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Steam Controller - recensione

La memoria muscolare è il vostro nemico più grande.

Quando è uscito lo Steam Controller ha fatto parecchio parlare di sé. Si tratta del primo hardware targato Valve ad arrivare direttamente sul mercato con uno scopo specifico: portare Steam e la sua sterminata libreria di giochi dal tavolo del PC al divano.

Tutto l'hype sulle Steam Machine ha perso molta della spinta iniziale in virtù di varie problematiche legate alla commercializzazione di hardware con specifiche diverse. Big Picture è la versione "televisiva" di Steam tradizionale ma il vero problema è sempre stato quello di proporre ai giocatori un'alternativa ai joypad tradizionali e alle limitazioni che li penalizzano rispetto a mouse e tastiera. Valve ha lavorato parecchio al progetto e il risultato di questa sperimentazione è questo Steam Controller.

Avremmo potuto recensirlo a ridosso dell'uscita ma, vista la sua natura, abbiamo preferito dedicargli un mese di tempo per vedere se e come avrebbe cambiato il nostro modo di giocare su PC. Della qualità costruttiva, layout dei tasti e contenuto della confezione, parliamo in abbondanza in occasione dell'unboxing che vedete qui sotto: in questa sede vogliamo andare nel dettaglio delle opzioni di configurazione e di quella che è stata la nostra esperienza nel suo utilizzo che non si può separare dal menu di configurazione presente in Steam in versione Big Picture.

L'installazione è molto semplice: basta collegare il dongle presente nella confezione a una presa USB tramite l'apposita prolunga con docking, inserire le pile, premere il tasto di accensione e lanciare Steam che si occuperà della prima installazione e configurazione. Le possibilità sono praticamente infinite per quanto riguarda l'assegnazione della levetta analogica, dei quattro tasti A,B,X,Y, i due bumper dorsali, i grilletti a doppia pressione e i due tasti nella parte inferiore dove si appoggiano medio e anulare.

L'unboxing dello Steam Controller: la confezione è completa di tutto quello che serve per connettersi a un PC, Steam Machine o uno Steam Link.Guarda su YouTube

Questi due sembrano essere particolarmente indicati per attivare cambi di profilo rapidi: si può infatti configurare il controller con tutta una serie di comandi "standard" e poi attivare uno o più profili alternativi che garantiscono l'accesso a tutta una serie di comandi supplementari, per giochi molto complessi. Con un semplice clic, il numero di azioni massime gestibili si può facilmente raddoppiare o triplicare, anche se l'impressione è che questa funzionalità verrà usata soprattutto per i tasti A, B, X, Y e i bumper/grilletti frontali.

Dove risiede la vera innovazione dello Steam Controller è però nei due touchpad tattili, concettualmente simili a quelli montati su normali portatili pensati per essere comandati dai pollici. Lo scopo è quello di configurarli come sostitutivi del mouse e della croce direzionale. Quello di sinistra è caratterizzato da una croce in rilievo mentre quello di destra è completamente liscio.

Le modalità in cui possono essere configurati sono cinque. La prima è quella del D-pad a quattro od otto direzioni. Una variante è quella di mappare su quattro tasti extra ad altrettante zone del touchpad aree per un clic veloce. Molto utile per i cambi di arma è la simulazione con una rotazione in senso orario e antiorario della rotella del mouse. Potenzialmente utile per alcuni simulatori di volo potrebbe essere l'emulazione della modalità joystick anche se non è facilissimo adattarsi.

L'ultima modalità di utilizzo, sicuramente la più importante, è quella che assegna al touchpad di destra il controllo della visuale con il mouse e al pollice sinistro la levetta analogica per il classico spostamento WASD. Anche in questo caso le possibilità di configurazione sono infinite tramite una serie di parametri le cui combinazioni cambiano in modo drastico la tipologia d'utilizzo. Dalla sensibilità al centro e ai bordi alla rotazione ed accelerazione fino all'inversione degli assi e alla tipologia di emulazione: trackball, joystick o mouse.

