Stela - recensione
SkyBox Labs esce dall'ombra.
I mesi che vanno da settembre a dicembre, si sa, sono sempre piuttosto ricchi di uscite. Tra serie a cadenza annuale che fanno il loro sistematico ritorno, tripla-A che tentano di imporsi nel mercato sfruttando il periodo vicino al Natale e tanti altri giochi che fanno capolino sugli scaffali dei negozi, è facile perdersi per strada qualche titolo dal calibro più modesto, ma non per questo meno interessante.
È il caso di Stela, il nuovo progetto di SkyBox Labs che sta per arrivare su Xbox One e Apple Arcade, con un'uscita su PC prevista per il primo quarto del 2020. Questi ultimi, nonostante un nome che potrebbe risultare sconosciuto a molti, sono riusciti, nel corso degli anni, a ritagliarsi uno spazio di rilievo dietro le quinte dell'industria, collaborando alla conversione di titoli come Minecraft per Switch, occupandosi della riedizione di Age of Empires per PC, ma anche contribuendo alla creazione di Halo 5: Guardians, per cui sono stati incaricati dello sviluppo della modalità Forgia.
Per quanto sia stato coinvolto anche nei lavori sul primo vero blockbuster per Xbox Scarlett, Halo: Infinite, il team di SkyBox ha anche investito gli ultimi anni nella realizzazione di un proprio, personalissimo titolo che ricalcasse da vicino le atmosfere e la struttura ludica viste in prodotti di assoluta qualità come Limbo o Inside, le punte di diamante del catalogo di PlayDead. Da questo concetto nasce Stela, un nuovo, interessante platform 2.5D che promette di dare al mondo una nuova, stuzzicante interpretazione del genere. Sarà Stela a consacrare SkyBox Labs agli occhi del grande pubblico? Scopriamolo insieme!
La trama di Stela, come di consueto, non viene mai spiegata in modo esplicito. Niente cutscene, niente testo, niente dialoghi: sarà la sensibilità di ogni giocatore che dovrà cercare di carpire il messaggio. D'altronde, vista l'innegabile qualità della direzione artistica si potrebbe chiudere tranquillamente un occhio e lasciarsi trasportare dalla cupa quanto intrigante atmosfera che si dipana di fronte a noi.
Già dalle prime battute, infatti, Stela ci immerge completamente nella sua ambientazione, un mondo antico, un regno che, con ogni probabilità, un tempo è stato glorioso, ma che ora giace in rovina e si avvia verso il proprio triste epilogo. Nei panni di una giovane donna vestita di bianco dovremo far fronte alle numerose minacce che troveremo sul cammino che ci condurrà al piacevole finale con una sensazione costante: quella di essere osservati da qualcosa che si nasconde nelle ombre. Pochi minuti dopo l'inizio dell'avventura, invero, ci renderemo conto di non essere soli in questo macabro scenario, ma che ci sono creature di varia natura che pattugliano la zona. Toccherà al giocatore trovare un modo per sfuggire alle grinfie del male mentre si fa largo tra gli enigmi ambientali e le trappole disseminate lungo la strada.
Il gameplay, come dicevamo in apertura, ricorda molto da vicino quanto visto in Limbo o Inside, con uno schema di comandi ridotto all'osso. Oltre agli input di movimento, effettivamente, avremo un pulsante dedicato al salto e uno all'interazione ambientale, nient'altro. Questa scelta può essere ricondotta alla precisa volontà dello sviluppatore di rendere il giocatore inerme di fronte al pericolo e costringerlo ad affrontare strategicamente le varie situazioni. Sia chiaro, però, Stela non vi lascerà molto tempo per organizzare le idee e qualsiasi esitazione potrebbe tradursi in una morte prematura. Dei riflessi fulminei e una buona capacità di lettura degli scenari saranno essenziali per giungere sani e salvi al prossimo checkpoint. In alcuni momenti, va detto, il fattore trial and error, tipico di questo genere di produzioni, si è rivelato più consistente di quanto avremmo voluto, ma non è niente che possa inficiare la godibilità generale del gioco.
Detto questo, comunque, SkyBox Labs ha saputo dosare sapientemente i ritmi di gioco, alternando fasi in cui sarà necessario correre a perdifiato per evitare insidie ed amenità di ogni tipo ed altre in cui Stela si prende il suo tempo, forse per permetterci di gustare la tetra bellezza dei suoi scenari e del suo immaginario. Sotto questo aspetto, è stato svolto un lavoro egregio.
Stessa cosa, purtroppo, non può essere detta per gli enigmi ambientali che, al netto della rapidità di esecuzione dei comandi che potrebbe fare la differenza tra la vita e la morte, non presenta mai particolari guizzi o trovate che possano imprimere a fuoco questo Stela nella mente dei suoi avventori. Le trappole da evitare e i rompicapi da risolvere, infatti, si sono dimostrati spesso troppo basilari e privi della giusta profondità che avrebbero elevato il gioco a nuova pietra miliare del genere, al fianco dei capolavori citati poco più sopra. Un vero peccato.
Dal punto di vista artistico, invece, ci sentiamo di promuovere a pieni voti l'opera di SkyBox che ha saputo catturare rapidamente la nostra attenzione con un setting piuttosto ispirato e una realizzazione tecnica tutto sommato soddisfacente. Ciascuna delle ambientazioni che andremo a visitare viene enfatizzata da una palette cromatica differente che riesce a sottolineare efficacemente la disperazione di alcune situazioni e la speranza insita in altre, con una colonna sonora orchestrale che accompagna in modo incisivo il tutto. Si passa da zone in cui è stata adottata una colorazione in scala di grigi ad altre in cui predomina il giallo ocra e ad altre ancora in cui ciascun elemento è stato tinteggiato in rosso, restituendo al giocatore un risultato di tutto rispetto. Un plauso, infine, va fatto sicuramente alla regia cinematografica che, con ottimi movimenti della telecamera, riesce a sottolineare significativamente i punti salienti della narrazione senza mai distrarre l'utente dal mondo che lo circonda.
Per concludere, Stela si configura come un esercizio di stile da parte di SkyBox Labs che, evidentemente, sta cercando le luci della ribalta per passare dai lavori dietro le quinte ad un futuro da protagonista. Per quanto questo titolo potrebbe non sancire la loro definitiva consacrazione nell'Olimpo dei più grandi sviluppatori dell'industria, esso rappresenta un ottimo modo per gettare le basi su cui costruire l'avvenire. Nonostante si tratti di un'opera di dimensioni (e ambizioni) modeste e malgrado non riesca a raggiungere le vette qualitative di titoli come Limbo o Inside, Stela può garantire circa 3 ore di contenuti di buona fattura che, visto anche il prezzo a cui viene proposto, potrebbero costituire il proverbiale faro nel mare in tempesta delle uscite Tripla-A più blasonate di questo affollatissimo periodo. Se siete appassionati del genere, dategli una possibilità.