Streets of Rage 4 - recensione
La vecchia scuola si fa largo a suon di pugni.
Quando venne annunciato Streets of Rage 4 il mondo dei videogiocatori si divise in due come il Mar Rosso di fronte a Mosè. Da una parte i vecchi frequentatori di sale giochi (quasi tutti ultra-trentenni o peggio) commossi dal ritorno di una saga storica e di un genere, quello dei picchiaduro a scorrimento, ormai quasi dimenticato.
Dall'altra i giocatori più giovani che tra una partita a Fortnite e l'apertura di un nuovo pacchetto FUT hanno accolto la notizia con una veemente alzata di spalle. In realtà c'è anche una terza categoria, quella di chi si è chiesto "cosa sarebbe Streets of Rage"... ma per quelli c'è un apposito girone dell'Inferno.
Chi vi scrive ovviamente appartiene alla prima categoria (e rientra nel sottoinsieme "peggio"). Il mio personale nerbo videoludico è stato forgiato negli anni a colpi di Final Fight, Double Dragon, The King of Dragons, Golden Axe, Cadillacs & Dinosaurs, Vendetta e successive varianti più o meno fantasy. Il franchise Streets of Rage, nato e cresciuto su ben tre generazioni di console SEGA, è ovviamente incluso nell'elenco dei migliori esponenti del genere "picchiaduro a scorrimento", con una personale, leggera preferenza per il secondo episodio.
Questo quarto capitolo è passato nelle capaci mani dei team DotEmu, Guard Crush Games e LizardCube, che nel recente passato hanno già dato prova di sapersela cavare alla grande con le operazioni di restauro. A loro infatti dobbiamo la riesumazione di franchise quali Windjammers e Wonder Boy, ma anche lo sviluppo congiunto delle ottime versioni remastered di Neo Turf Master, Ys Origin e Final Fantasy VIII.
Il talento di questo gruppo di sviluppatori, artisti e designer si traduce in un gioco visivamente spettacolare, con dettagliatissimi livello disegnati a mano e "sprite" (altro termine ormai caduto in disuso) superbamente animati che mantengono però un forte contatto con le loro controparti dei tempi che furono. Questo è uno dei pregi migliori di Streets of Rage 4, l'essere riuscito a mantenere intatte le radici del genere di appartenenza vestendole con un manto di rigogliosità stilistica davvero notevole.
Ovviamente questo aspetto sarà colto quasi esclusivamente da quei giocatori che all'epoca si cibarono dei vecchi titoli della serie e di tutto quel sottobosco di videogiochi che fecero la fortuna di software house come SEGA, Konami, Data East, ma soprattutto Capcom. Ma Streets of Rage 4 non è il classico gioco bello da vedere e basta, dietro tanta meraviglia artistica si nasconde anche un'avventura di quelle toste, vecchio stile insomma. Se state pensando di approcciarvi ad essa con sorrisetti di scherno preparatevi a subire una bella batosta.
Sì, perché ciò che vi aspetta non è una semplice scazzottata nella quale basta pestare sui tasti per arrivare ai titoli di coda. Streets of Rage 4 vi educherà pian piano al modo di giocare di una volta, quello che prima ti pesta come un tamburo e poi ti impartisce la lezione. I primi due stage sono tutto sommato abbordabili anche per giocatori meno esperti, che saranno in grado di portarli a termine senza troppe cicatrici anche usando le combo di base. Andando avanti però dovrete per forza andare più in profondità e capire come giocare.
Per prima cosa inizierete a capire quale tra i personaggi inizialmente disponibili fa più al caso vostro. Tutti hanno un set di mosse abbastanza simile: attacco leggero, attacco pesante, salto, presa e l'immancabile tecnica speciale, che in questo caso si chiama Mossa Stella. Come da tradizione tutte le mosse speciali consumano una porzione di barra energetica, che in Streets of Rage 4 può però essere recuperata portando a termine un determinato numero di attacchi senza essere interrotti.
Per poter alzare il counter delle combo avrete anche a disposizione un divertente e potenzialmente devastante sistema di juggling: andando a sbattere un avversario contro un muro o un ostacolo, questo rimbalzerà permettendovi di colpirlo più volte o di scaraventarlo contro ulteriori bersagli. È una tecnica non facile da padroneggiare all'inizio in quanto richiede una discreta conoscenza dei livelli, ma con un po' di esperienza si rivelerà fondamentale soprattutto in presenza di più nemici.
Questa è tuttavia solo la punta dell'iceberg di un combat system insospettabilmente profondo e bilanciato, da assimilare con pazienza insieme ad un altro elemento fondamentale: i pattern di attacco dei nemici.