La levetta analogica è l'elemento qualitativamente migliore di tutto lo Steam Controller. Il grip è eccezionale nonostante sia piccola e convessa.

È in questa schermata di configurazione che chi vorrà creare una configurazione di base adatta per iniziare dovrà passare qualche ora a cercare la migliore soluzione possibile in base alle proprie esigenze. Non solo l'ampia gamma di opzioni configurabili ma anche la possibilità di usare template precaricati già pronti creati da altri utenti Steam, è un opzione utilissima per far proprio il lavoro di rifinitura altrui e adattarsi velocemente con poco sforzo.

Le configurazioni di base proposte da Steam hanno tre preset già definiti: giochi creati con un supporto dedicato per i joypad, quelli pensati esclusivamente per mouse e tastiera, e gli ibridi nati per joypad ma con un supporto nativo al mouse per la gestione dell'inquadratura. Se i template non vi soddisfano e non riuscite a farvi una configurazione valida da soli, qui potete trovare molte configurazioni già pronte e modificarle a piacimento.

Le possibilità offerte dalla miriade di opzioni sono praticamente infinite, ma l'ergonomia è un altro paio di maniche perché è evidente che lo Steam Controller è abbastanza diverso dal Dualshock 4 e dall'Xbox One Controller. I due touchpad fanno la parte del leone nello spazio sulla superficie, mentre la levetta analogica e i quattro tasti sono di dimensioni più contenute. Le dimensioni del joypad, più in generale, sono importanti e questo significa che chi ha le mani piccole andrà incontro a una certa difficoltà nell'ottenere un'impugnatura corretta.

Il difetto più grosso riguarda i grilletti ed RB ed LB: sono grossi, inclinati in modo strano e caratterizzati da una certa resistenza rispetto a quanto accade sui joypad per console. Occorre premerli con decisione compiendo un movimento piuttosto ampio per far passare gli indici dai grilletti ad RB/LB e viceversa. L'indice cade bene sui grilletti così come i due tasti sottostanti presenti nei pressi dell'alloggiamento della batteria; questi sono ben posizionati per l'anulare ma offrono una certa resistenza e non sono pensati per essere usati ripetutamente senza stancarsi.

Ecco lo Steam Controller: le dimensioni sono notevoli e anche l'impugnatura è abbastanza corpulenta per chi ha le mani piccole.

La vera sfida è rappresentata dai trackpad: qui il problema non è di posizionamento ma di adattamento. A quello di sinistra ci sia abitua più facilmente: è sufficiente impostarlo come D-pad o come rotella del mouse e riesce a sostituire molto bene la sua controparte tradizionale. La vera sfida è rappresentata dal touchpad destro che sostituisce il puntatore del mouse: il primo impatto è terribile perché obbliga a reimparare da zero a controllare spostamenti di visuale ormai definiti dalla memoria muscolare della mano. Chi su PC è abituato a usare la visuale invertita dell'asse Y si trova ancora più in difficoltà.

Ci sono anche degli aspetti positivi: il feeling della levetta analogica è eccellente ed è dovuto all'ottima gomma presente sulla parte superiore, che permette una 'presa' del pollice sinistro molto solida anche quando si suda. I quattro tasti azione sono un po' molli, ma svolgono abbastanza bene il loro lavoro, per quanto ci si debba adattare a raggiungerli facendo compiere al pollice un movimento a cui non si è abituati in virtù del loro posizionamento.

I due touchpad inoltre possono essere impostati per restituire una vibrazione che può andare da leggera, media o pesante ogni volta che si utilizzano: questa caratteristica è fondamentale per imparare a usarli perché allo sfioramento corrisponde una reazione tattile che insegna all'utente come dosare il tocco aiutandolo ad adattarsi.

