Stories: The Path of Destinies - recensione
“Spesso s'incontra il proprio destino sulla via presa per evitarlo”.
Quando ci si trova di fronte a un medium dalla natura interattiva come il videogioco, la voglia di vivere un'esperienza personalissima e davvero condizionata dalla propria personalità e dai propri valori è pressoché inevitabile. Il concetto di scelta è uno dei più interessanti e allo stesso tempo difficili da inserire all'interno di una produzione, sia che si tratti di un titolo tripla A o di uno indipendente. Si può garantire una trama e una narrativa qualitativamente ad alti livelli senza sfociare in una storia troppo lineare e impossibile da personalizzabile?
Negli ultimi anni le avventure "alla Telltale Games" e giochi come Heavy Rain hanno cercato di rispondere a questa domanda con risultati altalenanti e non allontanando mai del tutto quella sensazione di scelte solo apparentemente decisive. I giocatori difficilmente possono plasmare realmente il destino dell'alter ego interpretato e la strada da percorrere in questo senso è ancora molto lunga.
Spearhead Games cerca di inserirsi in questo discorso con un piccolo esperimento narrativo che sembra giocare col concetto di favola e coi personaggi tipici e in un certo senso stereotipati di questo tipo di opere narrative. Stories: The Path of Destinies è il risultato del lavoro di un team che cerca di proporre un progetto diverso dal solito, un progetto più ambizioso rispetto ai precedenti giochi (Tiny Brains e ACE) della software house canadese e un segno della crescita di uno studio che sta cercando di trovare la sua strada dimostrando di saper proporre titoli qualitativamente superiori. Il risultato sarà soddisfacente?
Reynardo non è molto probabilmente l'individuo che ci aspetteremmo di trovare in una foto a fianco della definizione di eroe. È scapestrato, non è di animo nobile e in molti casi preferisce seguire la strada più semplice, anche se moralmente discutibile . Quando però un intero regno rischia di soccombere di fronte alle angherie di un imperatore disposto a tutto pur di ottenere il potere assoluto, anche un bucaniere come il nostro protagonista non può rimanere indifferente. Arriva il momento di capire quale sia il proprio destino e avere il coraggio di schierarsi, anche se non come un soldato semplice ma come una sorta di "freelancer" dalla parte della resistenza, dei ribelli.
Le fiabe ci hanno abituato a figure classiche, a personaggi che in fondo tutti si aspettano e a sviluppi tutto sommato banali. C'è un eroe che deve iniziare un viaggio, trovare la propria strada, il proprio oggetto del desiderio e ottenere le competenze per superare gli ostacoli che lo porteranno a eliminare definitivamente il temuto antagonista. Stories: The Path of Destinies è in tutto e per tutto una fiaba che non si prende troppo sul serio, ricca di battute che vi strapperanno più di un sorriso, supportata da una trama (non eccessivamente originale ma di discreta fattura) che si sviluppa attraverso le pagine di un libro e le parole di un narratore che a intervalli regolari ci metterà di fronte a dei bivi fondamentali per il nostro destino.
Le strade dei nostri destini saranno parecchie e il titolo Spearhead non può essere definito un action-RPG classico sotto questo particolare aspetto. I bivi daranno vita a "sentieri" diversi e a sviluppi narrativi che includeranno particolari personaggi secondari più o meno importanti per il successo dei ribelli e del nostro Reynardo. Qui sta molto probabilmente il punto di forza maggiore di Stories, che presenta una struttura narrativa diversa dal solito che si modifica in base alle scelte che ci verranno proposte a fine livello e, in misura minore, nel corso di brevi cutscene. Questa formula punta sulla rigiocabilità e ci obbligherà a capire quali siano le scelte giuste necessarie per arrivare al tanto agognato finale.
