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Subject 13, un tuffo nel passato per Paul Cuisset - recensione

Ma non è il Flashback che stavamo aspettando…

Al solo pronunciare il titolo Flashback molto giocatori potrebbero commuoversi. Il gioco uscì nell'ormai lontano 1992 e da allora è stato convertito per una miriade di piattaforme. Ne è stato addirittura fatto un remake, uscito un paio di anni fa, sulla cui qualità però preferisco non soffermarmi più di tanto.

Dietro a quella pietra miliare e al suddetto remake c'era lo stesso nome, Paul Cuisset. Forse i più giovani di voi lo hanno visto spuntare sulle riviste e i siti di settore in occasione dell'uscita di Amy, controverso titolo horror arrivato in formato digitale su PSN e Xbox Live verso la fine del 2012. I più vecchi, invece, ringraziano ancora questo corpulento game designer francese per le emozioni che il suo titolo più famoso riuscì a suscitare all'inizio degli anni '90.

Con Subject 13, Cuisset ritorna al suo primo amore, quello per le avventure classiche ad alto tasso di click, esplorazione e mistero. Il titolo di Microids vede come protagonista un uomo (quasi) comune, un solitario professore di fisica che all'improvviso si ritrova chiuso all'interno di una struttura di ricerca scientifica abbandonata con una voce che continua a chiamarlo Subject 13.

Descritto così questo prologo potrebbe tranquillamente essere quello di un nuovo capitolo di Portal, ma così non è. Nel gioco non bisogna superare stanze indossando una bizzarra pistola spara-portali ma una cosa in comune con il titolo Valve c'è: bisogna assolutamente scoprire cosa diavolo sia successo.

La campagna Kickstarter di Subject 13 ha raggiunto il suo obiettivo minimo nel tempo prestabilito, ma purtroppo lo scarso budget si riflette sulla realizzazione tecnica.

Franklin Fargo, il protagonista, non sa se la voce di cui sopra esista davvero o risuoni solo nella sua mente. È forse morto o è solo protagonista di un bizzarro esperimento? La sua ragazza è morta ma chi è stato ad assassinarla? Non c'è molto tempo per pensare, deve muoversi e deve farlo in fretta per quel dannato senso di pericolo che fa tintinnare il suo sesto senso.

La premessa di Subject 13, pur non essendo particolarmente originale, è indubbiamente intrigante e invoglia fin da subito a esplorare con il puntatore del mouse ogni singolo dettaglio su schermo. Il gameplay si basa soprattutto sulla risoluzione di enigmi e puzzle, ma anche l'esplorazione viene incentivata da alcuni collezionabili chiamati Testimonianze, che consentono al protagonista di ricostruire gli eventi che lo hanno portato in questa situazione.

L'atmosfera di desolazione e di assoluta solitudine che si respira fin dall'inizio è indubbiamente intrigante ma purtroppo il comparto tecnico non contribuisce a immergere il giocatore nell'avventura. Scenari a risoluzione non proprio eccelsa ed elementi a volte troppo "impastati" nell'ambientazione inducono a pause alla ricerca dell'oggetto giusto con cui interagire, cosa che spezza un po' il ritmo della narrazione.

L'azione si svolge per la maggior parte del tempo con telecamere fisse che mostrano ambientazioni pre-renderizzate nelle quali il protagonista si muove su binari prestabiliti. Di tanto in tanto è possibile vivere brevi sezioni in soggettiva, soprattutto per esaminare particolari oggetti o porzioni degli scenari.

La location iniziale, con la battisfera in cui Franklin si risveglia, è un po' avara di interazioni ma ben presto il panorama si allargherà.

A proposito del protagonista, il buon Franklin viene caratterizzato piuttosto bene dal punto di vista psicologico ma non altrettanto da quello estetico. Piuttosto anonimo nel look, Mr. Fargo non può neanche vantare una realizzazione tecnica degna di nota (è addirittura privo di ombra).

Nel corso del gioco non sono mancati inoltre alcuni fastidiosi glitch, che in un paio di occasioni hanno inspiegabilmente bloccato il personaggio principale in una parte dello schermo. Ci auguriamo che verranno presto corretti con un'apposita patch.

L'interazione con l'ambiente avviene con un semplice sistema di icone contestuali. Tenendo premuto il tasto destro del mouse si può ruotare la visuale, mentre con quello sinistro si attivano le opzioni di visualizzazione, esplorazione e, appunto, interazione. Di tanto in tanto è anche necessario effettuare piccole azioni con il mouse (come quella di aprire una busta e tirare fuori una lettera), ma nella maggior parte del tempo il gioco rimane nei canoni ben conosciuti delle avventure vecchio stile.

A parte le suddette interruzioni "tecniche", Subject 13 difficilmente mette in crisi il giocatore. Le ambientazioni non particolarmente estese permettono di effettuare tutti i tentativi di interazione possibili in poco tempo ma anche se doveste bloccarvi da qualche parte, il gioco vi verrà incontro con un sistema di suggerimenti fin troppo espliciti, della serie "dare un'occhiata all'oggetto situato sul posto X non sarebbe una cattiva idea".

La colonna sonora è piacevole ma non memorabile. Ad occuparsene è stato Olivier Deriviere, compositore trentasettenne già ascoltato in serie come Obscure e Alone in the Dark.

Il titolo è diviso in quattro capitoli principali nel corso dei quali il giocatore è anche chiamato ad affrontare brevi sezioni di dialogo con risposte multiple. Tale impostazione potrebbe incentivare la durata media dell'avventura ma purtroppo la scelta di una risposta piuttosto che di un'altra non porta a differenze significative nello svolgimento della trama.

Piccole varianti di gameplay sono rappresentate da sporadici mini-giochi che richiedono cognizioni di geometria e logica aritmetica. Niente di particolarmente ostico ma trattasi comunque di gradite alternative al gameplay di base, che altrimenti sarebbe risultato fin troppo ripetitivo e tedioso.

Una volta portata a termine l'avventura gli unici incentivi per ritornare a vestire i panni di Franklin sono in effetti rappresentati dalla voglia di conoscere tutti i dettagli della sua storia attraverso le Testimonianze non trovate nel corso del primo playthrough. Detto tra noi, difficilmente perderete per strada qualcosa di fondamentale, quindi la longevità di base di Subject 13 può dirsi intorno alle 6 ore.

Vale la pena quindi di spendere 20 euro (12.99 per un breve periodo post-lancio) per accaparrarsi questa ennesima fatica di Mr. Cuisset? Il cuore direbbe di sì ma purtroppo il risultato finale è tutt'altro che esaltante: una storia interessante e un'ambientazione accattivante non riescono a compensare in maniera sufficiente un comparto tecnico inferiore alla media, un livello di difficoltà piuttosto scarso e una longevità sotto la sufficienza.

Se proprio non doveste riuscire a tenere a freno la curiosità, il mio consiglio è di attendere il periodo di saldi. Per qualcosa di qualitativamente superiore forse dovreste rivolgervi al recente remake di Grim Fandango, al bellissimo Kentucky Route Zero oppure attendere quel Syberia 3 che la stessa Microids ci sta facendo attendere da troppo tempo.

5 / 10