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Subnautica - recensione

Il survival sottomarino ha trovato una nuova console da esplorare.

Per diversi anni i survival game hanno calamitato l'attenzione tanto del pubblico, quanto degli sviluppatori videoludici, forti di una struttura semplice ma contemporaneamente assai malleabile: facile da padroneggiare per i giocatori, estremamente remunerativa per i developer.

Come ogni ottima idea, il passare del tempo ha portato a decine - quando non centinaia - di prodotti senz'anima e a malapena distinguibili l'uno dall'altro, fortunatamente affiancati da piccole perle, in grado di ergersi sopra la massa grazie a una o più geniali intuizioni. Quella di Subnautica è stata d'affrancarsi dal limite della terraferma, proponendo un setting composto quasi del tutto d'ambientazioni acquatiche.

La narrazione comincia con i più classici dei tropes del genere: un incidente, un protagonista solo e apparentemente unico sopravvissuto allo schianto, la necessità di recuperare risorse dai relitti e dall'ambiente di gioco per creare viveri, strumentazioni e veicoli via via più efficienti e far luce sulla causa della disgrazia e il destino del resto dell'equipaggio.

Per quanto classica, la storia è ben bilanciata col gameplay: non limita eccessivamente la libertà d'esplorazione (a eccezione delle sezioni iniziali) ma anzi accompagna il giocatore in un viaggio lungo decine e decine di ore, prendendo anche una svolta inaspettata durante le fasi finali.

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Il pianeta oceanico 4546B offre vari biomi, con fauna e flora assai diversi in base all'area esplorata. Se i primi momenti di gioco regalano fondali lussureggianti e quasi indistinguibili da quelli terrestri, avanzando (o meglio, immergendosi) il giocatore si troverà davanti viste tanto belle quanto aliene e terrificanti, oltre che popolate da creature via via più fantasiose e letali.

Come ogni survival che si rispetti, Subnautica presenta diversi parametri da tenere sotto controllo, oltre all'immancabile livello di salute che, una volta raggiunto lo zero, porta al respawn con perdita di parte del proprio inventario.

Grazie a un livello di difficoltà ben bilanciato, la necessità di mangiare e bere non sarà comunque un problema per i neofiti, a patto d'investire un minimo tempo nella raccolta di quanto necessario al sostentamento; per i giocatori più arditi sarà presente una modalità Hardcore, con morte permanente in caso di sconfitta, mentre i comodisti potranno godere l'avventura in modalità Libera, con ancora i limiti minimi imposti dall'energia e l'ossigeno consumati, ma senza che il proprio alter ego sia vincolato ad altri bisogni fisiologici.

Le ambientazioni subacquee offerte dal gioco sono insospettabilmente varie e originali.

Se dal punto di vista strettamente legato alle meccaniche di gameplay non si ha nulla di davvero rivoluzionario, ciò che distingue Subnautica da un qualunque altro survival esplorativo in prima persona è l'atmosfera. Ossia la combinazione tra una colonna sonora mai invadente e sempre azzeccata e i concept artistici di ambienti e creature regala un'immersività che va ben oltre il letterale.

Va detto che graficamente il titolo non punta al fotorealismo e l'uso di Unity come motore di sviluppo ha forse uniformato troppo l'estetica di Subnautica a quella di molti altri giochi realizzati con lo stesso engine, a discapito della grande cura posta nel design.

Anche dal punto di vista tecnico, Subnautica non sempre rimane a galla: la profondità di campo limitata e il continuo pop-up di modelli e texture non lasciano scampo al software nemmeno in modalità Supercampionamento su una console Pro di Sony e la build di lancio del gioco soffre di pesanti cali di framerate nel passaggio tra il subacqueo e il pelo d'acqua... senza considerare i crash dell'applicazione, nemici mortali di ogni giocatore poco paziente.

L'esperienza in Subnautica insegna (a proprie spese) che anche le creature all'apparenza più innocue vanno approcciate con cautela.

Subnautica è un survival tradizionale e contemporaneamente unico nel suo genere, un prodotto di certo non perfetto e che in questa versione PlayStation 4 si porta dietro qualche magagna tecnica di troppo, per quanto risolvibile nel tempo con apposite patch. È un titolo che, visto il genere di cui fa parte, ha i suoi ritmi e richiede un buon investimento di tempo e tranquillità per essere goduto al meglio.

Preso per il verso giusto, forte di un ingombro su disco fisso inferiore ai 10 GB e di un'idea alla base semplice ma originale, Subnautica può davvero diventare ciò che, con le sue mire ambizione e promesse solo in parte mantenute, No Man's Sky non è riuscito a essere per molti, troppi aspiranti esploratori di mondi sconosciuti.

7 / 10
Avatar di Lara Arlotta
Lara Arlotta: Scrive, blatera e videogioca, spesso contemporaneamente e da oltre due decenni. L'unico modo per fermarla è darle da mangiare, ma l'effetto è solo temporaneo. Sono ancora in corso delle indagini confidenziali per comprendere se si tratti di un essere umano o di una credibile riproduzione, inviata nell'era contemporanea da una civiltà eternauta.

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Subnautica

PS4, Xbox One, PC, Nintendo Switch

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