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Sunless Sea: ritorna la narrativa di una volta? - recensione

Un titolo estremamente particolare ambientato in un universo altrettanto particolare...

Coinvolgimento e ambientazione. Ci sono videogame capaci di giocare con questi due elementi in maniera pressoché magica. Sono quei titoli che ci seguono anche quando siamo lontani dal monitor, non tanto per le scelte interessanti o per la profondità del gameplay, quanto per la capacità peculiare di stimolare l'immaginario e cullarci in un'ambientazione così accurata e coerente da illuderci di abitarla, questa diversa realtà.

Wasteland (il primo, l'originale) fu per me il primo titolo di questa categoria, seguito subito dalla serie Baldur's Gate e dai primi due giochi della serie Fallout, in verità in proporzione decisamente minore. E allora questi sono quei titoli che si aspetta magari un'ora più notturna, si spengono le luci e si dedicano loro le ultime ore della giornata, quelle probabilmente più fertili in quanto a capacità evocativa.

Bene, al di là di questi deliri un po' letterari, avrete sicuramente già capito che Sunless Sea fa parte proprio di tale categoria di videogiochi, oggi in realtà sempre meno frequentata dagli sviluppatori. Se infatti lo studio della parte narrativa è andato molto avanti raggiungendo finalmente i livelli professionali di altri settori (tipo il cinema), è anche innegabile che il medium videoludico preferisca un modo di raccontare molto visuale, anche nelle produzioni indie. Ma più si mostra e meno si chiede al giocatore di riempire con la propria fantasia, meno si ottiene l'effetto di "evocazione creativa" di cui parlavamo all'inizio dell'articolo.

Sunless Sea vuole invece raccontare e vuole farlo con l'aiuto del giocatore offrendogli, solo i puntini che spetterà poi a lui non solo unire ma anche arricchire, perché niente in Sunless Sea è abbondante. Non lo sono le risorse a vostra disposizione, non lo sono gli indizi, non lo sono le descrizioni e nemmeno tanto i nemici.Ma andiamo con ordine!

Nei combattimenti contano molto di più l'equipaggiamento e la destrezza del giocatore che le scelte strategiche.

Sunless Sea è ambientato in un universo già in parte creato per un altro gioco, Fallen London, una produzione precedente dello stesso team di sviluppo (Failbetter). Si tratta di una sorta di ambientazione fittizia gotico-vittoriana in cui Londra e i suoi sobborghi sono sprofondati in un nero oceano sotterraneo chiamato Unterzee. Orrore, cinismo e humor nero costituiscono il filo rosso seguito dalla sceneggiatura e l'intero universo sembra essere un enorme puzzle di miti, leggende e racconti tratti dalla letteratura perlopiù occidentale e riadattati per questo mondo cupo e misterioso a cui ogni etichetta sembra andare stretta.

In questo universo, fatto di isole che affiorano sul pelo di un'acqua verde scura sempre minacciosa, il giocatore impersona una specie di avventuriero ben deciso a esplorare l'intero universo di gioco allo scopo di raggiungere un obiettivo che potrete determinare all'inizio del gioco (cercare le proprie origini, arricchirsi, completare un poema e altro ancora). Quindi dotati di un battello, di una decina di marinai e di un paio di personaggi nel ruolo di ufficiali (dei 6 disponibili nei relativi slot), potrete lanciarvi all'esplorazione, gestire la vostra intrapresa commercial-avventurosa e, in generale, cercare di sopravvivere il meglio possibile navigando l'Unterzee.

In Sunless Sea convivono quindi diverse anime. Innanzitutto c'è un'anima gestionale. Benzina e cibo costano, come costano gli upgrade di vario tipo al proprio vascello; quindi ogni viaggio offre la tensione economica di un profitto sufficiente perlomeno a coprirne le spese.

In second'ordine c'è l'anima avventuriera. Le scelte che si compiono, sia sul lato puramente narrativo che su quello gestionale, coinvolgono spesso anche una componente di fortuna e/o di strategia che va pesata accuratamente perché Sunless Sea è anche spietato nel dispensare morte e nel centellinare i save slot (uno solo disponibile nella modalità normale).

La visuale dall'alto, pur non essendo la scelta più coinvolgente a livello estetico, è in grado di convogliare benissimo, aiutata dalle ottime musiche, la magia di certe ambientazioni.

Terzo, c'è la componente d'azione perché i viaggi in nave si compiono in tempo reale gestendo velocità e direzione della nave, e questo sia durante l'esplorazione sia durante i combattimenti. In ultimo c'è la componente narrativa, quella che la fa da padrone perché tutto ciò che accade in Sunless Sea è descritto da testo (poco) e da rare immagini.

