Strange Brigade - recensione
Un gruppo di scapestrati a caccia di mummie!
Ve lo ricordate il film La Mummia? Quello uscito nel '99 con Brendan Fraser nei panni di un archeologo avventuriero un po' balordo in stile Indiana Jones? Ecco, se da quella pellicola fosse stato tratto un videogioco il risultato, ne siamo certi, sarebbe molto simile a Strange Brigade. L'ultima opera dei Rebellion, team conosciuto soprattutto per la serie Sinper Elite (io li scoprii nel 200 con Gunlok, ma ai Rebellion dobbiamo anche gli Alien vs Predator, ndSS), è uno sparatutto in terza persona che punta forte sulla cooperativa e spedisce il giocatore tra le sabbie del deserto e i cunicoli di misteriose piramidi.
La "Strana Brigata" infatti è un manipolo di folli e improbabili avventurieri al servizio della corona inglese, la cui occupazione principale è quella di tuffarsi in assurde missioni volte a debellare minacce paranormali. Questa volta il gruppo è sulle tracce del professor Edgar Harbin, un archeologo che sta conducendo delle importanti ricerche su territorio egiziano.
Manco a dirlo, i suoi studi lo hanno spinto a ficcanasare tra antiche maledizioni che avrebbero fatto meglio a rimanere sepolte sotto metri di sabbia, e a risvegliare una divinità malvagia che risponde al nome di Seteki. Questa strega non morta, dopo aver fatto fuori l'accademico, non vede l'ora di marciare alla conquista del mondo col suo esercito di cadaveri ambulanti avvolti da bende ammuffite. Ai nostri eroi viene quindi affidato l'arduo compito di porre fine a questa minaccia e richiudere per sempre Seteki nel suo polveroso sarcofago.
La campagna, giocabile interamente da soli o in compagnia di un gruppo di massimo tre alleati, si dipana per nove livelli stracolmi di nemici ed enigmi ambientali. Prima di tuffarci nell'avventura possiamo scegliere con quale dei quattro personaggi giocare. Ognuno di loro possiede abilità passive uniche e un poker di amuleti che corrispondono ad altrettante mosse speciali, utilizzabili dopo aver accumulato energia sufficiente attraverso l'uccisione dei nemici.
Nalangu è una guerriera africana appartenente ad una tribù di cacciatori di demoni, rapida e letale si muove più velocemente dei suoi colleghi e trae energia vitale da ogni mostro abbattuto. Gracie invece è una campagnola senza peli sulla lingua, coi suoi pugni può abbattere un toro in corsa. Il prof. De Quincey invece è il cervello del gruppo, ha un grande talento nel trovare e aprire passaggi segreti che spesso nascondono preziosi tesori. Per ultimo c'è Frank, un abile soldato con la pelle dura come il cuoio e la mira infallibile. All'inizio della partita possiamo selezionare un'arma primaria, una di supporto e il tipo di granate che vogliamo utilizzare. Ogni bocca da fuoco è può essere imbracciata da chiunque e nuovi modelli si possono sbloccare grazie ad denaro raccolto nelle cripte e nei forzieri sparsi per i livelli.
Ogni missione prevede intensi scontri a fuoco contro i tirapiedi della malvagia Seteki, ma il combattimento è solo una parte dell'esperienza. I templi in rovina, le buie caverne e le città abbandonate che ci troveremo ad esplorare celano infatti numerosi segreti, alcuni più evidenti mentre altri ben nascosti. Per venire in possesso delle reliquie utili a potenziare le armi o degli artefatti indispensabili per acquistare nuovi amuleti è necessario risolvere diversi enigmi.
Nessuno di questi è particolarmente ostico e spesso basta avere un buon spirito di osservazione per dedurre la soluzione dai glifi incisi su muri e colonne. I rompicapi presenti non sono nulla di innovativo e probabilmente vi sarà già capitato di fronteggiare simili sfide in tanti altri titoli. Al netto della semplicità e della poca freschezza, questi puzzle aiutano a spezzare la routine dei combattimenti. Avremmo però gradito enigmi da risolvere in cooperativa, dato che il titolo basa la sua intera formula sulla possibilità di essere giocato con amici.