Pensare di passare dal mouse allo Steam Controller e mantenere le proprie trenta kill a round in Battlefield è pura utopia: occorre almeno un pomeriggio prima di riuscire ad adattarsi a semplici rotazioni della visuale, in un contesto che non sia di combattimento, senza ritrovarsi ad osservare soffitto o il pavimento di una stanza. Il nostro periodo di test è iniziato quindi con un gioco 'tranquillo' come Portal 2, dove la velocità di spostamento e di mira della gravity gun non sono un elemento essenziale.

La parte posteriore con lo sgancio per il vano batterie nasconde due tasti supplementari da usare con medio o anulare.

Dopo un pomeriggio di violenza autoimposta, i risultati sono cominciati ad arrivare, riuscendo a muoverci agevolmente nell'ambiente e soprattutto a volgere lo sguardo nella direzione giusta. Mirare con una certa velocità punti specifici dello scenario è stata una sfida che siamo riusciti a vincere solo dopo cinque o sei sessioni di allenamento, ma non sempre siamo stati in grado di farlo in modo preciso.

Siamo quindi passati a Batman Arkham City e anche in questo caso la visuale in terza persona ha rappresentato un cambio di prospettiva non da poco che ci ha costretti a un nuovo adattamento. Le ore spese su Portal 2 sono state comunque vitali nell'evitarci l'impatto con un gioco meccanicamente molto più complesso qual è l'action di Rocksteady.

La mappatura dei comandi era molto simile a quella del pad per Xbox One e dopo un mezzo pomeriggio di capocciate, planate sui muri e rotazioni della visuale sbagliate, siamo riusciti a controllare i movimenti di Batman all'interno di Gotham City. La difficoltà si è presentata nei combattimenti usando il touchpad destro per far attaccare al cavaliere oscuro il nemico desiderato.

In questo caso non è stato semplice adattarsi, anche se alcuni template degli utenti ci sono stati molto utili nel superare le difficoltà iniziali. Dopo qualche giorno siamo tornati a essere efficaci nelle scazzottate ma è stato chiaro che la notevole automazione delle dinamiche di combattimento di Batman: Arkham Knight ha giocato un ruolo importante nel mascherare eventuali errori.

I grilletti sono a doppia pressione: arrivati in fondo si percepisce un clic supplementare.

La prova finale l'abbiamo riservata a Battlefield 4, uno sparatutto in prima persona molto sofisticato per quanto riguarda la tipologia e la varietà delle armi usate, e delle situazioni che propone con sparatorie in spazi ristretti e passaggi delle armi da corto a lungo raggio. Queste ci hanno costretto a ricorrere al menu di configurazione di Big Picture, che permette di abbassare automaticamente la sensibilità del touchpad quando si effettua la pressione del tasto di mira.

Qui, nonostante due settimane di gioco intenso, non siamo mai stati in grado di avvicinarci nemmeno lontanamente al rapporto morti/uccisioni di mouse e tastiera, nonostante la precisione e la confidenza siano cresciuti esponenzialmente rispetto ai giorni di Portal 2 e Batman: Arkham Knight. Il primo giorno anche solo effettuare una kill è stato un'impresa ma col passare delle ore il miglioramento è stato costante fino a fermarsi a un limite oltre il quale non siamo più riusciti ad andare prima di gettare la spugna, ovvero la quarantesima posizione su server da 64 giocatori.

Una regressione non da poco rispetto alle prime dieci posizioni cui eravamo abbonati usando mouse e tastiera. Il motivo è presto spiegato: se la levetta analogica e la possibilità di richiamare i profili dandoci numerose possibilità di assegnazione tasti erano ottimi sostitutivi della tastiera o della croce direzionale, il touchpad destro nelle situazioni di velocità e precisione estrema richiesta dai combattimenti multiplayer fatica a rivaleggiare con le prestazioni di un mouse nell'ottenere headshot, tiri dalla lunga distanza e, più in generale, quella velocità di rotazione della visuale indispensabile per sopravvivere nel combattimento ravvicinato.

