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Stick It To The Man - review

Un nuovo interessante indie arricchisce le librerie PSN e PC.

Eccoci di nuovo a parlare dell'ennesimo titolo indipendente sbucato fuori dal nulla (o quasi), durante la scorsa stagione natalizia e passato in secondo piano "grazie" all'uscita dei soliti gioconi blasonati e sopratutto e alle console di nuova generazione, che come prevedibile sono già sui nostri mobili a prendere polvere.

Se ormai chiamare "indie" un progetto originale da team poco conosciuti è ritenuto quasi superficiale, l'ondata di prodotti che ci accompagna ormai da diversi anni non sembra aver intenzione di fermarsi e anzi, non passa mese che almeno uno di questi non finisca in "prima pagina", senza contare che l'anno appena iniziato si prospetta più ricco e interessante che mai.

Stick It To Man entra di prepotenza in questa categoria grazie all'eccellente lavoro svolto da Zoing Games, studio con sede a Goteborg e autore in passato di molteplici titoli per iOS e Android, come la recente raccolta di minigiochi per smartphones "PlayStation All-Stars Island". Questo può quindi essere tranquillamente definito il titolo più ambizioso da loro creato sino ad ora, e il voto a fondo pagina ne conferma tutta la sua bontà.

Lo stile grafico adottato da Zoink Games è senza dubbio il punto forte del gioco, che utilizza un'elevato effetto di sgranatura dell'immagine per regalare un'atmosfera surreale alle avventure di Ray.

In Stick It To The Man prendiamo il controllo di Ray, un collaudatore di caschi anti infortunistici che un bel giorno, uscendo dal proprio posto di lavoro, viene colpito in testa da uno strano oggetto sganciatosi da un astronave. Al suo risveglio, Ray si ritrova su un letto d'ospedale con la testa fasciata, salvo poi scoprire che sopra di essa, al posto di un bel bernoccolo è cresciuto un braccio allungabile simile in tutto e per tutto alle "famose" manine appiccicose che era possibile trovare nelle patatine diversi lustri fa.

"In Stick It To The Man prendiamo il controllo di Ray, un collaudatore di caschi anti infortunistici"

Tale aggeggio (chiamato braccio psichico), permette a Ray non solo di aggrapparsi alle puntine disseminate per i vari livelli, che permettono di raggiungere posti altrimenti non accessibili con il classico salto, ma anche di leggere nel pensiero di tutti i NPC che incontriamo. Questo particolare è in poche parole il fulcro del gioco: avvicinandoci ad una persona e premendo L2 si possono infatti ascoltare le parole che stanno ronzando nella testa del personaggio, che spesso riveleranno preziose informazioni sulla propria personalità o quella di altri individui.

Il nostro scopo è quello di rubare pensieri e oggetti (realizzati sottoforma di adesivi) e appiccicarli altrove per completare i puzzle che compongono i 10 livelli di Stick It To The Man. Attenzione però alle guardie, perché se veniamo scoperte da una di loro partirà un selvaggio inseguimento finché non riusciamo a seminarle, oppure non le distraiamo rubandogli un pensiero: se per esempio hanno sonno basta prendere lo "zzz" e sbatterglielo sulla loro testa per farle addormentare.

In Stick It To The Man vivremo decine di situazioni diverse, alcune delle quali particolarmente complicate da portare a termine.

Essendoci una buona quantità di task e cose fare, le possibilità di smarrirsi o di faticare per trovare un determinato NPC sono alte, ecco quindi che premendo il tasto select si apre una mappa che ci aiuta a ritrovare la retta via. Questa oltre ad essere discretamente chiara e facile da consultare, è splendidamente disegnata e decorata con illustrazioni dei vari personaggi.

"Stick It To Man soffre di piccoli problemi minori come la sporadica confusione nei controlli mentre siamo rincorsi delle guardie"

Vale la pena soffermarsi sulla realizzazione tecnica che vanta un originale look "cartaceo" che farà subito breccia nei cuori dei giocatori. Ambientazioni e protagonisti sono infatti modellati come se fossero dei fogli di carta in maniera molto simile a quelli che abbiamo visto in Tearaway e Doki-Doki Universe, ma l'eccentricità di alcune missioni e creature è paragonabile a pochissime altre cose uscite sinora.

Complimenti a parte, Stick It To Man soffre di piccoli problemi minori come la sporadica confusione nei controlli mentre siamo rincorsi delle guardie, ma essendo la natura del gioco non propriamente situata su livelli di difficoltà elevati, queste situazioni sono abbondantemente superabili in un paio di tentativi. Anche la longevità non è vista di buon occhio, dato che è possibile completare al 100% tutte le task e i trofei durante il primo walkthrough che si assesta sulle 5 ore. La totale di assenza di modalità alternative, del multiplayer e di incentivi per riaffrontare la storia fanno il resto.

Con poco meno di 13 Euro potete portarvi a casa sia la versione PS3 che quella per Vita. Peccato che gli sviluppatori non abbiano inserito anche la funzionalità cross-save.

Come detto poco fa, il motore grafico realizzato da Zoink Games è una piccola gioia per gli occhi e non fa una piega nemmeno durante le fasi più concitate. Le palette di colori, gli ambienti e la grana dell'immagine regalano a Stick It To The Man un'atmosfera noir piacevole e rilassante, e che in qualche modo ricorda quella del recente Contrast. Anche il comparto sonoro fa la sua bella figura con motivi jazz strumentali che strizzano l'occhio al periodo degli anni '70, mentre il doppiaggio in inglese è di ottima fattura con l'italiano relegato solamente ai sottotitoli e ai menu.

"La versione per PlayStation Vita non ha nulla da invidiare alla controparte PS3"

La versione per PlayStation Vita, infine, non ha da invidiare assolutamente nulla alla controparte PS3, se non un leggero downgrade grafico per adattarsi al meglio alla CPU della console portatile Sony. Ritroviamo anche gli stessi controlli e l'ottimo frame rate, ma ci spiace constatare che gli sviluppatori non abbiano voluto implementare il cross-save, nonostante il gioco faccia parte della categoria cross-buy. Peccato.

A conti fatti, Stick It To The Man si rivela una gradita sorpresa per tutti gli amanti dei titoli indipendenti, sopratutto coloro in cerca di qualcosa di differente dai soliti platform ed avventure, ma ammettiamo che un pizzico di originalità in più in termini di gameplay non avrebbe guastato.

L'atmosfera, la psichedelia e le divertenti situazioni messe a punto dalla software house svedese non faranno rimpiangere i €13 necessari per scaricare nei nostri hard disc questo interessante prodotto, che va ad aggiungersi alla già lunga lista di software must-have rilasciati nel periodo natalizio appena conclusosi.

8 / 10
Avatar di Manuel Stanislao
Manuel Stanislao: Manuel muove i primi passi nel mondo videoludico all’età di 8 anni, dopo essere rimasto stregato dal NES del vicino di casa. Nel 2010 entra a far parte di JAVS, per poi approdare ad Eurogamer nel tardo 2011 grazie a un'ignota congiunzione astrale.

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