volte può farci perdere delle autentiche chicche.
Starship Patrol è infatti un piccolo gioiello incastonato tra i comunicati stampa mai fin troppo chiari di cui abbiamo appena parlato. Si tratta del secondo titolo sviluppato da Q-Games per DSiWare, e forma una coppia eccellente con Reflect Missile, di cui recupera soltanto determinate caratteristiche vincenti, eliminando tutto il superfluo. Stavolta lo sviluppatore ha preso la struttura di un Tower Defence, in cui dobbiamo usare del denaro per piazzare delle torrette sulla mappa di gioco e poi gestire queste pseudo costruzioni belliche nel momento in cui siamo attaccati dai nemici.
Nonostante la trama intergalattica, la visuale di gioco è piatta e non così stellare. Tutto sembra approssimativo, ma è una sensazione apparente che nasconde un minimalismo comunque efficace ai fini dell’economia del gioco. Una sorta di sequenza di pagine a quadretti, in cui non bisogna svolgere alcun esercizio di matematica (ma somiglia molto a quei mitici quaderni!) che fa da scenario all’HUD e ai vari movimenti che dobbiamo gestire per venire a capo delle diverse situazioni.
Come detto, a livello di meccanica tutto somiglia al più classico dei Tower Defence. Ogni stage ha il suo bel numero di navicelle da difendere, ognuna con la sua serie di punti d’attracco sui quali collocare le torrette adoperando i fondi limitati che si hanno a disposizione. Quando riusciamo a distruggere le navi nemiche, queste esplodono in una manciata di confetti di energia che debbono essere raccolti per sviluppare ulteriori mezzi di difesa. Naturalmente alcuni nemici resistono maggiormente a determinati attacchi, quindi è fondamentale capire quale tipo di offensiva bisognerà migliorare o variare quando decidiamo di fare “acquisti”.
Questi upgrade possono essere trascinati col pennino direttamente sulle torrette, per aumentarne la potenza di fuoco in termini di impatto o di raggio d’azione. L’efficacia di queste modifiche è legata tutta all’esatto momento in cui si prende il power-up dal basso dello schermo e lo si trascina sulla torretta. Il giusto tempismo viene ricompensato con una buona dose di ulteriori upgrade, come del resto la precisione nella mira, visto che il fuoco di ogni torretta può essere indirizzato verso qualsiasi angolo dello schermo.