Solo una minima parte di loro attaccherà a testa bassa, beccandosi di rimando una salva di schiaffoni. Tutti gli altri proveranno ad aggirarvi in vari o a cogliervi di sorpresa, alcuni indietreggeranno leggermente prima di attaccare con l'obiettivo di mandarvi a vuoto, altri saranno addirittura capaci di afferrare al volo le armi che gli lancerete, rispedendovele contro un secondo dopo.
Con il passare dei livelli le tipologie di nemici che fronteggerete si moltiplicheranno, mischieranno e ovviamente non mancheranno i classici trucchetti "da beat 'em up" come l'accoppiare due boss già incontrati in un unico scontro o tirando fuori varianti degli stessi molto più potenti e aggressive.
In totale sono una dozzina gli stage che dovrete affrontare prima di poter cantare vittoria, della durata media di circa 15/20 minuti l'uno. Un calcolo approssimativo porterebbe la durata media dell'avventura a poco più di 3 ore ma vanno tenute in conto le immancabili e numerose morti che vi attendono prima di poter dire di aver finito Streets of Rage 4 "con un solo gettone" (onorificenza che negli anni '80 e '90 valeva spesso più dell'aver rimorchiato la più bella della scuola).
Oltre a mettere a disposizione vari livelli di difficoltà il gioco da la possibilità di proseguire l'avventura dopo aver esaurito tutte le vite, cambiando personaggio o aggiungendo vite e attacchi speciali extra. Ciò comporta ovviamente una decurtazione più o meno sostanziosa del punteggio finale, che di fatto rappresenta da sempre il Santo Graal dei giochi arcade e il motivo per tornare più e più volte a rivivere la stessa esperienza.
In realtà Streets of Rage 4 di motivi per rigiocare ve ne darà più di uno. Il multiplayer per la prima volta permetterà il gioco in coop locale fino a 4 giocatori, con la possibilità di abilitare o disabilitare il "fuoco amico", che in questo caso sarebbe meglio ribattezzare "cartone amico". L'antico spirito arcade della serie impone che questa opzione sia sempre attiva, siete avvertiti.
Fin dall'inizio avrete a disposizione l'iconica modalità Battaglia, che mette a disposizione 8 arene all'interno delle quali potrete passare il tempo con simpatiche scazzottate in allegria, in Team o Versus. Una volta portata a termine la modalità principale nel menù si attiveranno altre sfiziose opzioni come la Selezione Stage, l'immancabile Assalto al Boss e la modalità Arcade, ovvero la sfida ultima del gioco DotEmu. Qui avrete a disposizione un solo credito per arrivare alla fine, senza poter salvare. Per vincere questa sfida avrete bisogno di riflessi fulminei e palle d'acciaio.
Cosa possiamo imputare di negativo a questa produzione? Artisticamente davvero poco o niente. Anche le animazioni sono state realizzate con estrema cura mantenendo quella leggera "scattosità" dovuta ad una quantità di frame non esattamente abbondante, una scelta chiaramente voluta per mantenere quel piacevole retro-vibe. I più schizzinosi e pignoli, come il sottoscritto, potrebbero puntare il dito su alcune piccole mancanze che avrebbero reso il gameplay ancora più appagante.
Sarebbero ad esempio state gradite delle mosse a terra, presenti nel già citato e meraviglioso Vendetta, che avrebbero aggiunto ulteriore spessore al già ottimo combat system. Migliorabile è anche la precisione nella raccolta degli oggetti. In più di un'occasione ci è capitato di mollare involontariamente l'arma che impugnavamo solo per non esserci posizionati esattamente sopra ad un bonus utile a recuperare energia.
Apprezzabile invece la scelta di far mantenere le armi raccolte anche durante i passaggi di livello, cosa che raramente si è vista in questo genere di giochi. Altrettanto gradita la possibilità di personalizzare l'HUD modificando la barra vitale del protagonista o dei nemici, eliminando il contatore di combo e i messaggi sul punteggio. Potrete addirittura togliere di mezzo il famigerato indicatore "GO" che vi indicherà con petulante puntualità di proseguire verso destra quando non avrete più nulla da rompere o raccogliere nel luogo in cui vi trovate.
Ciliegina (neanche tanto "ina") sulla torta è la possibilità di sbloccare fino a 12 personaggi giocabili, tra novità e vecchie conoscenze, e l'intera colonna sonora in versione Retro. Insomma, un bel pacchetto confezionato con cura per nostalgici e non, che vi terrà piacevolmente impegnati in questi ultimi giorni di Fase 1 ma sul quale potrete ritornare anche durante le Fasi 2, 3 e 4... anche solo per il semplice gusto di riprovare quell'esaltante brivido arcade che tanto andava di moda nei tempi che furono.