Anche lo shooting è molto basilare, nella fondina abbiamo solo due armi e le granate, più il potere dell'amuleto. Le pistole hanno un'utilità molto limitata e vengono sfruttate più spesso per risparmiare i proiettili del fucile che per reale necessità. La confusione generale che si crea a causa dell'ingente numero di creature ostili a schermo rende in molti casi difficoltoso sparare con precisione.
Non esiste un sistema di coperture ma i combattimenti acquisiscono profondità grazie alle numerosissime trappole presenti sul terreno di scontro. Piuttosto che rovesciare secchiate di proiettili su orde di non morti zoppicanti risulta più efficace frullarli attivando delle lame rotanti con un colpo ben piazzato o arrostirli con dei getti di fiamme. Insomma, il gioco offre strategie sempre efficaci e fantasiose per far fuori i nemici con metodi alternativi alla pioggia di piombo.
Seteki conta su un esercito formato da tantissimi soldati, instancabili e pronti a farci fuori nei modi più disparati. Ci sono i classici zombie, lenti e impietosi, guerrieri non morti agili e guizzanti che attaccano sputando fuoco o acido, abili armigeri dotati di lance o sciabole, enormi scorpioni velenosi e perfino minotauri che non vedono l'ora di incornarci. Il loro punto di forza è rappresentato più dal numero che dalla reale efficacia sul campo, dato che in alcuni casi tendono a soffrire di animazioni imprecise e routine di attacco che li costringono a girare a vuoto prima di sferrare il colpo.
Spesso la fine del livello coincide con arene in cui bisogna falciare ondate di nemici sempre più aggressivi, per poi vedersela con giganteschi boss. Questi enormi colossi vantano sequenze offensive uniche e per abbatterli è necessario colpirli più volte in zone diverse sensibili dalle dimensioni ridotte.
La varietà quindi non manca anche se le meccaniche semplici e immediate, seppur divertenti durante le prime battute, tendono a farsi alla lunga un po' ripetitive. Il problema è arginato in parte dalla possibilità di giocare in compagnia, espediente che rende tutto più stimolante e divertente. Al termine della campagna possiamo anche cimentarci in due modalità aggiuntive: Orda e Sfida a Punti.
La prima è ormai un evergreen degli sparatutto cooperativi, in cui fronteggiare sciami di nemici sempre più agguerriti sfruttando un pool di armi dedicato che possiamo rimpinguare tra un combattimento e l'altro grazie al denaro guadagnato durante il massacro. La seconda invece è una sfida tra i giocatori, i quali vengono gettati in arene dalle quali uscirà vincitore chi fa fuori più avversari nel minor tempo possibile.
Se dal punto di vista ludico il titolo convince ma non strabilia, lo stesso possiamo dire della componente estetica. Strange Brigade ha delle belle ambientazioni, nessuna delle quali mira all'accuratezza storica, anzi, alcune di esse, come la caverna con la nave pirata, sono quasi fuori contesto, ma tutto sommato vanno benissimo in un action shooter caciarone come questo.
Il dettaglio è notevole e anche se non siamo ai livelli eclatanti di produzioni dal budget gargantuesco l'occhio può dirsi appagato. Piccola menzione la merita il narratore, capace di strappare più di un sorriso con la sua parlata pittoresca, ma che alla lunga tende a tirare un po' troppo la corda, soprattutto a causa di alcune frasi ripetute con eccessiva frequenza.
Strange Brigade è quindi uno sparatutto solido e divertente, poco profondo magari ma che saprà regalarvi un po' di sano divertimento a cervello spento, meglio se in compagnia di qualche amico. Vi consigliamo di valutare l'acquisto se siete appassionati del genere o se siete in cerca di un gioco poco impegnativo da condividere con qualcuno: in tema di vacanze estive, l'Egitto potrebbe essere una buona meta!