Starship Troopers Terran Command Recensione, tanti alieni insettoidi da annientare
L’unico insetto buono è un insetto morto!
Nel 1997 usciva in tutte le sale cinematografiche l’adattamento del romanzo di Heinlein, Starship Troopers, una re-immaginazione di un testo volutamente estremista e satirico che dipingeva una società votata al nazionalismo più estremo. Il film, al limite del B-movie fantascientifico, vedeva l’eterna lotta dell'umanità contro gli alieni, in tutto e per tutto simili ai Tyranids tanto cari agli estimatori di Warhammer 40k.
Questo film, che propagandava il militarismo più estremo, fu un grande successo e vanta tutt’oggi tantissimi fan, che ricordano con sincera gioia le scene d'azione over the top, le morti truculente al limite dello splatter e, soprattutto, la pessima recitazione di ognuno degli attori, rendendolo pertanto una di quelle piccole tanto brutte da essere iconiche.
Per quanto riguarda le trasposizioni videoludiche, Starship Troopers non ha mai avuto troppa fortuna, con giochi talmente mediocri che ormai si sono persi nelle nebbie dell’oblio. The Aristocrats, team di sviluppo sotto le ali di Slitherine, con Starship Troopers Terran Command cerca di riscrivere la storia digitale di questo franchise, portando sui nostri schermi uno strategico in tempo reale che per molti versi ricorda la blasonata saga di Warhammer 40k Dawn of War.
Il tutorial iniziale ci butta direttamente nell’azione, mettendoci a capo delle manovre belliche sul pianeta Klendathu, che tutti i fan del film ricorderanno come il teatro della battaglia più truculenta e campale dell’intera pellicola. Con una visuale classica dall’alto, il gioco ci mette al comando di un plotone di Terran Marines, nel tentativo di respingere, contenere e liberare questa zona del pianeta dalla minaccia insettoide. Ogni Squadrone può essere posizionato indipendentemente dal resto dell’armata, cercando di coprire ogni angolo della base.
Durante la missione possiamo richiedere rinforzi grazie a un sistema di ricompense ottenute seguendo gli ordini dall’alto, che non sempre sono sensati e spesso si rivelano ad alto rischio. Contare su più soldati e truppe da mandare al massacro di solito risulta essere una tattica assai valida, e riflette appieno l’estremismo di questa operazione militare che vede i nostri marine diventare pedine sacrificabili per il bene comune e che rendono questa esplorazione planetaria insulsa, senza scopi ben precisi e che sembra voler essere una giustificazione per mostrare i muscoli ai media, sempre inclusi nei report giornalieri dal fronte, più che una reale missione scientifica e/o di espansione coloniale.
Un filo conduttore questo che ci rimanda anche alla saga di Alien, dove la corporazione Leyland, nonostante i numerosi report di attività aliena su vari pianeti, si è sempre dimostrata insensibile al pericolo, il tutto per dimostrare che la specie umana non si piega a nessuno, nemmeno agli alieni.
Le varie unità a nostra disposizione in Starship Troopers vanno dai classici marine con fucile d’assalto e granate, truppe con lanciafiamme in grado di piazzare torrette difensive grazie a risorse aggiuntive ottenute tramite l’esplorazione, cecchini in grado di eliminare i pericolosissimi Spitter Bugs e i loro attacchi acidi a distanza, e truppe dotate di Lanciarazzi in grado di perforare le corazze spesse dei giganteschi Tank Bugs, pericolosissimi coi loro attacchi incendiari simil-napalm.
Le nostre basi operative sono sempre prefabbricate in ogni missione, e il nostro unico sforzo nella loro gestione è limitato a quali edifici posizionare e dove; strutture queste che ci permettono di chiamare più rinforzi in ogni missione e arruolare unità aggiuntive a seconda delle nostre esigenze.
Buona parte di ogni scenario è spesa nell’esplorazione della mappa circostante, inviando un numero adeguato di soldati per non venire sopraffatti dal numero esorbitante di insettoidi che sembrano sempre essere sempre davvero troppi. Il nostro compito sembra semplice sulla carta: distruggere i tunnel e liberare le miniere, il tutto per fermare il continuo spawn di nemici che inesorabilmente attaccheranno le altre strutture disseminate sulla mappa e persino la nostra base.
Queste strutture, abbandonate dai vari civili inviati dalla Terra, possono essere riconquistate e usate come basi avanzate da cui lanciare attacchi più vicino ai nidi pericolosissimi, con il valore aggiunto di poter ricevere risorse addizionali. Ogni truppa inoltre può aumentare di rango sopravvivendo ai numerosi attacchi e uccidendo più alieni possibili, sbloccando quindi abilità aggiuntive e un incrementando la loro potenza di fuoco.
Perdere truppe sia novizie che veterane pero è all’ordine del giorno, e quindi se cercare di potenziare ognuna di esse sembra essere una priorità, basta un semplice attacco di un tank bug a spazzare via un intero plotone, portandoci nuovamente a maneggiare reclute inesperte.
Sebbene questa tremenda fragilità dei nostri soldati, che sono pur sempre umani e non Space Marines, rispecchia appieno i massacri visti nel film, dall’altro lato rende l’avere unità al picco della loro forma un qualcosa di semplicemente cosmetico, che conta poco. Ed è un peccato perché l’azione di questo titolo è davvero fedele al materiale originale, ma noi come comandanti siamo portati ad affezionarci davvero poco ai nostri soldati.
Le missioni, inoltre, non sono semplicemente “difendi l’avamposto e uccidi tutti”, ma anche scenari al chiuso, all’interno di miniere invase dagli insetti, che però complicano un po’ la gestione delle varie unità in spazi stretti, e missioni di scorta e difesa, che però tendono a diventare poi simili a tutte le altre, il tutto per spezzare una routine altrimenti monotona.
Per gli appassionati della saga questo titolo è senza dubbio il migliore in assoluto, grazie anche ad un reparto grafico più che soddisfacente, con intermezzi fra le varie missioni che ricalcano i bollettini di guerra propagandistici sempre over the top, sempre a dipingerci come eroi dei due mondi per sterminare la minaccia insettoide.
Starship Troopers Terran Command è un gioco veramente piacevole da giocare, collocandosi in una famiglia di RTS che sta vivendo un secondo rinascimento. Sicuramente il fascino del franchise è forse ciò che attirerà di più la fanbase, garantendo svariate ore di gioco attraverso le 30 missioni previste. Peccato che il gioco non osi spingersi più in là, cercando di portare un po’ di innovazione nel settore.