Supreme Commander 2
Il futuro guarda nel passato...
Gli aggiustamenti, sia a livello di complessità generale che di design delle missioni, hanno di conseguenza reso grazia a questo titolo, divenuto brillante nel suo essere così testardamente “retrò”: l’operazione complessiva sembra aver dato quindi meritevolmente i suoi frutti e la strada intrapresa pare essere, come andrò a illustrarvi, quella corretta.
A disposizione degli appassionati troviamo parecchia carne al fuoco, complessivamente cucinata per venire incontro ai palati più esigenti così come ai combattenti alle prime armi: per quanto riguarda il fronte del single player, non poteva mancare la classica campagna, qui composta da diciotto diversi episodi preceduti da un tutorial invero abbastanza anonimo, unitamente alla sempre eterna modalità schermaglia; se invece siete amanti delle guerre di rete, potrete optare per sfide all'ultimo sangue in modalità online, sfruttando tutte le opzioni classiche del genere.
Fin dall’introduzione delle vicende che faranno da sfondo alle vostre battaglie, possiamo riscontrare la differente strada intrapresa dalla software house nord americana: se Supreme Commander rischiava seriamente di far venire il mal di testa nel seguire le vicissitudini di tutti i personaggi e gli intrecci narrativi esistenti, Gas Powered in questo caso ha optato per un approccio maggiormente lineare, al fine di favorire il coinvolgimento del giocatore.
Dove però il gioco perde in complessità, spesso non giustificata visto l'ambito in cui ci stiamo muovendo, guadagna in profondità emotiva, ponendo al centro del tutto uomini alle prese con difficili decisioni sul piano morale.
La storia che fungerà da pretesto per il muoversi delle vicende prende dunque vita venticinque anni dopo la conclusione dell'espansione del primo capitolo: in un mondo oramai in pace e dove le fazioni degli umani, dei Cybran (una sorta di popolo incrocio fra uomo e macchina, alla Terminator per intenderci) e degli Illuminati (gli ex Aeon) vivono in armonia, tutto sembra filare per il giusto verso.
Come ogni videogiocatore esperto sa nella sua coscienza, però, troppa pace è solamente l'attesa per una nuova guerra e Supreme Commander 2 non sfugge alla regola: a seguito dell’uccisione del Presidente della Confederazione la situazione infatti degenera in maniera rapida e tutte le tre fazioni, dichiaratosi estranee al delitto, si muovono in maniera autonoma per cercare la propria vendetta.
La rinnovata attenzione posta sulla parte narrativa emerge soprattutto nel tentativo di dare un volto e un significato all'intero conflitto, interlacciandolo con le vicende e le amicizie dei tre protagonisti (uno per “razza”), ognuno dei quali sarà protagonista di un terzo dell'avventura complessiva fino al raggiungimento dello scoppiettante finale.
Nonostante ad esempio Emicrania, uno dei tre fortunati di cui sopra, risulti abbastanza anonimo, la spinta emozionale che porta al clou degli scontri e della campagna è al contrario davvero meritevole di segnalazione.
Certo, non siamo ai livelli cinematografici di Red Alert e figli, ma la recitazione si attesta sinceramente su dei buoni standard, risultando al di sopra del classico buoni versus cattivi che troppo spesso fa da sfondo alle vicende videoludiche.
Le novità però non si fermano di certo all'impianto narrativo ma vanno a coinvolgere la struttura del gameplay nella sua interezza: per chi ha provato il primo episodio l'impatto iniziale sarà così quantomeno spiazzante, venendo a mancare molte delle sicurezze sulle quali i giocatori si erano costruiti le proprie strategie.