Oltre agli sparatutto ci siamo dedicati anche a qualche genere alternativo come gli RTS e i gestionali, nella fattispecie Total Annihilation e Sim City 4, e l'averli tenuti per ultimi ha sicuramente aiutato. L'adattamento è stato molto più veloce rispetto al controllo della visuale di FPS ed action e, nel giro di un paio di giorni, siamo stati in grado di giocare tranquillamente anche se non con la stessa efficienza di una postazione completa mouse/tastiera.

La demo ufficiale di Valve dello Steam Controller.Guarda su YouTube

In questo caso il problema è stato di altra natura, ovvero l'interfaccia e i menu di dimensioni ridotte che in virtù di scritte o pulsanti molto piccoli possono creare qualche difficoltà nell'utilizzo: in ogni caso, siamo stati in grado di disputare sessioni molto lunghe senza particolari difficoltà, e questo è un grosso risultato già di per sé.

Dopo un mese e mezzo di test ci siamo fatti un'idea abbastanza precisa di questo Steam Controller e la valutazione finale è abbastanza positiva, pur se con numerose controindicazioni. Valve è riuscita nell'impresa di condensare in un joypad tutte le funzioni dell'accoppiata mouse e tastiera, integrando in modo intelligente l'interfaccia Big Picture con un menu di configurazione avanzato incredibilmente completo.

È possibile aggirare qualsiasi limitazione dovuta alla tipologia di gioco e alle proprie preferenze, mentre i profili multipli riescono a sopperire alla carenza di tasti rispetto a una tastiera normale in modo efficace. Tutto questo fa uscire dalla cameretta generi come RTS e strategici e propone un'alternativa decisamente più flessibile e performante rispetto ai joypad tradizionali per Action Game ed FPS.

Il problemi sono tuttavia presenti e molti probabilmente non riusciranno a superarli. A Valve possiamo imputare quello del design, soprattutto per la scarsa ergonomia dei tasti RB ed LB che andranno rivisti come posizione, forma e resistenza, così come le dimensioni in generale. Le meccaniche interne dei due touchpad portano via buona parte dello spazio e chi ha le mani piccole sicuramente avrà qualche difficoltà. Il nocciolo della questione riguarda però il controllo della visuale: passare da anni di memoria muscolare acquisita nell'uso della mano a un dito notoriamente non molto preciso qual è il pollice, potrebbe rivelarsi una barriera insormontabile per molti.

Non ci si faccia trarre in inganno dall'aspetto: l'esperienza è del tutto diversa rispetto ai pad tradizionali.

Chi negli sparatutto su PC predilige l'aspetto competitivo multiplayer ponderi molto attentamente l'acquisto: solo pochissimi riusciranno (forse) a raggiungere le stesse prestazioni che ottengono con un mouse tradizionale. Il salto in avanti rispetto ai normali joypad è netto ma il prezzo da pagare alla frustrazione di un lungo periodo di apprendistato sarà comunque altissimo e il gioco potrebbe non valere la candela. Per tutti gli altri generi in cui la skill è meno determinante, chi vorrà perseverare verrà sicuramente premiato dalla enorme flessibilità offerta dallo Steam Controller.

È chiaro che per padroneggiarlo al minimo sindacale occorrerà, a seconda della dedizione e dell'attitudine, un tempo variabile tra le due settimane e qualche mese di duro allenamento. Solo a questo punto si spalancheranno ai più tenaci le porte della fruibilità di quei generi finora confinati alla scrivania. L'emozione di giocarli sul TV da 50 pollici in salotto tramite una Steam Machine, uno Steam Link o un mediacenter connesso al PC principale tramite streaming casalingo, potrebbe ripagare dello sforzo profuso ma si tratta di un obiettivo che in molti potrebbero non essere in grado di raggiungere.

7 / 10