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Street Fighter V - prova

Abbiamo giocato in anteprima coi nuovi lottatori del picchiaduro di Capcom.

Lucido signore indiscusso della nostra prova di Street Fighter V è Birdie, decadente ex punkettone britannico che si ritrova ora a portare a spasso una notevole pancia alcolica. È chiaro che l'amore per il luppolo del lottatore tutto catene e gilet di pelle abbia presentato il conto dopo tanti anni di assenza dalle scene, perché è da Street Fighter Alpha 3 (1998) che non lo possiamo guidare in battaglia. E dev'esserne passata parecchia di birra sotto i ponti, nell'ultimo ventennio scarso.

Siamo negli uffici di Halifax Italia per mettere le mani sui primi quindici lottatori annunciati per il picchiaduro di Capcom, previsto il 16 febbraio prossimo su PlayStation 4 e PC, e proprio il corpulento Birdie troneggia nella classifica delle nostre preferenze. Il motivo è presto detto: ad accompagnare una maneggevolezza sorprendente per un lottatore della sua stazza troviamo un set di animazioni curate e ricche di piccoli dettagli che le rendono squisite.

Quello della pulizia grafica è forse il fiore all'occhiello di un prodotto che già da ora appare costruito solidamente. Tutti i lottatori godono di un set di movimenti vario e particolareggiato, senza però risultare caotico e distrarre dall'azione. Sarebbe stato facile buttare una manciata di orpelli estetici per arricchire i modelli dei personaggi, mentre non è certo facile riempire il gioco di dettagli senza strappare l'attenzione dal vero cuore del gameplay. È forse presto per cantare vittoria, anzi lo è sicuramente, ma per il momento possiamo dire che sotto questo fronte abbiamo pochi appunti da fare al titolo sviluppato dai nipponici Dimps.

Il laido Birdie torna dopo quasi vent'anni, ed è subito amore per il suo stile esagerato.

Birdie è un vero spasso ma non è il solo, visto che l'attenzione deve per forza di cose concentrarsi anche sulle novità annunciate da Capcom, che sono Rashid, Necalli e la prosperosa Laura. Prima le signore: Laura non solo attira l'attenzione per le forme ma anche per la potenza che nasconde in due gambe capaci di andare a colpire l'avversario anche sulla media distanza. La portata dei suoi calcioni è notevole, e riesce per esempio a dimezzare il vantaggio di Dhalsim, che invece può allungare le membra per attraversare buone porzioni delle arene e colpire dal sicuro del suo angolino.

Necalli è molto aggressivo e fisico negli attacchi, ma è quando si libera la potenza della V-Gauge che mostra davvero di cosa è capace, trasformandosi in un lottatore mezzo wrestler della giungla e mezzo Super Saiyan. La V-Gauge, per chi si fosse perso i vari annunci degli sviluppatori degli ultimi mesi, è un indicatore che si riempie quando si subiscono gli attacchi nemici, e permette di utilizzare delle tecniche speciali. La chioma del nostro Necalli, per esempio, prende vita e inizia a brillare di un rosso acceso, mentre i suoi attacchi diventano più aggressivi e massicci.

Dhalsim è probabilmente il meno interessante dei tre, almeno ad un primo approccio, ma ci permette di affrontare il tema dell'accessibilità che gioca un ruolo importante in questo episodio. Lo sappiamo bene tutti che per diventare dei campioni a un picchiaduro serve tanto allenamento, ma anche il neofita più digiuno del genere riuscirà a trovare soddisfazioni dopo una manciata di minuti alle prese con Street Fighter V.

Qui vediamo Necalli che diventa Gogeta Super Saiyan di quarto livello.

Le combinazioni di tasti da imparare non sono particolarmente complesse: non siamo alle prese con sequenze di cinque o sei bottoni da premere ingarbugliandosi sul pad (anche se chiaramente un arcade stick fa ancora la differenza), e soprattutto sono generalmente abbastanza spettacolari da restituire un'immediata soddisfazione.

Questo non vuol dire che si tratti di un'esperienza immediata, bisogna comunque dedicare qualche minuto allo studio del personaggio prescelto per capire almeno se la sua Critical Art (la "mossa finale" diciamo, quella che si può attivare al riempimento della barra Ex-Gauge) sia efficace solo nel corpo a corpo o anche dalla distanza, ma già dopo poco si riescono a padroneggiare le tecniche più semplici e si iniziano a prendere le misure con le hitbox dei vari lottatori, complice anche un ritmo di gioco non eccessivamente elevato.

Tornando a parlare di combattenti, oltre alle novità abbiamo chiaramente rivisto le solite vecchie conoscenze, che però sono forse le meno interessanti da giocare durante una prova in anteprima di un paio d'ore. Tutti abbiamo fatto un Hadouken con Ryu almeno una volta nella vita, e poco cambia in Street Fighter V su questo fronte. Guardando Ken, Zangief, Chun Li e soci, però, si torna ad apprezzare lo sfruttamento dell'Unreal Engine 4 che costruisce modelli dettagliati e dalla forte personalità.

Le arene sono ricche di particolari, che però non sempre convincono per pulizia e realizzazione.

Purtroppo non possiamo essere ugualmente contenti dei fondali, popolati da comparse realizzate con un livello d'attenzione notevolmente inferiore, tanto da stonare un po'. Va bene che l'occhio deve essere indirizzato verso i lottatori, ma una maggiore cura nelle animazioni degli sfondi non avrebbe guastato, anche perché di cose ne succedono parecchie là dietro, mentre in primo piano se le danno.

Street Fighter V ha fatto inizialmente parlare di sé per il suo essere in esclusiva console su PlayStation 4, ma ora è il momento di lasciare da parte le questioni di mercato e d'iniziare a parlare più seriamente del gameplay. Il picchiaduro Capcom sembra avere ascoltato le richieste degli appassionati e offre un'esperienza non troppo ostica ma dall'evidente profondità. Chiaramente si tratta di uno di quei giochi che dovrà essere provato, provato e riprovato per metterne alla prova il bilanciamento e l'effettiva pulizia del gameplay, ma del resto noi siamo qui per questo. Rimanete su queste pagine, perché non mancheremo di seguire l'evoluzione del titolo da qui all'uscita, prevista per il prossimo 16 febbraio.