A livello gestionale il compito è facilmente illustrabile: tenere a galla il business prendendo i rischi giusti e assicurandosi dei buoni margini di guadagno che ci permettano sia di crescere come intrapresa (ovvero migliorare la nave e i suoi accessori) sia di proseguire a esplorare l'universo di gioco. Spesso ciò risulta più facile a dirsi che a farsi visto che il gioco offre le migliori ricompense proprio dove pone anche i rischi più alti.

Le tratte commerciali più profittevoli, ad esempio, hanno la tendenza a essere le più pericolose, mentre qualche colpo allo scafo può mangiarvi il capitale, e qualche altro colpo in più può consegnarvi al fondo del mare. Il bilanciamento pare perfetto e con il ripetersi delle partite imparerete le tecniche migliori e la saggezza giusta per affrontare l'Unterzee in maniera efficiente.

La parte di avventura, insieme con quella d'azione, completa la precedente facendo sentire il giocatore ancora più coinvolto. Certo il risultato di alcune decisioni è palesemente il frutto di un tiro di dado ma le probabilità sono note al giocatore e tutti gli elementi per prendere una decisione informata sono in nostro possesso...quindi non si ha mai la sensazione di essere in balìa di meccanismi di gioco ingiusti o di un destino cinico e baro. Anche i combattimenti sono discretamente congegnati e offrono quel brivido rischio/ricompensa che anima il resto del gioco.

Alcune ambientazioni assicurano da sole, anche senza potenti descrizioni, un'alta efficacia evocativa.

A livello grafico e artistico abbiamo luci e ombre, ma soprattutto luci. L'ambiente di gioco è bloccato in una visuale dall'alto piuttosto evocativa e molto efficace dal punto di vista artistico. Nebbia, luci delle isole, ghiacci, boe, fari sono tutti elementi che rendono Sunless Sea un mondo unico ed estremamente affascinante.

L'interfaccia è costituita interamente da pagine di un libro con diversi paragrafi, linguette e pulsanti; la soluzione è elegante ma fin troppo minimalista. Alcune informazioni non sono posizionate in luoghi intuitivi e altre mancano completamente. Si ha l'impressione che questa parte del gioco sia ancora ferma a una versione beta che avrebbe bisogno di un'ultima revisione generale per raggiungere i livelli del resto della produzione.

La musica e i pochissimi effetti sonori sono invece tutti di ottima qualità e perfettamente integrati nel gioco. Diverse locazioni e diverse situazioni lanciano musiche specifiche che vanno dall'etnico al drammatico ma sono anche presenti silenzi e lunghi tappeti di sottofondi appena accennati, perfetti per lunghe navigazioni solitarie in mari tenebrosi come l'Unterzee.

In ultimo, la narrativa. Una premessa: Sunless Sea è completamente in Inglese e, al momento, il team di sviluppo non ha piani per localizzazioni (in nessuna lingua, quindi nemmeno l'Italiano). Inoltre l'inglese di Sunless Sea non è affatto facile: i termini utilizzati sono spesso ricercati e di uso letterario se non anche desueto.

Decisioni fondamentali per il proseguo del gioco sono affidate a semplici schermate come questa: un'immagine, poche righe, due pulsanti.

È come leggere un libro di Dickens oggi: la ricchezza di vocaboli non ha nulla a che vedere con le produzioni moderne e in più alcuni termini appartengono proprio a un'epoca diversa, cosa che, se non li cancella proprio dal dizionario, ne rende l'uso esclusivo appannaggio appunto di poche produzioni letterarie. Un esempio? Uno straniero che conosca bene l'Italiano (molto bene) sarà in grado di snocciolare 800-1000 parole; possiamo essere certi che tra questi ci siano termini come "colubrina", "pestello" o "salamoia"?

Ma se vi sentite sicuri del vostro Inglese (o semplicemente accettate di perdervi qualcosa per strada), beh, allora Sunless Sea è in grado di offrire testi di un'eccellenza unica. E si badi bene, non ci si trova mai di fronte a dei text wall, tutt'altro; i testi sono sempre stringati ma sono confezionati con una cura per entrambi gli aspetti linguistici classici (semantica e sintassi) da fare invidia a qualsiasi altra produzione videoludica. Ecco, Sunless Sea raggiunge "l'imperdibilità" (ovvero non potete proprio farne a meno) se vi piace il genere, amate leggere e il vostro inglese non teme confronti; in questo caso potete tranquillamente considerare un punto in più per il voto assegnato a fine recensione.

Per il resto Sunless Sea è un'ottima avventura capace di catturare il giocatore per ore immergendolo in un universo affascinante e stimolante e in cui le sfide e le scoperte non mancano, sono anzi così abbondanti (e le storie vengono continuamente aggiornate dal team) da garantire decine di ore di gioco. Segnaliamo in ultimo la randomizzazione di alcuni elementi di partita in partita (posizione di alcune località, presenza di alcune quest, variabili diverse), un'ultima chicca in grado di aggiungere longevità a un prodotto sotto questo punto di vista già ottimo.

8 / 10