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Strafe - recensione

Nostalgia canaglia.

Tutto ebbe inizio con Doom e Quake (con una nota di merito per Wolfenstein 3D): i padri fondatori del genere FPS. Tra il 1993 e il 1996 vennero gettate le basi di quello che è probabilmente il genere più popolare e, anche in prospettiva futura, il più longevo in assoluto. Le variazioni e le ramificazioni a cui abbiamo assistito sono infinite e solo elencarle potrebbe occupare l'intero spazio di questa recensione. Mancava soltanto, quindi, un'operazione retro-nostalgica per celebrare il mito e, puntualmente, il mercato ce ne offre una sotto forma di Strafe, nuovo prodotto dell'estremamente apprezzabile publisher Devolver Digital (Enter the Gungeon, Hotline Miami, Olli Olli e molto altro).

Strafe è proprio questo: un retro first person shooter che mira a riportare il giocatore nell'atmosfera e nelle meccaniche di gameplay degli fps anni '90 rispettandone pedissequamente tutti gli stilemi e inserendo una grossa novità che, secondo i piani degli sviluppatori, dovrebbe riaccendere l'interesse tra i giocatori ormai abituati a prodotti ben più sofisticati. Questa novità è costituita dal mescolare il genere fps con quello roguelike, che, va detto, va ormai di gran moda nel settore, e viene utilizzato spesso a sproposito. Non è però questo il caso, almeno non completamente, perché Strafe riesce a sposare i due generi abbastanza bene riproponendo le meccaniche FPS dell'epoca e dando al giocatore una sfida roguelike che rispetta tutti i dettami del genere.

Il livello di violenza di Strafe è quello a cui siamo abituati da sempre nel genere, ultra!

In Strafe si spara, quindi, e si fa onestamente poco altro. Le armi a disposizione sono le consuete. Si sceglie all'inizio l'arma standard tra tre disponibili (machinegun, shotgun e railgun) e nel corso dell'esplorazione se ne trovano di altre (pistole, lanciamissili ecc.). Le munizioni sono piuttosto abbondanti per quanto riguarda l'arma principale, mentre, per quelle che si trovano in giro, è meglio conservare i proiettili e usarle solo in situazioni particolari: tattica FPS standard insomma. Durante l'esplorazione dei livelli accumulerete anche rottami (scrap) e denaro (chip); i primi servono per costruire munizioni e armatura (si inizia con i classici 100 punti di salute e 100 di armatura) presso le apposite macchine che si incontrano abbastanza spesso, i secondi servono per acquistare gadget vari nei negozi localizzati ogni due livelli.

Oltre a questo, si trovano in giro miglioramenti per le armi e qualche health station. È subito evidente che Strafe segue una politica precisa: dare al giocatore strumenti di morte a volontà, ma limitandosi in maniera decisa sui bonus di salute. Questo, insieme ai danni ingenti provocati dai nemici, crea l'alta difficoltà di Strafe.

A dir la verità la difficoltà è anche data dal fatto che i nemici sono molti e i livelli creati in modo che possano apparire dagli angoli più inaspettati. Proprio questo aspetto è uno dei più fastidiosi perché i livelli generati casualmente, pur mantenendo una certa coerenza interna, sono spesso troppo convoluti e astrusi. Questo genera nel giocatore due problemi: innanzitutto il rischio di perdersi continuamente, visto che la mappa di cui siete equipaggiati è una delle peggiori, in quanto a visibilità, della storia dei videogiochi. In second'ordine è necessario procedere con una cautela e una continua esplorazione di ogni angolo che non si confà al ritmo di gioco. Insomma, una sorta di schizofrenia di design che genera situazioni non proprio divertenti.

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Quando non si incorre in questi due inconvenienti Strafe, a patto che si accettino tutte le condizioni fin qui descritte, è divertente e sfidante. Ogni stanza e ogni orda di nemici porta con sé una nuova sfida strategica, visto anche che i nemici sono molto variegati in quanto ad attacchi, velocità e resistenza. La varietà è spalmata su tre diverse zone di gioco che portano anche diverse specie di nemici, temi estetici differenti e anche varie attività da compiere per completare i livelli.

A livello estetico Strafe mantiene la sua promessa in maniera completa. I pixel sono abbondanti ovunque, la palette di colori in linea con l'epoca, sangue e gore abbondano in maniera perfino esagerata e anche le texture ricordano precisamente l'art direction anni '90. È possibile anche giocare utilizzando un filtro che riproduce la pochezza estetica degli schermi CRT dell'epoca... emozionante, divertente, ma decisamente da non utilizzare in maniera continuativa. Il desiderio di rispettare le limitazioni dell'epoca porta anche qualche inconveniente, soprattutto negli effetti sonori che sono fin troppo ripetitivi e, per le armi, non proprio convincenti né sufficientemente roboanti. La colonna sonora invece è spettacolare con un mix tra industrial elettronica e techno, il tutto condito con molta chitarra e sonorità che ricordano i tempi dei primi file midi.

Strafe offre al giocatore anche modalità alternative, in caso venga a stancare l'infinito provare e riprovare del genere roguelike. Sono quindi disponibili seed per affrontare la speed run del giorno ma anche una modalità chiamata Murder Zone (da cui si accede da una divertente, finta, schermata DOS) in cui si affrontano stanze piene di mostri in sequenza e in cui i progressi vengono registrati (finalmente!) sotto forma di galloni di sangue (!). Ogni run contribuisce con il sangue dei nemici uccisi e a ogni quantitativo x di galloni raggiunti si ottiene un bonus eterno (solo per questa modalità) in armi, armatura o altro. Si tratta di una modalità divertente e sfidante che costituisce un'ottima aggiunta a quella principale.

Le ambientazioni sono variegate e la strategia di gioco deve adattarsi.

Strafe è un gioco molto particolare anche sotto l'aspetto della longevità. Il titolo è infatti stato pensato per giocatori decisamente incalliti che non hanno paura di imbruttirsi all'infinito per avanzare di un livello in più e poi ricominciare da capo sfruttando il miglioramento di millisecondi nei propri riflessi guadagnato dall'esperienza. Se non fate parte di questa categoria c'è la possibilità che abbandoniate presto il gioco e non vediate la maggior parte delle feature che abbiamo illustrato in questa recensione. La difficoltà di Strafe infatti è decisamente brutale e la curva si impenna subito mostruosamente dopo il primo paio di incontri. Salute e armature si squagliano velocemente e dopo ore di gioco potreste non aver visto nemmeno il terzo livello del gioco.

Si tratta quindi di un titolo che discrimina i giocatori alla fonte in maniera netta. Non fatevi quindi ingannare dal marketing (spettacolare) e da quanto il gioco si prenda poco sul serio con il suo tono scanzonato. Strafe è un titolo per giocatori di FPS esperti dal grilletto facile e dal riflesso fulmineo, ma soprattutto dotati di una pazienza e di un accanimento non comune. Se fate parte di questa categoria e non vi dispiace un tuffo nel passato si tratta di un must buy, per gli altri una curiosità forse un po' troppo cara che potrebbe essere accantonata troppo presto.

7 / 10