Non si può parlare di una struttura implementata al meglio né tanto meno perfetta dato che le scelte, e soprattutto i risultati derivanti, si rivelano in molti casi troppo simili ma quella del team canadese è una variazione sul tema che incuriosisce e che, se sviluppata ulteriormente, potrebbe dimostrarsi molto interessante seppur non rivoluzionaria. Una variazione sul tema che invece manca quando si parla del gameplay vero e proprio.
Controller alla mano l'avventura di Reynardo purtroppo non va al di là del più classico dei compitini proponendo meccaniche estremamente nella media per il genere. Stories: The Path of Destinies unisce un gameplay puramente action/hack and slash a una spruzzata di puzzle ambientali (tutti molto brevi e semplici da risolvere) e una componente RPG non profonda come ci si auspicherebbe. L'avventura strutturata a livelli caratterizzati da una manciata di percorsi alternativi e di passaggi sbloccabili ci vedrà controllare Reynardo sfruttando una visuale isometrica piuttosto classica che in alcune situazioni si adatterà ai combattimenti o all'esplorazione di particolari zone.
I nemici giurati del protagonista saranno una manciata di tipologie di corvi dotati di abilità diverse che cercheranno di farci la pelle con pericolose magie, attacchi kamikaze e assalti all'arma bianca. Per sopravvivere potremo affidarci a una delle nostre spade: ne avremo a disposizione quattro, ognuna dotata di un particolare potere, a un gancio, utile per attirare i nemici a portata di spada oltre che nell'esplorazione e a una presa che ci permetterà di gettare i corvi nei dirupi circostanti.
Il combat system è molto classico e sfrutta il tasto dell'attacco, abbinato all'analogico sinistro per direzionare, per parare gli attacchi prontamente segnalati sulla testa dei nemici e per dare vita a combo sempre più letali coadiuvate anche da manovre evasive garantite da una schivata che sarà sbloccabile all'interno dello skill tree.
Sconfiggendo i nemici otterremo, infatti, delle valutazioni che ci garantiranno una certa quantità di punti esperienza che ci permetteranno di salire di livello e di ottenere qualche potenziamento per le nostre abilità e statistiche. La seconda metà della componente RPG è invece rappresentata dal miglioramento delle spade grazie a minerali nascosti in diversi forzieri sparsi per i livelli di gioco e da delle gemme che se indossate garantiranno ulteriori miglioramenti per esempio nella mobilità e nella resistenza ai danni.
Una formula come detto molto classica, tutt'altro che disprezzabile, ma che di fronte alla notevole rigiocabilità e alla necessità di attraversare nuovamente gli stessi ambienti più volte rischia di diventare eccessivamente ripetitiva anche a causa di un'esplorazione dei livelli purtroppo limitata a poche strade alternative sbloccabili e alla presenza di troppe poche tipologie di nemici.
Alle considerazioni sulla narrazione e sul gameplay si uniscono un comparto grafico pienamente sufficiente, un doppiaggio di buonissimo livello (in lingua inglese con sottotitoli initaliano) e da delle musiche non molto varie ma assolutamente apprezzabili. Tecnicamente la visuale dall'alto non permette di apprezzare a pieno la potenza bruta dell'Unreal Engine 4 e alcuni cali di frame rate fanno storcere il naso ma a conti fatti l'esperienza risulta sempre godibile e alcuni panorami sanno essere piuttosto suggestivi.
Chi cerca un action-RPG eccelso probabilmente dovrà passare oltre ma Stories: The Path of Destinies, nelle circa 5-6 ore necessarie per scrivere la parola fine alle avventure di Reynardo, ha saputo divertirci soprattutto grazie a un tono scanzonato, alla recitazione di un narratore che si diverte a lanciare citazioni più o meno bislacche e a una formula narrativa che gioca sul concetto di destino e sulle tante differenze che una decisione apparentemente innocua è in grado di causare.
Il progetto di Spearhead può fare affidamento su diversi spunti interessanti ma una maggiore complessità della trama e del sistema ad essa legata, e un gameplay meno ancorato agli archetipi del genere, avrebbero reso il viaggio nel sentiero dei destini sicuramente più coinvolgente ed emozionante